Le Vecchie Segherie Mastrototaro: necessità e nuove sfide raccontate dalla libraia Viviana Peloso

by Alesssandra Nenna

Da un opificio industriale a un contenitore polivalente di eventi culturali. Gesti di poetica bellezza durante il lockdown hanno anticipato la ripresa delle attività streaming portando gli editori nelle case dei lettori.

Quando il perché è forte, il come si trova sempre”. Potrebbe essere un mantra per le Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie, manifesto per raccontare la storia di una resistenza e ancor prima di una trasformazione. La struttura, in pietra fortificata risalente al Cinquecento, si trova a ridosso del porto, all’interno del bastione San Gennaro, unico di proprietà privata, che fino agli anni Novanta ha ospitato una segheria.

Nel 2017, dopo il trasferimento della segheria nella zona industriale, il proprietario, nell’ottica di un recupero degli ampi spazi, ma anche in nome della continuità di un’arte artigiana, ha fatto largo alla carta, quella rilegata dei libri. Pietra viva e legno tuttavia restano a creare la cornice di un luogo risparmiato dalla fretta della modernità, a farsi soglia su un mondo sospeso come la struttura vorticante che accoglie i visitatori all’ingresso, e che sembra offrirgli un amichevole abbraccio. Il Bookstore Mondadori, conosciuto soprattutto con il più longevo nome Vecchie Segherie Mastrototaro, è oggi una delle librerie più versatili del nord barese. “Nei quattro anni di attività ha ospitato non solo incontri con gli autori, ma anche spettacoli teatrali, concerti, ed eventi culturali grazie, anche – spiega la responsabile della libreria Viviana Peloso –, la proficua collaborazione con il Sistema Garibaldi e il Presidio del Libro di Bisceglie”.

Poi il 2020 ha passato un colpo di spugna su progettualità, previsioni e calendarizzazioni obbligando la maggior parte delle attività commerciali a ripensare il rapporto con i clienti, improvvisare nuove modalità di fruizione, dove possibile.

Mondadori, durante il lockdown di marzo/aprile, ha attivato il servizio di consegna a domicilio esteso dal Bookstore di Bisceglie ai propri acquirenti, ma alla libraia Viviana non è sfuggita la loro necessità di un confronto, di ricevere consigli di lettura. “Molti – ci racconta – hanno attraversato, e io con loro, una situazione di stallo. Tanti libri sul comodino, ma una generale incapacità di concentrazione per dedicarsi alla lettura. Insomma, mi sono ritrovata a spargere titoli via chat; dal caso editoriale dello scorso annoCambiare l’acqua ai fioridi Valérie Perrin, aLa verità sul caso Harry Quebertdi Joel Dicker, fino alle storie di Lolita Lobosco di Gabriella Genisi per gli appassionati di gialli. Altri ancora, avendo tempo a disposizione, si sono cimentati nella lettura di classici e qualcuno in imprese più ardue come “Alla ricerca del tempo perduto” di Proust. Ma ogni lettore è diverso, sarebbe impensabile per me consigliare sempre lo stesso titolo”.

Perché il libraio di fiducia (chi ha la fortuna di incontrarne uno, ndr) è un po’ psicologo e un po’ sarto: prende le misure alle emozioni che stiamo vivendo e ci cuce addosso le parole giuste. Scritte da altri certo, chissà per chi o quale ragione, ma lasciandoci la sottile illusione, almeno per il tempo della lettura, che siano state scritte per noi.

Un discorso che, si badi, non ha riguardato solo i clienti fidelizzati. Un nuovo sodalizio, in nome di una libreria che profuma ancora di trucioli e legno appena tagliato, si è realizzato quando alcuni clienti hanno inviato libri verso il nord, in particolare Lombardia, ad amici e parenti lì bloccati per lavoro o studio. Alcuni di loro, ragazzi che studiano all’Università in particolare, sono stati così entusiasti dei libri ricevuti che hanno continuato a scrivere a Viviana e acquistare a distanza.

La riapertura della libreria in maggio non li ha colti impreparati. Hanno semplicemente continuato le consegne a domicilio: a piedi, in bicicletta, in auto verso i paesi limitrofi. “Confesso – dice ancora Viviana – che tutte queste sfumature mi hanno reso accettabile e quasi poetica quella parentesi, perché mi sono sentita collegata a tante persone proprio attraverso i libri. Muoversi in una città silenziosa, senza traffico, per andare a consegnarli, ha contribuito a farmi sentire utile, facendo un gesto bello per qualcuno”.

