Se io fossi il blu di Sophie Fatus, i piccoli giochi di occhi e di parole per far amicizia coi colori rinunciando un po’ all’identità

by La Magna Capitana

Se io fossi il blu…, di Sophie Fatus, LapisCollana Lapislazzuli, 2016.

“Se io fossi…”, quell’esercizio seducente che affascina adulti e bambini e spinge a immedesimarsi nei panni di qualcos’altro, persone, animali, personaggi famosi o immaginari, essere veri o inanimati. Che si tratti di cose reali o astratte, vive o finte, poco importa. Ci caliamo in una dimensione altra fino a sentire davvero, nel profondo, cosa faremmo, desidereremmo, apprezzeremmo se fossimo questa o quell’altra cosa.

Ecco allora che Se io fossi blu…, di Sophie Fatus, madrina e ospite di rilievo di questa edizione del Buck Festival – ci porta sin dal titolo in questa direzione. Ci invita a rinunciare alla nostra identità per un po’ e a calarci in una diversa dimensione, in questo caso tutta emozionale ed empatica: è nei colori che questa volta proviamo a immedesimarci.

Se io fossi il giallo…

Se io fossi il blu, dunque, cosa farei? Colorerei il cielo, e il mare. Oppure la pioggia, suggerirà qualche bambino. O sarei la neve pulita della città che si sveglia. Blu come gli igloo, come la tristezza della sera, l’inverno, l’acqua nel bicchiere, la luce lampeggiante che rimbalza sui palazzi…

Se sollecitati, i bambini, immaginano di un colore o un altro, tante di quelle cose che per noi sono invisibili o neutre. Sfogliando il libro, adatto ai piccolissimi ma apprezzabile, a più alti livelli, anche dai più grandi, apprenderemo ordini diversi di cose: il nome dei colori; ad associare ogni colore a qualcosa di reale del mondo che ci circonda; a creare i colori secondari a partire dai tre primari. Soprattutto capiremo in modo tangibile che, mischiando quel che c’è, nascerà qualcosa di nuovo. E che questo “nuovo” manterrà caratteristiche e componenti delle parti generanti, pur essendo in tutto e per tutto un elemento a se stante, autonomo.

Se io fossi il verde…

Nulla di teorico o di mnemonico, comunque, viene proposto in queste pagine. Tutt’altro! Il libricino è da guardare e da godere, da toccare, da leggere e ascoltare. Eppure grazie alle pagine illustrate a tinte piene, intervallate da alcune altre colorate e semi trasparenti, è facile comprendere la creazione dei colori. Sovrapponendo il giallo al blu, infatti, si avrà il verde [Se io fossi il verde sarei il giallo, più il blu…]; sovrapponendo il giallo al rosso – o viceversa – si otterrà l’arancione delle carote. Sommando il blu al fucsia – ai più grandicelli si potrà svelare che il nome “tecnico” di quel rosa così intenso è “magenta”, il terzo dei colori primari – avremo il viola, proprio come i petali delle violette.

Ecco così riassunte in poche pagine animate, le regole basilari della tavola cromatica: i tre colori primari (magenta, blu, giallo) e i rispettivi complementari (verde, arancio, viola) che da i primari derivano, proprio come il grande Johannes Itten, nel suo Arte del colore, ha insegnato a tante generazioni di artisti, psicologi della forma e studiosi del colore. Il risultato, grazie alla sovrapposizione delle pagine, è visibile e certamente ai bambini questa magia resterà ben impressa.

Disco cromatico di J. Itten

I bambini impareranno a ricavare il marrone delle castagne e capiranno che, in assenza di luce, i colori spariscono e quel che resta non è che nero. E che tutti i colori insieme, danno vita all’arcobaleno.

Piccoli giochi di occhi e di parole per far amicizia coi colori e per comprendere come dall’unione di elementi diversi e apparentemente inconciliabili possa nascere qualcosa di unico, nuovo, irripetibile. Se questo criterio è giusto in quanto a combinazioni cromatiche, così come già ci insegnava Leo Lionni con Piccolo blu e piccolo giallo (Babalibri) che, Se io fossi il blu…, sembra voler citare, certamente può riferirsi anche alle persone, alle relazioni, alla fusione di esperienze e conoscenze.

Piccolo blu e piccolo giallo, di Leo Lionni

Una narrazione dalla quale partire per attività didattiche, laboratori e letture animate. Un libro piacevole per i più piccini che può diventare spunto di riflessione anche per quei grandi che desiderano avvicinarsi all’universo complesso e ricco delle interazioni cromatiche… e umane.  

L’Illustratrice

Sophie Fatus è nata a Parigi ma vive e lavora a Firenze da molti anni. Ha pubblicato illustrazioni e racconti con numerose case editrici italiane ed estere come   Fatatrac, Giunti, Lapis, Mondadori, Gallucci, Feltrinelli, Gribaudo, El, Rizzoli, Panini, Città Nuova, Natahn, Milan Presse, Barefoot Books, Simon & Schuster, Blue Apple Books, Gakken, e altre.

Nel corso degli anni ha ricevuto vari premi: il Premio Andersen 2011 per il  Miglior libro 0/6 anni con OhOh! (Emme Edizioni); il premio Illustrazione  Lele Luzzati – Il Gigante delle Langhe 2007 per l’album illustrato Bugia (Fatatrac), il Premio Apel les Mestres1998 per il miglior racconto illustrato con Tim sulla Luna (Destino Editore). Il libro illustrato La pelle del Cielo ha ricevuto il Premio Alpi Apuane 2004 e il Premio Città di Bitritto 2004.

Al lavoro di illustratrice alterna quello di pittrice, designer e scultrice. Alcune sue opere tridimensionali sono state acquistate dall’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. 

I Laboratori e la Formazione

Nell’ambito del Buck Festival 2022, l’autrice conduce i seguenti Laboratori: Se io fossi il blu… (Lapis, 2016), per bambini dai 5 ai 6 anni; Cicognac, (Città Nuova, 2021), per bambini dai 5 agli 8 anni; Vorrei un tempo lento (Lapis, 2017), per bambini dai 7 ai 10 anni, e un incontro formativo, rivolto ad educatori  ed insegnanti, tenuto in collaborazione con Antonella Ranieri e Chiara Gentile.

I libri di Sophie Fatus fanno parte delle collezioni della nostra Biblioteca dei Ragazzi e sono regolarmente ammessi al prestito.

Roberta Pila Jarussi

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