Flora e Fauna di Gilda Manso, la microfinzione per un viaggio fantastico tra fiaba e allegoria

by Agnese Lieggi

Flora e Fauna di Gilda Manso, nella risplendente traduzione e accurata introduzione di Antonella Di Nobile, edito da Wojtek, è una antologia di microracconti che esplorano e ricercano intrecci primordiali.

La giovane scrittrice infatti utilizza un genere abbastanza consolidato all’interno della letteratura ispanoamericana: la microfinzione o il microracconto, una narrativa breve già utilizzata da autori come Julio Cortázar e Jorge Luis Borges.

Attraverso piccole e dense istantanee, Gilda Manso offre composizioni narrative poggiate su architetture stilistiche perfette che accompagnano il lettore in un viaggio fantastico ricco di allegorie, in cui l’autrice gioca con il lettore, gli tende dei tranelli, alterna e richiama la favola greca classica e i bestiari, sovvertendo in maniera sfacciata gli schemi antichi.

Per approfondire la composizione d’insieme proposta da Wojtek, porgiamo qualche domanda direttamente all’autrice, che ringrazio anticipatamente per la sua disponibilità.

Come nasce la tua “antologia personale di microfinzione”, Flora e Fauna?

Alcuni anni fa, la casa editrice peruviana Micrópolis, specializzata in microfinzione, mi ha proposto di mettere insieme un’antologia personale. Avevo già pubblicato due libri di microracconti (Matrioska e Stagione dei cinghiali); pertanto ho selezionato dei racconti da entrambi i libri e ho scritto alcune microfinzioni nuove, è così che abbiamo creato Flora e Fauna.

Puoi spiegarci la relazione tra il titolo Flora e Fauna e i tuoi racconti brevi?

In molti dei miei racconti compaiono animali, sia come protagonisti sia come personaggi che sono semplicemente lì. Per questo motivo ero tentata dall’idea di adoperare come titolo: “animali”. Successivamente, rileggendo il libro e pensando alla microfinzione in generale, mi è venuto in mente che i libri di microfinzioni sono piccoli universi in cui accadono molte cose. Quindi ho pensato al libro come ad un territorio e ho ricordato che a scuola, da piccola, durante geografia, ci parlavano di “flora e fauna”, di tale luogo…e ho capito che quello doveva essere il titolo.

Ogni racconto ha un’architettura perfetta, come spiegheresti la tua preferenza per questo genere?

Non so se sia corretto dire che ho una preferenza per questo genere; scrivo racconti e romanzi.

Il lettore ha il suo grado di partecipazione di fronte alla combinazione di realtà, porte invisibili e finzione che si aprono nel gioco della narrazione, era la tua intenzione fin dall’inizio?

Non era mia intenzione, ma sicuramente la microfinzione possiede un lato ludico, penso che il lettore possa empatizzare con questo. La microfinzione  è facile da leggere, condividere, caricare sui social media, leggere in un programma radiofonico; lo scrittore di microfinzione ha questo vantaggio: è un tipo di invenzione letteraria molto più “trasportabile”.

L’elemento fantastico utilizzato è un filo diretto con la tua tradizione letteraria? Mi riferisco soprattutto a Cortázar, Borges…

Non l’ho mai pensato, voglio dire che non l’ho fatto di proposito. Ovviamente, ogni scrittore è influenzato dalle proprie letture. Il genere fantastico si presta molto alla microfinzione, ed è un genere in cui mi sento molto a mio agio. Infatti, il mio romanzo più recente, “Un regno molto vicino casa” (VR Editoras) è di genere fantastico.

Quali sono le tue tre autrici imprescindibili?

Sue Grafton, J.K Rowling e Clarice Lispector.

Grazie mille e speriamo di vederti presto in Italia!

Spero proprio di sì!

Gilda Manso (Buenos Aires, 1983) è scrittrice e giornalista. È autrice di varie raccolte di racconti e romanzi, tra cui Matrioska (2010) e Luminosa (2016). In Italia Edizioni Arcoiris ha tradotto il suo romanzo Verme (2018).

*Traduzione dell’intervista a cura di Maria Agnese Lieggi

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