“Natale bianco Natale nero” di Béatrice Fontanel e Tom Schamp per i Babbi Natale di ogni colore ed etnia

by La Magna Capitana

Natale è la festa più amata e attesa, non solo dai bambini. Una festa che rimanda all’intimità della casa, alla famiglia, al raccoglimento. Natale, però, è anche un giorno estraniante, il momento dell’anno in cui più forte si avverte la mancanza, il vuoto, il desiderio – dunque l’impotenza – di stare vicini a chi non c’è…

“Natale bianco Natale nero” non ha stelline e paillettes, natività e festoni dorati, ma un uomo scuro di pelle su fondo rosso fuoco, in copertina, e al suo interno Babbi Natale di ogni etnia e ogni colore. Le illustrazioni a tutta pagine sono nitide e a tinte forti, come i sentimenti che smuovono. Sanno di Africa e di solidarietà, di sud del mondo e di calore, anche quando c’è la neve. Non è un racconto propriamente “natalizio”, non nel senso comune del termine; è però un libro sul Natale nella sua accezione più profonda: ri-nascere, dare speranza, accudire, tenere insieme.

Moussa, il protagonista di questa storia, è un uomo anziano immigrato dall’Africa in una città della Francia dove vive insieme ai suoi figli e ai suoi tanti nipoti di età diverse. Stanno tutti insieme nella stessa casa, una comunità grande e variopinta e molto unita, alle prese con i problemi dell’inserimento in un paese straniero. Moussa lavora, insieme a Slava, su grandi camion della spazzatura e ogni notte setaccia le strade e svuota i cassonetti per tenere pulita la città.

Moussa è sempre attento a tutto quel che trova, oggetti talvolta in buono stato che gli altri hanno buttato via. Lui li raccoglie e li ripara con cura nella sua cantina, è creativo e assai abile con le mani e così, giorno dopo giorno, restituisce una nuova vita a tante di queste cose recuperate.

È la vigilia di Natale. I più piccoli della famiglia cominciano a temere che Babbo Natale non passerà perché loro sono neri, e Babbo Natale, si sa, è bianco e non solo per via della sua lunga barba.

Allora nonno Moussa organizza per loro un’insolita gita notturna in città, magari incontreranno questo Babbo Natale e scopriranno finalmente di che colore ha la pelle. Sarà bianco? Sarà nero? L’ipotesi che sia scuro scuro come la notte, proprio per questo invisibile nel buio, è credibile… Chi lo sa! l’importante è che al rientro dalla passeggiata, i bambini trovino una sorpresa: tanti doni originali, riciclati e assemblati, fatti a mani per ognuno di loro, che di certo così speciali nessun altro avrà ricevuto.

Quel che conta è che i bambini, ma anche gli adulti ne avrebbero bisogno, non smettano di credere in un Babbo Natale buono, che non conosce discriminazioni.

Natale bianco Natale nero, di di Béatrice FontanelTom Schamp (Jaca Book, 2009), ha meritato nel 2010, il Premio Andersen nella categoria “Miglior albo dai 6 ai 9 anni”.

Roberta Pilar Jarussi

bibliotecaria

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