‘Dove tutto è a metà’, Federico Zampaglione sul palco della Fiera del Libro di Cerignola

by Germana Zappatore

La Puglia per Federico Zampaglione è un po’ come una seconda casa, una terra d’adozione. Qui, infatti, c’è un pezzo del suo cuore (la sua compagna, l’attrice Giglia Marra, è nata a Mottola). Per questo il tacco dello Stivale è da un po’ la meta preferita delle sue vacanze, dei suoi videoclip (‘Vento del Sud’ è in parte girato nel tarantino) e “il posto in cui vivere se gli affetti (la figlia Linda avuta da Claudia Gerini, ndr) non fossero a Roma”. Ma anche quando deve parlare della sua prima fatica letteraria scritta a quattro mani con lo sceneggiatore e amico Giacomo Gensini. Si chiama ‘Dove tutto è a metà’ (Mondadori) e il frontman dei Tiromancino è andato a parlarne in quel di Cerignola in occasione della seconda giornata della X Fiera del Libro.

È un romanzo nato “perché fare un film era troppo costoso” (Zampaglione ha anche firmato la regia di tre pellicole, ndr) e in realtà è un pretesto per parlare di musica. A partire dalla storia. I protagonisti, infatti, sono due musicisti. Da una parte c’è Lodo, cantante rock appena ventenne dal “grande talento e un’assodata allergia al palcoscenico” che ha “un’energia irrequieta che attende di potersi sprigionare, se solo lui sapesse come farlo”. Dall’altra c’è Libero Ferri, cantautore pop “che un tempo riempiva gli stadi”, ma che “dopo un paio di dischi sbagliati non riesce a venir fuori da un terribile blocco creativo”. I due si incontrano per caso e “fra amori e tradimenti, concerti travolgenti, party lussuosi, incomprensioni e riconciliazioni, successi, fallimenti e colpi di scena si ritroveranno a fare i conti con i propri punti di forza e le fragilità, e a compiere scelte che condizioneranno le scelte di tutti”.

Zampaglione a Cerignola (Ph. Vito Monopoli)

Insomma, la musica c’è anche qui e non poteva essere altrimenti. E così la chiacchierata nel gremitissimo cortile di Palazzo Fornari vira sulle sette note. Complice anche la chitarra classica che Zampaglione ha con sé sul piccolo palco. Mentre parla pizzica le corde ed è inevitabile che suoni qualcosa regalando al pubblico un repertorio del tutto inaspettato: ‘Space Oddity’ di David Bowie, ‘Private Investigation’ dei Dire Straits, ‘Independence Day’ di Bruce Springsteen, ‘Roma nuda’ di Franco Califfano. “Perchè io a casa non ascolto mai le mie canzoni – rivela a sorpresa – ma musica rock e blues che è poi quella con cui sono cresciuto e mi sono formato”. E che è quella che scandisce anche la storia di Lodo e Libero (ogni capitolo del romanzo ha per titolo una canzona che ha fatto la storia della musica).

Federico Zampaglione (Ph. Vito Monopoli)

Poi, però, canta anche ‘Vento del Sud’ e non si può non affrontare il tema di quanto sia difficile per un artista raggiungere il successo, ma anche restare a galla. “Fare musica – spiega – non significa fare ciò che ti porta soldi e successo facili e magari anche donne. Fare musica è sentire e seguire il proprio io, il proprio istinto, dare voce a ciò che si ha da dire. Si tratta di un percorso che all’inizio può non premiare, ma che alla lunga dà soddisfazioni e ti permette di fare musica senza tradire te stesso. È questo che vorrei che capissero i giovani che oggi decidono di fare musica”. Un percorso che indubbiamente ha premiato i Tiromancino, ma che in qualche occasione ha anche creato problemi. Come al Festival di Sanremo del 2008 dove la band portò il brano ‘Il rubacuori’ sul tema dei licenziamenti collettivi.

Nessuno capì – racconta – che quando cantavo ‘Tanto a me della musica non mi frega più niente, seguo un’altra politica sono dirigente’, la musica era la personificazione di una generica armonia del mondo. Pensarono, invece, che volessi polemizzare con la nostra casa discografica. Scoppiò il finimondo”. Ruppero con la EMI e arrivarono diciassettesimi. Anche questo è il prezzo da pagare quando si decide di non scendere a compromessi e di mettere in musica il proprio mondo (non quello degli altri!).

Il finale della serata è affidato a ‘La descrizione di un attimo’, indubbiamente uno dei brani più amati della band romana. E la platea seduta nel cortile di Palazzo Fornari non riesce a resistere e accompagna Federico Zampaglione. “Ah, e come sempre sei la descrizione di un attimo per me. Ahi ahi ahi, come sempre sei un’emozione fortissima. Ahi, come sempre sei bellissima, perché… ahi ahi ahi, come sempre sei la descrizione di un attimo…”.

*La foto in evidenza è di Vito Monopoli

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