L’instabilità della passione ne Il mare d’amore di Giorgio Ieranò. Non è da tutti navigare

by redazione

Il titolo del saggio, Il mare d’amore di Giorgio Ieranò, riprende un topos della letteratura greca che mette in relazione il mare, con la sua instabilità e le sue tempeste, con l’instabilità e le tempeste della passione amorosa. Il sottotitolo, Eros, tempeste e naufragi nella Grecia antica evidenzia come il motivo del mare amoroso abbia radici greche.

Il mare amoroso è il mare Mediterraneo lungo le coste del quale si è sviluppata la civiltà greca con i suoi miti, un mare <<dipinto come un grande crocevia di donne rapite che, o perché costrette o perché traviate dal desiderio erotico, salgono e scendono dalle navi>>.

 Il saggio è suddiviso in due parti. La prima, Afrodite e il mare , è articolata in quattro temi in cui viene presentata la percezione che i greci avevano del mare, dai vari nomi con cui lo indicavano, al colore purpureo, all’antipatia per il mare da parte degli oligarchi,  alla vita come navigazione, al suo essere mobile come la donna. La bellezza del mare nella letteratura greca non è quasi mai celebrata. Il mare è più percepito come uno spazio di morte che di vita ed  è avvolto in una dimensione magica. Eppure dal mare nasce Afrodite che per questo è venerata in modo particolare dai naviganti.

Di Afrodite l’autore spiega i vari epiteti con cui veniva invocata, l’etimologia del nome, i luoghi di culto, la prostituzione sacra presso i templi dei porti , celebre quello di Corinto a cui era legato il detto: <<Non è da tutti navigare fino a Corinto>>.

Questa prima parte si conclude con la narrazione dei grandi miti di Elena e di Europa, degli Argonauti e di Teseo.

Anche la seconda parte del saggio, Topografia del mare amoroso, è articolata in quattro temi in cui vengono sviluppati i topoi letterari legati al mare: il naufragio, i mostri marini, nuotare per amore, le isole e le spiagge, i bagni erotici… In essa è presente la distinzione tra Eros e Afrodite, tra passione, desiderio, turbamento amoroso, potenza distruttiva di Eros e serenità, capacità di incanalare la passione erotica distruttiva verso un esito felice, qualità proprie di Afrodite  che comprendono anche l’<<Afrodite di piazza>> che consente di vivere l’amore senza paura e turbamento sfuggendo alle tempeste del desiderio. Il riferimento è alla prostituzione, alle pòrnai che, con una cifra minima, consentono di raggiungere la felicità. Esse sono meno esigenti delle etere che stanno nei simposi. E questo è l’amore consigliato dai filosofi.

Le rappresentazioni del mare e dell’amore sono tratte dall’autore da un vasto repertorio letterario e filosofico che si estende oltre i confini del mondo greco antico  comprendendo riferimenti alla letteratura latina e a quella europea successiva. L’autore vuole evidenziare la continuità del topos del mare amoroso nel corso dei secoli, ormai patrimonio simbolico della cultura occidentale.

Rosaria Chirolli

Soroptimist club Foggia

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