La figura di Virginia Woolf è sempre stata un punto di riferimento per le donne e le lettrici di tutto il mondo, un faro nel buio, una luce che ha saputo illuminarci ai nostri tempi. Cercando Virginia – il libro di Elisabetta Bricca edito da Garzanti – racconta proprio questo: la capacità che hanno libri e il pensiero di questa grande autrice, Virginia Woolf, di condizionare la nostra vita indirizzandola verso altri luoghi diversi da quelli che sono sempre stati pensati per noi donne. Abbiamo chiesto all’autrice di parlarci del suo libro e della sua scrittura.
Cercando Virginia è un libro ambientato quarant’anni fa che ha avuto una lunga genesi. Da dove è nata l’idea?
Pensavo a questa storia già da prima de Il rifugio del ginestre. Parliamo dei primi mesi del 2016. Avevo buttato giù solo qualche pagina di appunti, ma sapevo che volevo scrivere un libro su Virginia Woolf. Il come era il grande punto interrogativo. Ho riletto l’intera produzione letteraria di Woolf per cercare di trovare la chiave che mi consentisse di accendere la scintilla. Ho scremato e scremato e alla fine sono arrivata al nocciolo della storia che volevo scrivere. E il nocciolo era la questione femminile e i diritti delle donne.
Quando hai ‘incontrato’ Virginia Woolf e come il suo pensiero ha influito nella tua vita?
Il mio è stato un approccio graduale. Anni fa, presi in biblioteca un suo libro: le Onde. Ne lessi solo un paio di pagine: fu come essere gettata in un oceano di parole, di simboli, di lirismo, e di ogni sfumatura di cui si può comporre l’animo umano. Mi mancò il fiato. Era tutto troppo. Lo lasciai da parte per un mese, però continuavo a pensarci. Mi ero intestardita. Decisi allora di riprendere la lettura. E fu una folgorazione, un colpo al cuore. Un innamoramento che dura tutt’oggi.
Nel tuo romanzo Virginia Wolf diventa una guida per tutte le protagoniste della storia, un faro che illumina la loro strada e le aiuta a superare i momenti difficili. Cosa ha significato per te raccontarne la storia e le opere?
La grandezza di Virginia Woolf deve essere tramandata, le sue parole, il suo amore per la conoscenza, le sue scelte anticonformiste, il suo genio letterario rappresentano un’eredità che ognuna di noi dovrebbe conoscere e fare propria. Il mio è stato un omaggio sincero e sentito alla donna e alla scrittrice.
Emma è un personaggio complesso, una donna non convenzionale per la sua epoca. Dimostra un coraggio e una determinazione fuori dal comune. Come accade nella storia, potrebbe essere di esempio per altre donne che sceglieranno di leggere il tuo libro.
Io voglio crederci in questa cosa, le parole sono un mezzo di comunicazione potente. I libri lo sono.
Il libro, tra le altre cose, parla anche di solidarietà femminile e di quanto essa in realtà sia importante. Rispecchia un po’ il tuo punto di vista?
E’ ciò che vorrei e che raramente ho trovato nella mia vita
I luoghi del romanzo sono molto dettagliati, c’è in ogni pagina una descrizione attenta e veritiera. Quali ricerche hai dovuto fare?
Ricerca sul campo, ricerca sul web, tanto studio anche e soprattutto su testi in lingua inglese. Ho visto molti documentari, alcuni estremamente noiosi ma utili, e ho seguito una serie tv prodotta dalla BBC, Life in squares, che racconta la storia del gruppo di Bloomsbury di cui anche Virginia Woolf fece parte.
Cercando Virginia è anche un libro sui libri, sull’indiscutibile potere salvifico della lettura. Quante volte i libri ti hanno salvato?
I libri mi hanno fatta diventare in parte quella che sono. A dodici anni impazzivo per Anna dai capelli rossi, era la mia eroina. Volevo diventare come lei.
Se dovessi pensare ad altre scrittrici che ti hanno segnato tanto profondamente quanto Virginia Woolf chi ti verrebbe in mente e perché?
Simone de Beauvoir, Marguerite Duras, Simona Vinci, Sylvia Plath. Quando si leggono i loro libri ci si dimentica che siano donne, se il nome non fosse scritto in copertina. Ecco, con loro la scrittura supera la divisione di genere e diventa universale.
Come avviene il processo di scrittura? Procedi per schemi e scrivi in maniera metodica o segui l’ispirazione senza sapere dove la storia ti condurrà?
Butto giù una trama di massima ma poi scrivo la prima stesura sempre di getto. Non faccio schemi, non suddivido per capitoli, non compilo schede dei personaggi. Scrivo e basta, dando forma sul foglio alle immagini che si formano nella mia mente. E’ come se stessi trascrivendo un film che ho tutto in testa.
Stai lavorando a un altro libro?
Sì, uno storico parecchio complesso, un progetto che mi entusiasma e in cui credo molto.
