Il corpo parla in “Prima di aprire bocca” di Mendolicchio

by redazione

“Al centro del suo ragionamento non c’è mai la tecnoscienza ma piuttosto il logos, la parola, il racconto: quello che gli anoressici e obesi negano, delegando allo sfigurarsi il loro grido, tatuandosi il disagio addosso.

Descrive una società di solitudini impenetrabili, ore trascorse sul tapis roulant o a farsi vomitare, ingozzarsi o pomparsi i muscoli pur di non parlare agli altri e o a se stessi. Eppure è proprio riallacciando bios e logos, agendo sul piano simbolico del corpo che lo si rimette in funzione”.

ANORESSIA, BULIMIA, OBESITÀ, VIGORESSIA, ORTORESSIA

Così scrive il giornalista Corrado Formigli nella sua prefazione all’ultimo libro dello psichiatria foggiano Leonardo Mendolicchio, ormai varesotto d’adozione, “Prima di aprire bocca” edito da Guerini e Associati.

La carne parla per il medico e direttore di Villa Miralago, una delle più importanti realtà europee per la cura dei disturbi alimentari.

Dopo “Bisogna pur mangiare” lo psichiatra lacaniano torna sul tema del corpo, quale vestale del disagio contemporaneo tra disturbi alimentari, autolesionismo, identità di genere e dipendenze. Il corpo è lo scenario privilegiato di ogni lotta interiore ed esteriore. Vi è una psicopatologia della vita quotidiana ai tempi della globalizzazione? Questa la domanda a cui risponde l’autore, senza cadere in uno sforzo speculativo teorico o epistemologico, bensì incarnandosi nelle storie dei ragazzi e delle ragazze che arrivano nella provincia di Varese. Anoressia, bulimia, obesità, vigoressia, ortoressia, nel libro si precipita dentro le esperienze delle persone in trattamento.

“Perché dobbiamo piacere agli altri? Perché il tema del riconoscimento ci destabilizza così tanto? Non ho risposte preconfezionate, soluzioni da offrire, pretese salvifiche, ma ho capito sulla mia pelle che dobbiamo imparare, anche grazie a chi ci sta accanto, a prenderci cura di noi, a saper cogliere il ‘bene’, saperlo offrire come gesto d’umana accoglienza”, ha osservato nella postfazione di Martina Colombari.

A Piazza Pulita

Mendolicchio è spesso ospite a Piazza Pulita su La7. Dagli studi del format di Formigli illustra come oggi non è lo stipendio, l’ascensore sociale, l’amore a soddisfarci. Ciò che provoca felicità, ciò che condiziona l’umore è soprattutto il corpo e quanto ci si riconosca in esso.

Tutti possiamo cambiare la nostra identità cambiando il nostro corpo (Paul Michel Foucault).

Non è una questione anatomica. “Quanto costa essere Wow?”, si chiede Mendolicchio, riferendosi alla reaction dei social. Sul corpo delle donne si sta scrivendo un nuovo dominio. Le debolezze psichiche delle persone producono denaro. Labbra rigonfie, glutei turgidi, occhi senza rughe.

Le narrazioni collassano

L’autore offre la sua guida alla lettura a bonculture. “Il libro è un saggio che parte dal tema centrale del corpo, che oggi sempre più diventa uno slogan. Lì dove la parola perde potere e le narrazioni collassano sui tweet e le dichiarazioni su Facebook e su Instagram, il corpo diventa l’unico veicolo di messaggio, ovviamente articolato sul versante della clinica. Dai disturbi alimentari alle identità di genere, dipendenze patologiche. Con un taglio sociologico e antropologico propongo contro la deriva del corpo, che schiaccia tutto, una ricetta, quella del nuovo umanesimo. La militanza e la partecipazione possono salvarci, la partecipazione può sostenere la soggettività e l’individualità. È un libro molto politico”.

Antonella Soccio

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