I 50 anni degli Amici della Musica nel segno di Beethoven

by Fabrizio Simone

Compiere 50 anni è sempre un bel traguardo e non solo in ambito matrimoniale (ma non ditelo al compositore francese di fine Ottocento Jean Gabriel-Marie, la cui hit più gettonata è la fortunatissima La cinquantaine, composta proprio per celebrare l’importanza delle nozze d’oro al punto da essere arrangiata per ogni sorta di strumento in circolazione). E, allora, chi ha raggiunto questa bella cifra tonda e possente? Ma gli Amici della Musica di Foggia. E chi se no?

Parliamo di una delle più belle e sane associazioni di Foggia, impegnate nella diffusione della bellezza e della cultura. Grazie a loro il pubblico foggiano ha potuto ascoltare dal vivo artisti come David Fëdorovič Oistrakh, Uto Ughi, Narciso Yepes, Salvatore Accardo, Paul Badura-Skoda, Nikita Magaloff, Arturo Benedetti Michelangeli, Severino Gazzelloni, François-Joël Thiollier e la mitica Juliette Greco: mostri sacri che non hanno bisogno di nessuna presentazione.

Come potevano mai festeggiare gli Amici della Musica di Foggia questa meta così felice? Con un concerto, ovviamente, andato in scena il 14 gennaio presso il Teatro Umberto Giordano del capoluogo dauno. Sul palco, prima dell’esibizione, un emozionatissimo Tony Di Corcia, ponendo brevi domande al M° Domenico Losavio, ad Enrico Sannoner e al presidente Domenico Berlingieri, ha riannodato i fili della storia di questa autentica istituzione foggiana. Il concerto, però, si è svolto tutto nel nome di Beethoven. Anche il genio di Bonn quest’anno festeggia un anniversario davvero importante dato che nacque ben 250 anni fa.

Durante la serata il M° Rocco Cianciotta ha diretto l’Orchestra Sinfonica Young del Conservatorio Umberto Giordano di Foggia in due pagine molto significative scritte dal trentenne Beethoven (giovane, certo, ma già con le idee molto chiare nonostante le ascendenze barocche disseminate qua e là): il Concerto n.3 op.37 per pianoforte e orchestra (solista Leone Monaco) e la Sinfonia n.2 op.36. Leone Monaco ha dimostrato un’ottima padronanza e conoscenza della partitura beethoveniana, evidenziando una profonda sensibilità nel largo centrale, la cui dolcezza melodica è stata sottolineata da una lettura assolutamente convincente e tecnicamente ineccepibile, capace di tenere incollati con gli occhi sul palcoscenico perfino gli spettatori poco abituati alla grande musica. Terminata l’esecuzione, Leone Monaco (premio Corti di Capitanata 2019) ha offerto come bis uno studio di Rachmaninov, il tetro Etude-Tableau n.3 in do minore (stessa tonalità del concerto beethoveniano), ottenendo anche in questo caso applausi calorosi.

E con la Sinfonia n.2, invece, l’Orchestra Sinfonica Young, formata dagli studenti della classe di Esercitazioni orchestrali del nostro Conservatorio, attraverso la direzione rigorosa del M° Cianciotta, ha tributato davvero un bell’omaggio al genio tedesco. È bastato bissare il finale, così innovativo per l’epoca, per scatenare un tripudio generale: grandezza della musica eseguita e degli esecutori, dimostratisi totalmente adeguati alla mission della serata.

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