“A mente accesa” di Daniela Lucangeli, una disamina ragionata e baricentrica sui disagi mentali ed esistenziali di minori o soggetti fragili

by redazione

L’itinerario elaborato da Daniela Lucangeli in “A mente accesa” (Mondadori, 2020) è dedicato alla mente e alle relazioni d’aiuto, da cui traspare un’intensa carica umana, affettivo-emotiva e accademica. La sensibilità che sempre si evince mappa in modo finemente impegnato le fasi salienti di un “sentire”, personale e peculiare, reso con stile e chiarezza impeccabili.

Il collante generale è un sentimento profondo per l’alterità – come sintetizzato nella massima proiettiva “Crescere per far crescere” che permea fattivamente la sua vita privata e accademica, vissuta con trasporto empatico e con competenza eccelsa. Il suo ricco mondo culturale è trasfuso con autenticità, raccontandosi anche in prima persona sin da bambina con le ginocchia sbucciate, facendo emergere una piega espositiva profonda, spesa sempre al servizio della ricerca psicologica, pedagogica e clinica. Lo scorcio biografico è ricorrente e si abbina, dialetticamente, alla fattualità oggettiva delle life stories narrate, dalle quali coglie stimoli per riflettere con colleghi ed estimatori.

A mente accesa” offre una disamina ragionata e baricentrica sui disagi mentali ed esistenziali di minori o soggetti fragili – alcuni dei quali assistiti o allievi della Prof.ssa Lucangeli – che nella narrazione entrano talmente nelle vene del lettore da esserne quasi adottati a distanza. Così le storie di Sara, Martina, Stefano, Giorgio o Angelo e Alessandro diventano magicamente quelle di nostri alunni o pazienti bisognosi di attenzioni umane, professionali ed educative. Chiaro è il travaglio del professionista maturo e coscienzioso che, nonostante l’adozione di testate strategie scientifiche d’integrazione e cura, trova con difficoltà la strada definitiva per lenire il disagio altrui provando, per questo, frequente senso d’impotenza e il peso cocente di alcuni errori, prima di perseguire l’obiettivo sperato. Le narrazioni s’inquadrano nei relativi contesti ambientali (olisticamente intesi), ora favorenti ora pesantemente condizionanti; tutto è sempre tracciato sullo sfondo emozionale della warm cognition, fondamentale nei processi di apprendimento e di supporto cognitivo-comportamentale nei disturbi del neurosviluppo.

La metafora della scala – ossia “passo dopo passo, salto dopo salto” in un continuum progressivo e sempre migliorativo -, simbolizza la strada per arrivare ad invertire la rotta nelle helping professions e per cum-prendere profondamente l’altro per supportarlo anche nel suo “mal – essere”.

Daniela Lucangeli è esemplare nel tracciare le vie di questa ambiziosa intrapresa, confermando in ogni paragrafo una straordinaria ampiezza di orizzonti scientifici e culturali, meritando corale riconoscenza e lode.

Maria Aida Tatiana Episcopo

Dirigente Ufficio scolastico di Foggia

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.