Un comportamento copiato in lungo e in largo per la penisola che in termini numerici ha dato i suoi frutti. Stando i dati pubblicati dall’Associazione Italiana Editori, le vendite di libri cartacei in Italia lo scorso anno sono cresciute dello 0,3% (considerando il prezzo di copertina ed escludendo e-book e audiolibri) per un totale di 1,43 miliardi; cifra che ci piazza davanti a paesi come Francia e Germania con performance da sempre migliori. Parte del merito, da riconoscere, è del sostegno statale con le molteplici iniziative, ma anche dell’approccio degli operatori che si sono inventati modi alternativi di fare promozione e raggiungere il proprio pubblico. “Le librerie indipendenti, paradossalmente – spiega Viviana -, hanno trovato nuova linfa soprattutto nei piccoli centri perché in tanti hanno riscoperto il negozio sotto casa. Per contro, non possiamo trascurare chiusure di rilievo come quelle di Milano Duomo o Roma Termini che hanno subito cali ingenti a seguito della mancanza di turisti, di studenti universitari, ma anche di quel flusso quotidiano di persone che spesso, entrando di passaggio in libreria, ne escono con un acquisto. Non dimentichiamo nemmeno che in cinque anni nel nostro paese sono state chiuse circa 2300 librerie”.

Nel frattempo alle Vecchie Segherie Mastrototaro si spargono semi di futuri lettori, si spera onnivori e curiosi. Come? Provando a differenziare l’offerta di contenuti. Nel mese di dicembre, per esempio, nella striscia quotidiana in streaming “Consigli d’autore”, è stato chiesto a diversi autori italiani, da Gianrico Carofiglio a Mario Calabresi o Chiara Gamberale tra gli altri, un atto di generosità. Accomunati dal comune destino di avere un proprio libro in uscita, gli si è chiesto di consigliare, più che il proprio, cinque libri altri da leggere o regalare in occasione delle festività.

Nascono con la medesima intenzione di proporre visioni e argomenti differenti gli appuntamenti di febbraio in diretta Facebook “Case di carta. Dialoghi con autori ed editori”.

Ho pensato al tempo trascorso in casa. Ho immaginato le case in cui ciascuno di noi si è rinchiuso e la sensazione, dapprima piacevole, di restare raccolti con i propri affetti e poter fare ciò che più ci piace, a quella opposta di voler evadere. Ho pensato alle case degli autori che magari si rifugiano in solitudine per scrivere, e infine alle case editrici, che si sono trovate ad affrontare una situazione imprevista: che hanno congelato titoli in uscita, che forse si sono a lungo interrogati sull’opportunità di sostenere un libro in quel momento e il timore di bruciarlo. Il focus presenterà ogni mese una casa editrice e un paio dei loro titoli attinenti al nostro itinerario, o che l’editore considera caldi”.

Non esclude, Viviana, di dare spazio a editori pugliesi, magari minori, con l’ottica di promuovere tanta buona scrittura nascosta suo malgrado. Intanto questo è il mese della HarperCollins Italia, appartenente al gruppo globale HarperCollins Publishers, secondo editore al mondo, con oltre 200 anni di storia. Piaciuti perché conservano ancora l’effervescenza di una piccola casa editrice volta a sperimentare, che non smette di cercare tesori possibili fra gli autori emergenti. Il primo appuntamento, dello scorso 5 febbraio è stato dedicato all’incontro con la direttrice editoriale Sabrina Annoni e i responsabili editoriali. “Gli editori si entusiasmano quando sono chiamati a esprimersi al pubblico. Non sono abituati. Volevo trasparisse la complessità dell’oggetto libro, risultato del lavoro di una serie di persone – grafici, correttori di bozze, traduttori – che di quel testo si sono occupati assieme all’autore, hanno contribuito con il proprio punto di vista e la propria professionalità. Un atto che trovo necessario in un periodo storico in cui si tende a semplificare, mettere etichette che uniformano anziché differenziare. La diversità è ricchezza”.

Non facciamoci allora trovare assenti all’appuntamento del prossimo giovedì, 11 febbraio con la barese Antonella Lattanzi e il suo “Questo giorno che incombe” appena uscito. La particolarità? La casa ha un ruolo dominante, quasi una co-protagonista.

Venerdì 19 febbraio sarà la volta di una coppia sul lavoro e nella vita: Andrea Colamedici e Maura Gancitano. In casa hanno ideato e realizzato il loro librogame “Prendila con filosofia”. In due giorni dall’uscita ha venduto duemila copie obbligando l’editore alla ristampa. Entrambi filosofi e a capo a loro volta di una casa editrice (Edizioni Tlon), l’originalità del progetto è nel guidare il lettore a un approccio con il senso di meraviglia. Si gioca, si risponde alle domande su un taccuino rigorosamente scritto a mano per un percorso di lettura non lineare saltando pagine, capitoli e ordinarietà.

L’editore ospite del mese di marzo sarà invece La nave di Teseo alla cui guida c’è, come per HarperCollins Italia, una donna: l’eclettica Elisabetta Sgarbi.

Non nascondo – conclude Viviana – che mi piace moltissimo interfacciarmi con le donne. Non è voluto, ma inanellare sullo schermo tutte queste donne mostrando la loro professionalità, la cura che permea il loro lavoro mi entusiasma perché mi sembra di restituire lucentezza a quelle quote rosa che brulicano tra uffici stampa, giornalisti, direttori di testate su cui l’occhio, a volte, scivola in fretta”.

Come non sentirsi chiamati in causa: anche Bonculture è guidato da due donne.

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