White Album, il bianco e nero di Pattie Boyd, Samuele Romano e Mariagrazia Giove illumina il Medimex

by redazione

You’re asking me will my love grow – Mi stai chiedendo se il mio amore crescerà

I don’t know, I don’t know – non lo so, non lo so

You stick around now it may show – tu resta nei paraggi, perché adesso potrebbe mostrarsi

I don’t know, I don’t know – che non lo so, non lo so

La donna di Something di George Harrison, quella ragazza che ha un modo speciale di muoversi e di sorridere, e di Layla e Wonderful Tonight di Eric Clapton, ha illuminato con la sua ironica grazia il Medimex a Foggia sabato sera, tra le foto della sua mostra Pattie Boyd and The Beatles e nel corso della intervista con  Ernesto Assante.

Le bellissime fotografie di Pattie Boyd sono state l’anteprima dell’edizione primaverile del Medimex, che si terrà dall’11 al 14 aprile nel capoluogo dauno con due concerti a ingresso libero in piazza Cavour, Renzo Arbore con un collettivo di grandi jazzisti italiani (12 aprile) e il musicista britannico Bryan Ferry (il 13) e incontri d’autore con, Ex-Otago e Renzo Arbore (l’11), Noemi (il 12), Nina Zilli e Ermal Meta (il 13), Pierdavide Carone (il 14).

Il Medimex celebra i Beatles a mezzo secolo del 1969, l’anno dell’ultimo album della band, Abbey Road (seguito dal postumo Let it Be), ma anche dello storico concerto sul tetto degli Apple Studios di Londra, della morte di Jack Kerouac, di Woodstock e dello sbarco sulla luna della missione Apollo, un anno simbolo nell’immaginario collettivo, punto di riferimento della controcultura americana.

La clip della mostra by Vanni Natola

Quelli di Pattie Boyd sono scatti casual che ritraggono i Fab Four insieme al maestro yoga indiano Maharishi, li si vede in un bianco e nero elegante, seduti in giardino, a tavola, intenti a succhiare da lui la sua dottrina. Da quel viaggio, fortemente voluto da George Harrison nascerà quasi tutto il leggendario White Album che lo scorso anno ha compiuto 50 anni.

Un pezzo importante della vita condivisa con i Beatles è nelle foto di Palazzo Dogana.  40 scatti, 12 dei quali inediti, che coprono un arco temporale di 30 anni e che mostrano Harrison nella sua intimità ribelle, nella straordinarietà di quegli anni meditativi e rivoluzionari.

“Cosa resta di quella rivoluzione? Molti amano i Beatles, non so dire cosa resta, resta la moda, sta tornando, si vedono abbigliamenti simili, giacche colorate”, ha detto Pattie Boyd alla Rai.

Bianche e nere sono anche le foto della mostra del primo piano di Palazzo Dogana “Two for Jazz”, 4 anni di Giordano in Jazz interpretato dagli occhi di Mariagrazia Giove e Samuele Romano.

Palazzo Dogana per il Medimex, col videomapping e le mostre, ha ritrovato la sua ambizione di contenitore museale di arte contemporanea che gli fu regalata dal compianto presidente Antonio Pellegrino, grande amante della pittura, del teatro e della fotografia.

“La musica è un’arte che si esprime mediante i suoni; arte astratta per eccellenza, che non conosce limiti di contenuto, che si rivolge prima allo spirito e poi all’intelletto e per la quale si concretano dei sentimenti che, componendosi nell’intimo dell’artista determinano sempre nuove combinazioni degli elementi sonori. Sul piano estetico è impossibile o almeno improprio schematizzare e circoscrivere siti, forme, maniere o mezzi d’espressione”, ha scritto la curatrice Mariagrazia Giove nel libretto della mostra ispirandosi ad un testo tratto da NovecentoLibri.

“Ho usato una carta fine art stampata col flotter, si lavora molto in post produzione- spiega Romano a BonCulture- Ci sono quegli attimi che ti permettono di entrare nell’anima dell’artista, anche per chi sembra più freddo, si riesce sempre a trovare l’attimo giusto. Non so dire qualche artista mi abbia emozionato di più, sicuramente il jazzista che ho sempre amato sin da ragazzo e che poi mi son ritrovato davanti è stato Roy Carter nel 2015. È stato anche bello fare questa mostra insieme a Mariagrazia Giove, la curatrice che mi ha voluto insieme a realizzare l’esposizione. È stata una bella idea la sua”.

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