Marco Marsullo e la tenerezza al maschile. L’amore di qualsiasi genere

by Enrico Ciccarelli

Divertente, brillante, inconsueto. E assai più profondo di quanto la simpatia dell’autore farebbe presumere. «Tutte le volte che mi sono innamorato», (Feltrinelli) è il settimo romanzo del napoletano Marco Marsullo, protagonista dell’incontro svoltosi nella Sala Lettura della Biblioteca Magna Capitana nell’ambito della rassegna Fuori gli Autori, organizzato dal Polo biblio-museale insieme alla Libreria Ubik di Foggia. Dialogando con un’acuta e attenta lettrice come Chiara Gentile, animatrice della pagina Instagram «I libri di Memma», Marsullo ha intrattenuto il pubblico (prevalentemente femminile) parlando della faccia nascosta dell’amore: quello vissuto, percepito, narrato dai maschi, troppo spesso occultato dagli stereotipi di branco. Abbiamo intervistato l’autore prima della presentazione.

Un tema inconsueto: la zitellagine maschile…

«Sì, era proprio quello che volevo: raccontare una storia di uomini che parlassero d’amore. Un gruppo di amici, in cui c’è un unico single: Cesare, il protagonista e la voce narrante del romanzo. Unico in un gruppo in cui sono tutti sposati, fidanzati da quindici anni, già riprodotti, hanno mutui… E lui invece non riesce ad avere una relazione. Volevo raccontare questa specie di zitellagine, ovvero il problema per un uomo di sentire avanzare l’orologio biologico e aver paura di rimanere solo».

Ha scelto come protagonista di questo suo settimo romanzo una figura che non è proprio di primissimo piano nel nostro immaginario collettivo, il maestro elementare. Perché?

«Perché mi piacciono molto i bambini. Io ho la fortuna di tenere da cinque o sei anni un corso di scrittura creativa in una scuola. Insegno a bambine bambini di terza, quarta e quinta elementare a scrivere storie. Storie, non favolette. Amo molto i bambini, e quindi mi piaceva l’idea che il mio protagonista fosse un ragazzo qualsiasi che avesse a che fare con i bambini. Bambini che poi sono anche, in un ruolo marginale, all’interno del romanzo (all’inizio Vittorio e Giustina, che stanno insieme dalla prima elementare, arrivati in quinta si lasciano). Mi piaceva che Cesare avesse la tenerezza che normalmente si attribuisce alle donne. O ai bambini».

Il romanzo, per tema e plot sembra prestarsi molto a una trasposizione cinematografica o televisiva. È un’idea che le piace?

«Certo, io sono a disposizione. Ne parlavo proprio oggi con il mio agente, perché c’è stata più di una manifestazione di interesse. Capita spesso che i miei libri vengano opzionati per una trasposizione cinematografica. Ma il cinema è un mondo misterioso, nel quale bisogna trovare capitali, incastrare delle opportunità. Per cui capita che queste cose finiscano in una bolla di sapone. Mai dire mai, però».

Nel video di YouTube l’intervista e le immagini dell’incontro

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