Rosanna Tangorra racconta le emozioni della quarantena in versi. Contro “un mondo che spesso è indifferente ai nostri sogni”

by Michela Conoscitore

Raccontare la quarantena in versi: ci ha pensato Rosanna Tangorra, con Un mare di emozioni in quarantena edito da NeP. I due mesi che abbiamo vissuto tra le mura domestiche, hanno suscitato in ognuno di noi peculiari e specifiche emozioni, e quelle di Rosanna hanno chiesto di essere messe su carta. La Tangorra, laureata in Lettere a Bari, ha iniziato il suo percorso come docente, per poi dedicarsi al settore turistico e al mare, sua grande passione cantata anche nella raccolta di poesie, lavorando sulle navi da crociera. Oggi Rosanna è impiegata nell’ufficio postale della sua città, Rutigliano, ma non ha mai abbandonato la sua attitudine ai versi, che le è tornata utile in questi mesi di lockdown. La raccolta è un diario di eventi, personaggi e affetti, e descrive i mesi in quarantena della poetessa che nella bellezza delle piccole cose ha trovato la caparbietà di sperare in un futuro luminoso, anche se il presente era adombrato dallo spettro del virus.

Una quotidianità ‘ristretta’ ma ricca di riflessioni sulla vita, sulle sue passioni, e soprattutto sui rapporti umani, mancanza tangibile nel periodo trascorso, per tutti noi. A rischiarare le giornate di Rosanna le orchidee e le chiacchierate con l’anziano vicino di casa Peppino, a cui ha dedicato una poesia contenuta nella raccolta, forse una delle più belle e significative. Ma cosa ha significato esprimersi con la poesia per la poetessa rutiglianese? bonculture gliel’ha chiesto:

Perché ha avvertito la necessità di raccontare la quarantena?

Ho avvertito la necessità di raccontare la quarantena, perché prima di questo periodo particolare non ho mai avuto il tempo per fermarmi e dedicarmi ad una mia grande passione, quale la scrittura, in quanto sempre occupata da una routine frenetica. Grazie alla quarantena ho potuto concedermi una pausa piacevole, nonostante i sentimenti di apprensione, inquietudine ed apatia. In un mondo paralizzato da un virus invisibile, grazie alla mia scrittura, ho reso visibili le mie emozioni vissute in quarantena. Credo che ognuno di noi reagisca in maniera differente ad ogni situazione. Io ho colto il lato positivo di questi giorni di reclusione a casa per illuminare il mio mondo interiore.

Quali possibilità di espressione le ha offerto la poesia, per esprimere i suoi stati d’animo?

Grazie alle mie poesie ho potuto dar libero sfogo ai miei stati d’animo. Credo che la poesia sia un’arma potente per ridare un senso più umano e delicato alle cose intorno. In un clima di tensione, malinconia e ribellione, come quello vissuto durante il Coronavirus, ho pensato che la poesia potesse rappresentare un mezzo di salvezza. Infine, mi auguro che la poesia colori il quotidiano per permetterci di cogliere il senso più vero delle cose, che molto spesso è offuscato dal superfluo. Grazie ai miei versi ho vissuto straordinari momenti di riflessione e conforto.

Ha narrato in versi vari aspetti non soltanto della sua vita, ma anche dell’esistenza che tutti hanno condotto durante il lockdown. Quello che accomuna tutte le sue poesie, comunque, è la bellezza delle piccole cose: secondo lei, ce ne siamo riappropriati nel corso di questi due mesi?

Nei miei versi c’è sicuramente un messaggio ricco di speranza, riposto proprio nella bellezza delle piccole cose che da sempre mi emoziona. Credo che il creato, ad esempio un uccellino che vola senza meta o un fiorellino appena spuntato, ci regali incanto e poesia. In una vita di apparenze, falsi miti devianti, cinismo, ritmi serrati per guadagnarsi da vivere, dovremmo tutti soffermarci sulla semplicità e sulla genuinità delle piccole cose che fanno bene al cuore. Non penso però che tutti si siano riappropriati di tale bellezza nel corso di questi due mesi, perché la sensibilità di ognuno di noi è differente. Proprio per questo motivo, in una delle mie poesie, parlo di un mondo che spesso è indifferente ai nostri sogni. Probabilmente qualcuno ha rivalutato la bellezza delle piccole cose solo temporaneamente, come fosse quasi obbligato a farlo. Alla domanda ricorrente in questi mesi “Diventeremo persone migliori?” rispondo con un no categorico.

Ho apprezzato molto la poesia A Peppino, e da qui parto per chiederle: quanto contano i rapporti umani ora che sappiamo cosa significa esserne privi?

Ora che sappiamo cosa significa essere privi dei rapporti umani, credo che tutti abbiano avuto modo di riflettere, chi più, chi meno. Personalmente ripongo molta fiducia, a volte anche restando delusa, nei rapporti umani, perché come diceva il noto intellettuale Tzvetan Todorov, “siamo fatti di ciò che ci donano gli altri”. Il rapporto con altre vite è qualcosa che ci arricchisce, è motivo di confronto e scoperta dei propri limiti. È bello lasciare qualcosa di sé agli altri e disseminare tracce di bene. Il mio motto è “timeless”, ovvero eterno, senza tempo. Anche le chiacchierate con il mio vicino Peppino, protagonista della mia poesia a lui dedicata, hanno donato ad entrambi, in giorni cupi e soffocanti, emozioni senza tempo. Continuerò a dare grande valore ai rapporti umani!

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