Andrea Caprioli, campione di scacchi e un libro scritto a dodici anni per aiutare i bambini meno fortunati

by Alesssandra Nenna

Certe favole si leggono e certe altre si vivono. Può perfino accadere che si svolgano al contrario, così che un bambino vero vi si tuffi all’interno e inizino poi nella realtà ad accadere le magie

Andrea Caprioli, dodici anni, è un bambino speciale. Così speciale che ha compreso subito che anche le parole lo sono e ha taciuto fino all’età di quattro anni. Così speciale che oggi, a scuola, necessita di insegnanti speciali come lui. Dei supereroi, sicuramente.

Un anno fa però Andrea ha espresso il desiderio di scrivere un libro per due valide ragioni: perché voleva diventare ricco e famoso, e per aiutare altri bambini meno fortunati. La notizia oggi è che il libro Alexander e il mondo dei sogni è stato pubblicato da Wip Edizioni lo scorso settembre nella collana diretta da Santa Vetturi in cui gli autori si impegnano a devolvere per scopi umanitari una parte dei proventi delle vendite. Inizialmente stampato in quaranta copie, i genitori di Andrea immaginavano una esigua distribuzione tra conoscenti e genitori dei compagni di scuola. In pochi mesi invece sono state fatte già tre tranche di donazioni rispettivamente alle associazioni no profit John Act e la casa famiglia Famiglia Dovuta. Il succcesso? Il passaparola. Come accade spesso per tutto ciò per cui non si coltivano aspettative. Prima che del libro allora, la notizia nella notizia è che questo bambino speciale, a dodici anni, ci sta dicendo che la ricompensa arriva quando ti fai ponte verso gli altri.

Una storia agile che corre lungo settanta pagine, ma se credete banale perché scritta da un bambino, sarà bene abbandoniate ogni pregiudizio perché la trama oltre che avvincente ha una propria dignitosa impalcatura che accoglie infine più di qualche lezione.Alexander è un bambino costretto a casa perché malato (un po’ come Andrea durante il lockdown, bloccato in solitudine) e immagina di poter raggiungere in sogno un mondo fatato il cui nome, Dolcilandia, attiva anche le papille gustative più addormentate. I cancelli di ingresso sono fatti di Nutella e tutto è commestibile. Non sarebbe potuta essere una storia avvincente se tutto si fosse ridotto alla descrizione di un immutabile Paradiso e così, proprio come nella vita reale, qualche cattivo è perfino un bene che ci sia. In questo caso è il drago Red che vive in una Foresta di Frutta Candita, che soffre di solitudine e, a causa di un passato doloroso in cui gli hanno sterminato non solo la famiglia, ma proprio la razza, si è caratterialmente imbruttito. Red pecca anche di invidia e, per punire la felicità di Alexander, decidendo di farsi compagnia con i suoi genitori. Tuttavia è meno geniale di ciò che potrebbe sembrare perché la sua lingua, all’opposto di ogni drago che si rispetti, sputa ghiaccio, congelando e paralizzando chi ne viene colpito. Ora Red nella propria caverna, in compagnia di due statuine sottovuoto come genitori, non è dato sapere quanto abbia risolto i propri problemi di socialità, ma ne ho tratto una personale morale: “se non è nel tuo cammino, non riuscirà a darti alcuna gioia”. La storia prosegue con Alexander che incontra nuovi amici con cui elaborerà un piano per liberare i suoi amati genitori, ma non sottrarrò ai futuri lettori di sapere come va a finire e soprattutto scoprire la propria morale. Credo sia un libro magico perché ognuno ci troverà la sua.

Ciò che non conoscevo mentre leggevo questo piccolo libro buono (nel senso che anima i migliori sentimenti) è che Andrea questa storiella l’aveva scritta un anno fa, ma per metà perché a un certo punto, dopo il primo entusiasmo, la scrittura gli era venuta a noia. È stato merito della insegnante che, a fine ciclo scolastico, lo ha invogliato a proseguire. Alla mamma Francesca che si è improvvisata dattilografa, ha poi dettato un capitolo al giorno. Mentre giocava ai videogiochi con i suoi amichetti. Come la maggior parte dei bambini speciali, le capacità e gli interessi di Andrea si esprimono in tante diverse direzioni: numismatica, mineralogia e scacchi. A quest’ultima passione che gli è valsa anche qualche coppa in alcuni tornei regionali, il merito è da attribuire a una vecchia e pregiata scacchiera in legno e ottone costruita dal nonno materno. Gli scacchi sono un mondo di cui ha perfino parlato in un breve articolo per il giornalino della scuola (lo trovate qualcosa a sua firma qui https://www.inout-press.it) dove ne consigliava un approfondimento ai coetanei per sostituire quei videogiochi di cui tuttavia nutre gran parte del tempo libero essendo l’unico terreno di scambio con i suoi amichetti.

Gli ho chiesto se vedesse la scrittura come un’attività futura, magari proprio quella in grado di renderlo ricco, ma continua ad annoiarlo. “Potrei diventare un campione di scacchi”, ha dichiarato sicuro. Non si sente già arrivato, perché quando gli ho chiesto a quale dei suoi amati minerali si associasse non ha optato per il diamante, “troppo puro”, bensì per una commistione tra il rubino, simbolo di felicità, e l’oro, per la dolcezza. Lo confermo. La voce di Andrea sembra arrivare da Dolcilandia, il paese della sua fantasia.

Se vi piace l’idea di contribuire ad alimentare il suo sogno e destinare i proventi del libro in beneficenza, scrivete una mail a francescaciani1969@hotmail.it per averlo al costo di 8 euro. Diversamente, lo troverete (allo stesso costo) nei consueti canali di distribuzione.

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