Design e sanificazione, il futuro post Covid già immaginato da Ambisan Italia con Koinè Associati

by Antonella Soccio

Il dopo Covid-19 cambierà il volto degli hotel, delle abitazioni private e degli edifici pubblici. Per chi è in fase di riconversione, può essere un’opportunità, perché secondo molti i cambiamenti avranno un impatto fortissimo soprattutto sul design con aree comuni e aree riunioni molto più ampie e areate.

Tutti saremo coinvolti nella sanificazione degli ambienti, per la purificazione dell’aria, per le norme igieniche della manipolazione degli oggetti. Il design dovrà tenere conto del distanziamento e cercare nuove soluzioni per rendere gradevoli i separatori, per i trasporti e tutti gli spazi condivisi.

È già al lavoro l’architetto pugliese Franco Onorati della società Koinè Associati, che insieme al suo studio ha fornito consulenza per una impresa molto promettente del territorio foggiano, la Ambisan Italia del giovane amministratore Nicola Bruno, nata tre anni fa grazie al progetto regionale NIDI (Nuove Iniziative di Impresa), e attiva nel settore speciale della sanificazione.

“Ci piace raccontare il lavoro instancabile di questo giovane imprenditore che rappresenta i giovani che vogliono essere “protagonisti di se stessi” in una terra difficile! L’azione di tutoraggio e assistenza che svolgiamo ci porta ad essere operativi nelle ore in cui gli altri riposano. H24”, spiega l’architetto Onorati a bonculture.  

La Koinè Associati ha stabilito un rapporto professionale finalizzato al benessere e allo sviluppo di idee professionali.

“Ci pregiamo di dire stiamo lavorando per voi e vi aggiorneremo sugli sviluppi potenziali del “vivere” e sul rapporto storico tra sanificazione e architettura- continua il poliedrico professionista- stiamo facendo tutoraggio a questa azienda con i piani di rischio, spesso la sanificazione viene confusa con la pulizia degli ambienti. È tutt’altro. La Ambisan Italia si occupa sia di ambienti civili che di aree ospedaliere e ha un codice Ateco specifico sulla sanificazione. Hanno acquistato tante macchine in questi anni. La sanificazione negli ultimi 40 anni ha perso la sua cognizione reale, prima era essa stessa fondamento del design. Pensiamo alle posate o alle bacchette cinesi, nascono per non toccare il cibo con le mani. Anche la cottura dei cibi è frutto di un ragionamento profondo sulla sanificazione. Nei prossimi mesi dovremo lavorare a tutte le tecniche per rendere gli ambienti non dico sterili agli agenti patogeni, ma sani”.

L’architetto è un appassionato di storia e ha al suo attivo anche tanti lavori di restauro. Cita le terme romane come uno dei più grandi metodi pubblici per sanificare e purificare la collettività.

“C’era sì una esigenza di convivio nelle terme, ma erano anche finalizzate alla sterilizzazione delle possibili malattie. Lo stesso possiamo dire della regola di togliere le scarpe prima di entrare nelle moschee nel mondo musulmano, le abluzioni nelle moschee, così come il battesimo, sono esigenze anche sanitarie. Gestire una moschea significava rendere l’ambiente confinato e purificato”.

Uno degli oggetti di design che più ha aiutato donne e uomini nella prassi consolidata dell’igiene è il ferro da stiro con cui si surriscaldavano i letti, stirandoli. La stiratura era uno shock termico anti germi. “Prima il materasso era fatto con gli scarti delle pannocchie di mais, del cascame dell’agricoltura, successivamente con la lana, che andava lavata continuamente. Il ferro a quelle temperature elevatissime fungeva da disinfettante, uccideva tutti i microbi. Oggi molte delle conquiste del design hanno modificato il nostro vivere, pensiamo al settore alimentare. Il sottovuoto ha soppiantato i metodi di conservazione naturale delle carni, sotto sale. Col sottovuoto, tolgo i batteri perché il microorganismo non vive perché non respira, in condizioni anaerobiche. Ecco noi architetti oggi siamo chiamati all’innovazione, non solo sugli oggetti quotidiani, ma su tutto lo spazio abitato. Un settore che verrà travolto dalla novità del Covid-19 è sicuramente la domotica. Dovremo ripensare anche molti elettrodomestici. Dovremo disegnare nuove centraline per la sanificazione, tutta la vita delle persone è stata sensibilizzata a livello planetario, le stanze in cui vivono le persone dovranno essere pensate quasi come delle sale operatorie”.

Potrebbero presto essere venduti degli apparecchi che spruzzano disinfettante negli ambienti e sulle superfici, con meccanismi di domotica spinta. “Negli anni settanta arrivò lo sterilizzatore che hanno usato le mamme per i biberon, cambiò loro la vita, tutte lo comprarono”.

Dopo anni passati a climatizzare gli ambienti che si andavano sempre più chiudendo, senza finestre e spazi esterni, l’architettura potrebbe tornare a quello che con un certo romanticismo sociologico viene definito il “respiro degli ambienti”.

“La progettazione degli edifici cambierà, successe per la prima volta a Vienna e diede origine alla secessione viennese: l’organizzazione dei sanatori seguì determinate regole, per le patologie polmonari. Era quello il tempo delle vacanze nelle isole ventilate, i pazienti dovevano prendere il sole. Ecco oggi il sanatorio diventa un concetto di vita finalizzato alla salute. Pensiamo alla struttura dell’ospedale D’Avanzo a Foggia, il sanatorio per eccellenza”.

Gli ambienti saranno quindi ripensati per essere arieggiati, nessun architetto, secondo Onorati, potrà venir meno a questa regola. Cita la Boheme e le mansarde umide.

“Fino agli anni Settanta in molti uffici pubblici trovavi le sputacchiere, nell’edilizia il certificato di abitabilità nasce proprio contro le malattie polmonari. Prima di 6 mesi non si può andare ad abitare in una casa nuova, perché le pareti devono asciugarsi. Si tratta di un decreto medico degli anni Venti”. Insomma la sanità cambia l’edilizia e il design.

“La sanificazione entrerà prepotentemente nelle nostre vite e utilizzerà la tecnologie della domotica, il trattamento dell’aria subirà delle prestazioni aggiuntive nei climatizzatori, sicuramente. Non è il formicaio il problema, non risolveremo i nostri problemi andando a vivere in posti sperduti, come qualche architetto di grido ha detto, ma ci salveremo se progetteremo ambienti sanificati”.

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