Tota Italia, i lasciti di Roma nella mostra alle Scuderie del Quirinale

by Michela Conoscitore

Furono chiamati a far parte del Senato uomini provenienti dall’Etruria, dalla Lucania, e da tutta l’Italia e, da ultimo, i confini dell’Italia stessa furono estesi sino alle Alpi, perché non solo i singoli individui, ma interi territori di popoli si congiungessero in un solo corpo posto sotto il nostro nome.

Tacito, Annali

Così racconta lo storico latino Tacito il processo di romanizzazione dell’Italia intera voluto dal primo imperatore romano, Ottaviano Augusto. Ciò avvenne in quattro secoli di storia, un percorso lento ma inesorabile, perseguito con determinazione da Roma, futura potenza mondiale, che si insinuò nel complesso mosaico di genti, lingue, tradizioni, usi e costumi che nell’intera penisola preesistevano prima che Roma fosse una realtà.

Come unificare la nazione per poi lanciarsi alla conquista del mondo? Lo racconta magnificamente la nuova mostra delle Scuderie del Quirinale a Roma, Tota Italia – Alle origini di una nazione, curata da Massimo Osanna, direttore generale Musei del Ministero della Cultura, e da Stéphane Verger, direttore del Museo nazionale Romano. Un percorso espositivo che segna la ripartenza del prestigioso ente museale capitolino, concretizzatosi grazie alla collaborazione davvero significativa e commovente di tutti i musei nazionali: 450 reperti che non soltanto celebrano l’unicità della storia italiana ma anche l’inestimabile valenza dei nostri enti museali, veri e propri scrigni di tesori troppo spesso inesplorati. Dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia al Marta di Taranto, dal Mann di Napoli al Museo nazionale Romano, il merito di Tota Italia è quello di far immergere il visitatore con semplicità nella Storia, riassumendo in un percorso appassionante attraverso varie sezioni quel che, a distanza di secoli, è tuttora la nostra identità, culturale, sociale e antropologica.

Inaugurata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e dal ministro della Cultura, Dario Franceschini, lo scorso 12 maggio, la mostra sarà visitabile fino al 25 luglio. Il titolo Tota Italia riprende la formula del giuramento che i popoli inglobati da Roma rivolgevano al princeps, l’imperatore Augusto, fautore della prima unificazione della penisola: “Una mostra corale, dunque, in cui opere provenienti da tanti musei italiani raccontano la storia di una straordinaria ricchezza culturale che affonda le sue radici nell’Italia più antica e nella prima grande unificazione augustea della Penisola”, ha dichiarato Massimo Osanna, “e che permea ancora profondamente l’Italia di oggi attraverso i tanti lasciti di Roma nella cultura, nella lingua, nel diritto,  ma anche nei confini regionali, nel tracciato delle strade, nelle città e nei paesaggi rurali.

La mostra si articola in varie sezioni espositive per analizzare l’uniformazione dei popoli sotto l’egida romana, dalle necropoli alle lingue, dalle guerre alla religione, la narrazione di Tota Italia coinvolge il visitatore in una scoperta significativa e sostanziale dei vari sostrati che, nel corso dei secoli, hanno originato l’identità unitaria augustea. Inizialmente, l’influenza greca è forte, rappresentata principalmente nel meridione della penisola, dove le necropoli urbane, con ricchi corredi funerari, raccontavano l’individuo come soggetto immerso nella gerarchia sociale. Nel nord, riflesso dei vicini Celti, e in Etruria, invece, persistevano invece tradizioni antiche come la cremazione dei corpi o l’esposizione in tombe a camera. Uomini e donne, soprattutto aristocratici, hanno affidato alle pitture parietali tombali la storia del proprio censo, testimonianze incontrovertibili che nel corso del tempo hanno dimostrato il passaggio dalle usanze ‘indigene’ e magnogreche a quelle romane.

Le lingue, altro tassello immancabile per comprendere il processo di romanizzazione della penisola, caratteri identitari per eccellenza delle popolazioni preromane raccontano attraverso vari reperti l’amministrazione della società, la religione e il diritto in osco, etrusco, venetico fino alla Cista Ficoroni, prima attestazione di iscrizione in latino arcaico su un oggetto privato, un portagioielli, che segna il passaggio all’unificazione anche linguistica. Poi le divinità che dai boschi primordiali italici entrano nei templi romani, coesistendo tuttavia in un puzzle diversificato che ha contraddistinto l’Italia dal IV secolo a.C, fino ad Augusto.

Le guerre di conquista velocizzarono ulteriormente il processo di unificazione, trasformando la fisionomia regionale della penisola che fu travolta non soltanto dall’ondata inarrestabile dell’esercito romano ma che vide diffondersi sul proprio territorio anche le colonie, satelliti locali di Roma, presenza costante nella vita degli italici, diventati ormai romani.

Gli eleganti affreschi pompeiani, le scene di battaglie in bassorilievo, i ricchi corredi funerari, gli splendidi grifoni di Ascoli Satriano, e lo scenografico allestimento finale in cui spicca il capo di Augusto che attende il visitatore al termine del percorso espositivo sembrano rammentare una conoscenza che già sappiamo, presente internamente e geneticamente negli italiani contemporanei. Riappropriarsi meticolosamente di questo patrimonio comune è il regalo di Tota Italia che giunge in uno dei momenti più complessi della storia italiana, proprio per ripartire non dimenticando un passato fondante.

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