Spatriati di Mario Desiati, per quelli che cercano in un mare più grande la loro ragione di stare al mondo

by La Magna Capitana

Qual è il luogo delle radici, la terra o il cielo? Se lo chiedeva Platone, ma nel caos delle vite che sembrano grovigli se lo chiedono anche Claudia e Francesco, protagonisti dell’ultimo romanzo di Mario Desiati, Spatriati, Einaudi 2021, che ha aperto Fuori gli autori. Più lib(e)ri insieme, la rassegna di incontri letterari organizzata dal Polo Biblio-museale di Foggia, istituito dalla Regione Puglia, dalla Provincia di Foggia e dalla Libreria Ubik della città, con il patrocinio della Regione e del Teatro Pubblico Pugliese e la collaborazione del gruppo di lettura della Biblioteca “Viaggi tra le righe” e del premio-progetto “Leggo Quindi Sono”.

È un libro sul desiderio di appartenere a qualcuno e a qualcosa, anche solo all’idea di libertà, per scelta e per errore. Ci sono due esistenze che provano a forgiarsi il destino, senza cedere alle tappe convenzionali, buone per “il quieto vivere” e per compiacere la collettività.

E poi c’è una comunità, allargata anche oltre i confini geografici, che nei riti obbligati riconosce le identità sociali e si rassicura: il lavoro, il matrimonio, i figli, la carriera e il conto in banca.

Infine, ci sono i senza Patria, gli spatriati, quelli che forse cercano in un mare più grande la loro ragione di stare al mondo, gli uomini e le donne che accettano il rischio di “franare stando in
piedi”.

Sono quelli che partono, non soltanto fisicamente, ma soprattutto verso un altrove simbolico, che non s’accontentano dei sentieri già tracciati dagli altri, ma si perdono nel tentativo di cercarsi.

Oltre i fallimenti e i tradimenti dei genitori, oltre le condanne e gli insulti che altre vite hanno previsto per loro, per noi.

Il luogo da cui la vicenda si dipana è Martina Franca, in provincia di Taranto, luogo d’origine dell’autore.

Potrebbe essere la storia di qualunque Sud del mondo che regala il tempo lento necessario per dare un nome agli alberi.

Al sociologo Franco Cassano, che teorizzò il pensiero meridiano, si rende omaggio in questo libro, che fa un inchino, delicato e discreto, a molti scrittori e poeti pugliesi.

Claudia si perde tra Milano, Londra e Berlino, in amori che i perbenisti definirebbero senza senso. “Amori marinai”, che invece sono ancore per chi accetta la sfida del mare aperto e mette in conto la possibilità di affogare.

Francesco, forse, è spento dentro, tenuto in vita da un amore devozionale e platonico per Claudia, soprattutto per la voglia che lei ha di autodeterminarsi, di restare dritta anche contro il vento contrario.

La storia si snoda lungo decenni e ci mostra vite che cambiano, la Puglia che attraversa varie stagioni e avvizzisce nella Xylella.

Ma è una storia che va letta fino all’ultima pagina, anche quando la promiscuità del sesso diventa feroce, perché poi quello che trionfa in questo libro è il desiderio di umanità, del ri-conoscersi nei dettagli. Finanche in una piccola bugia, che trasforma “nell’oggetto più prezioso del mondo” una palla di plastica comprata al mercatino, solo perché così “aveva una storia da raccontare”.

Forse è solo quello che cerchiamo tutti: essere in una storia, non lasciarci vivere, non seguire le storie degli altri, ma provare a scriverne una tutta nostra, anche da spatriati, se è necessario. O forse bisogna sempre spatriare?

La frase per noi più bella di tutto il libro è solenne come una preghiera ed è un omaggio al potere del racconto, dei versi, delle storie, forse l’unico punto fermo di questi due spatriati:

Non avrei mai smesso di amare chi ha una fiducia infinita nell’uomo al punto da sedersi in mezzo a un aeroporto abbandonato e leggere versi di una poetessa pugliese.

In questo caso l’omaggio è a Racconto d’amore di Biagia Marniti.

Mara Mundi

http://blog.lamagnacapitana.it/

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