“Il lavoro del lettore. Perché leggere ti cambia la vita” di Piero Dorfles: la potenza del libro per conoscere e l’isola della letteratura

by redazione

… la letteratura è una combinazione di ventiquattro simboli fonetici, dieci numeri, circa otto segni d’interpunzione ….ma può creare uno spettacolo mentale…

Il saggio “Il lavoro del lettore. Perché leggere ti cambia la vita” , in gara nella sezione varia della terza edizione del Premio I fiori blu, offre un raccordo di pregio tra pensieri autorali, letteratura di varia datazione, storia e aneddoti culturali di spessore. Piero Dorfles è esemplare nel tracciare le vie di un ambizioso percorso nel mondo della lettura, confermando in ogni macro-tema prescelto una straordinaria ampiezza di orizzonti, resi in uno stile espositivo sempre chiarissimo e forbito.Il valore della lettura è affermato in ogni dove narrativo: parlando di ziette, di guerra, d’isole, di generi letterari, di passeggiate e viaggi, di racconti gialli e, persino, di patti vanesi con Mefistofele…La linea espositiva fa sempre riferimento ad autori di eccelso rilievo storico-letterario. La potenza del libro è enorme e leggere è conoscere!

Chi sostiene di non avere tempo per leggere o che farlo costi troppo, in realtà non sa che sta perdendo una grande occasione di vivere un’esperienza unica. Decifrare segni e pensieri, infatti,è una grande competenza che attiva proficuamente il muscolo intellettuale del lettore. Saper leggere aiuta a saper capire e a superare anche istanti di affettività negativa o di prove che la vita inevitabilmente riserva. Anche la medicina consiglia di leggere accanto a chi verte in stato di coma …Il percorso narrativo del prof.

Dorfles procede nella descrizione originale di alcune categorie sociali: il lettore, l’inetto, le ziette, l’eroe classico, il viaggiatore, persino il vanesio che medita di vendersi al diavolo…L’inetto, ad esempio,è protagonista di rilievo nei romanzi moderni: non è all’altezza, è senza slanci vitali, non si cimenta per superare gli ostacoli, non affronta le sfide e le delusioni, è irresoluto, non vive autenticamente se stesso ed è sempre sconfitto…in una sola parola è inadeguato! Il saggio di Dorfles offre al lettore vari identikit e psico-tipologie di personaggi inetti, sapientemente tratti dalla letteratura più nota: ne sono esempio Alfonso Nitti, Emma Bovary o l’idiota di Dostoevskij nonchè un famoso inetto anacronistico come Don Chisciotte ecc. Ogni scorcio narrato e ogni biografia si possono contestualizzare… per Dorfles la letteratura è nata in un’isola (Itacane è un grande esempio) in cui albergano valori circoscritti comunitari e autonomi.L’isola è sogno e al tempo stesso chiusura e ciò in una peculiare contraddizione dialettica. Spazio e tempo le sono propri e sono anche il luogo originario dell’endogamia,in altre parole dell’isolamento culturale.La letteratura ha usato l’isola metaforicamente come formicaio con dentro esseri umani costretti a viverci e a realizzare le transazioni umane indispensabili. Sono tali, ad esempio, i naufraghi di Robinson Crusoe e della Tempesta di Shakespeare, oppure Stevenson dell’isola di Samoa, oppure i personaggi avventurosi delle isole di Verne e delle isole delittuose di Agata Christie. Il mare e la natura ispirano particolari modi di sentire e di pensare,efficacemente traslati anche ne Il Lavoro del Lettore, dove l’isola è uno dei luoghi della piacevole e sempre colta narrazione.

La guerra rappresenta un altro tema di approfondimento del saggio di Dorfles, dolorosamente attuale per tutti noi.“Dulce bellum inexpertis, expertus metuit” è una massima latina ancora attuale, essendo la guerra oltre che fatto storico deleterio anche scenario presente in una sterminata produzione letteraria. Molti la ripudiano –come in Italia ai sensi dell’art. 11 della Carta Costituzionale -altri stranamente la concepiscono in modo giustificativo parlando di guerra giusta, guerra santa, conflitto necessario… I militari di professione,in fondo,sono preparati a questo,magari con predominante intenzione di difesa ma sono,sempre,preparati alle guerre. La guerra sospende i patti di convivenza civile e la democrazia mentre, contestualmente,tacciono le leggi…Nello spazio antropologico della guerra si contrappongono interventisti/bellicisti epacifisti/neutralisti-oltre che uno stuolo acritico di indifferenti -più volte costretti a sottostare al bellicismo degli altri.Il saggio spiega con la solita efficacia espositiva la coscienza della guerra oggi predominante evidenziando,con un certo stigma, il ruolo nefasto di taluni potenti della Terra che, di fatto,mandano in guerra i figli del popolo e non se medesimi o la propria progenie. In camminare pensare e scrivere Dorfles cita varie opere costruite sui piedi come ad es.quelle di Omero, il De Bello Gallico di Cesare o ulteriori esempi letterari in cuisiparla di eserciti odi formazioni oplitiche. “Nel mezzo del cammin di nostra vita”esordisce Dante,“Le bugie hanno le gambe corte”si legge nella carrellata di proverbi più noti.

Hegel rievoca le escursioni sulle Alpi bernesiquando 26nne faceva il precettore… De Chateaubriand evoca il passo sul Monte Bianco… Camminare/viaggiare da soli o in compagnia ha varie valenze, è un’essenza della nostra vita e ha prodotto varia letteratura;camminando si rafforza il rapporto uomo/natura, si conosce di più, talora anche con esperienza estatica. Però non si scrive camminando… ma l’aria viva e pulsante è una necessità creativa per scrivere e produrre opere. L’autore procede anche con una ricca disamina di generi letterari: ad esempio il romanzo romantico/sentimentale descritto con“affettuosa canzonatura”in Mielestrazio,il racconto giallo di Sciascia, Giannini, Gadda, Chiara, Poe e le correlate storie poliziesche.

In profezie distopiche parla di genere fantascientifico (UFO, guerre stellari, macchina del tempo, teletrasportoecc.) passando per citazioni tratte da Verne, Salgari e altri illustri autori. Infine Dorfles traccia un significativo capitolo in Odisseo, il nostro essere qui… l’Odissea si apre con una sorta di seduta di psicanalisi poiché, in realtà,l’opera prende effettivo avvio quando Odisseo sbarca all’Isola dei Feaci dove è accolto, nutrito,ripulito e coperto di doni;dove, soprattutto, gli viene promesso di rientrare a casa con una nave allestita appositamente per il suo viaggio di ritorno. La teoria della Kalokagathia(del bello e buono) e del mito di Odisseo sono sapientemente colti fino ad un parallelismo colto con Se questo è un uomodi Primo Levi. Particolarmente denso di significato il passo finale: “ I libri, la lettura, non portano certezze, ma dubbi. Non felicità ma conoscenza. Non spiegano il perché della vita,ma aiutanoa porre domande e ad essere consapevoli di sè …”Per concludere. Leggere rappresenta un repertorio colto di valenze, di significati e di possibilità conoscitive inerenti la storia dell’uomo e relativi fallimenti e conquiste … il lettore, attraverso sensazioni personalissime e una soggettiva e coinvolgente attività simbolica,sperimenta spettacoli mentali singolari che possono persino cambiargli la vita.Il saggio del Prof. Dorfles merita,sicuramente,un particolare encomio dai suoi numerosi lettori.

Maria Aida Tatiana Episcopo

Dirigente Ufficio scolastico provinciale di Capitanata


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