Quanto manca alla colonizzazione spaziale?

by redazione

Quello che fino agli inizi del 2000 sembrava ancora un sogno lontano è ormai divenuto una realtà tangibile e in avanzata fase di concretizzazione. Stiamo parlando della colonizzazione spaziale ovviamente, che molti ritengono essere ancora pura fantascienza, ma che per i più attenti al progresso di scienza e tecnologia rappresenta un argomento di fondamentale importanza.

I perché della corsa allo spazio

Le ragioni che spingono l’essere umano verso lo spazio sono molteplici; tralasciando quelle romantiche, come il puro spirito di avventura e di esplorazione, la colonizzazione spaziale è dettata soprattutto da motivi di ordine pratico. Il compianto Stephen Hawking infatti, che è stato uno degli scienziati più autorevoli nel campo della fisica e dell’astronomia, poco prima della sua morte dichiarò che l’umanità è destinata all’estinzione certa entro i prossimi mille anni se la colonizzazione spaziale non avrà inizio nel giro dei prossimi 200 anni al massimo.

A parte le potenziali minacce provenienti dall’esterno, come gli asteroidi per esempio, la necessità di colonizzare lo spazio nasce soprattutto dall’esigenza di sfruttare nuove risorse, in particolar modo acqua e minerali, nonché di rilanciare l’economia globale ormai in fase di ristagno e sull’orlo del collasso.

Già all’inizio degli anni ’60, infatti, il presidente americano John Fitzgerald Kennedy mise in guardia sui pericoli derivanti dall’avere un’economia globale fondata principalmente sull’industria bellica, e del ruolo centrale che la corsa allo spazio avrebbe giocato nel cambiare questo stato di cose.

L’uso pacifico della spazio non rappresenta soltanto una sorta di “piano B” per la salvezza del genere umano in caso di cataclismi naturali o esaurimento delle risorse naturali, quindi, ma un passo fondamentale nell’evoluzione dell’individuo grazie alla tecnologia, che deve essere necessariamente deviata dalla sua attuale vocazione, focalizzata principalmente alle applicazioni militari.

Il ruolo della tecnologia

Durante gli anni della Guerra Fredda, che hanno visto la contrapposizione dei grandi blocchi continentali USA-URSS, la ricerca e lo sviluppo sono sempre state finalizzate alle applicazioni militari; tutti i dispositivi e le tecnologie in uso al giorno d’oggi anche in ambito domestico, a partire da internet fino ai laser adoperati nel settore civile in medicina e per le misurazioni (per ulteriori approfondimenti leggere qui), in origine sono stati sviluppati e adoperati prima per scopi militari.

Questo mostra chiaramente che l’uomo ha sempre posseduto un’innata tendenza distruttiva; l’attuale progresso tecnologico, però, ha reso il contesto generale molto più pericoloso a causa dell’enorme potenza delle armi nucleari e delle più recenti armi a energia.

Se è vero che l’industria bellica ha rappresentato il primo motore per lo sviluppo tecnologico e, di conseguenza, anche per quello economico, è anche vero che ha incrementato in maniera preoccupante la sicurezza dell’intero genere umano, mettendo a rischio la sua sopravvivenza a causa di armi dagli effetti sempre più devastanti.

Fare in modo che l’industria bellica sia convertita verso finalità civili è quindi un passaggio obbligatorio sul percorso del progresso umano; e l’unico modo per farlo adoperando in pieno tutte le tecnologie avanzate che sono state messe a punto fino a oggi, senza intaccare quindi la struttura economica che esse supportano, è concentrare gli sforzi sulla colonizzazione dello spazio.

La nascente industria spaziale privata

Questo cambiamento è in atto già da un bel po’ di anni ormai, come dimostrano le numerose imprese private che si sono lanciate a capofitto nel settore aerospaziale. Gli esempi più famosi sono soprattutto la compagnia SpaceX, fondata dal miliardario e inventore sudafricano naturalizzato statunitense Elon Musk, e la compagnia Blue Origin di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon.

Entrambi perseguono programmi ambiziosi che vanno al di là del mero sfruttamento turistico dei voli spaziali, anche se questo sentiero è comunque battuto quale fonte di sostentamento economico per i programmi di ricerca e sviluppo più avanzati, come il progetto Starship di Elon Musk e il progetto Blue Moon di Jeff Bezos.

Il primo è finalizzato a lanciare dei voli verso il pianeta Marte, prima per trasportare materiali e attrezzature scientifiche e poi il personale umano necessario a stabilire una colonia permanente da ampliare nel corso del tempo. I test di progettazione e collaudo della Starship continuano a procedere a ritmi serrati, infatti, e per il 2023 è programmata la prima missione di sorvolo lunare con un equipaggio composto interamente da privati cittadini.

La Luna, invece, sembra essere l’oggetto principale delle mire di Jeff Bezos, che nel 2019 ha annunciato che già da tre anni era in corso il progetto di realizzazione di un lander lunare battezzato Blue Moon, ovvero un veicolo in grado di trasportare e far atterrare sulla Luna materiali, attrezzature o persone, a seconda della sua configurazione.

Anche il progetto Blue Moon è finalizzato alla creazione di una colonia umana permanente sulla Luna, che verrà quindi utilizzata come risorsa fondamentale per l’estrazione di idrogeno e come piattaforma di lancio per i successivi voli che avranno come destinazione Marte e gli altri pianeti del Sistema Solare.

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