Il 29 gennaio del 1951 la prima serata del Festival più amato e criticato (ma sempre seguitissimo): perché Sanremo è Sanremo

by Maria Teresa Valente

Il 29 gennaio del 1951 nel Salone delle feste del Casinò Municipale di Sanremo andava in onda (ma solo radiofonicamente) la prima serata in assoluto del Festival della Canzone Italiana. Se immaginate trionfi di vallette e presentatori impettiti dinanzi ad un gremito parterre, vi sbagliate di grosso. La prima edizione della kermesse, divenuta con gli anni la più attesa e seguita dagli italiani, fu in realtà molto alla buona, ideata come un’operazione di marketing per rilanciare anche in bassa stagione una località ligure molto apprezzata dai villeggianti in estate; inoltre, serviva dare nuovo sprint alle trasmissioni radiofoniche relegate all’epoca agli unici due canali RAI.

Il primo festival fu presentato da Nunzio Filogamo, conduttore radiofonico noto per il “saluto agli amici vicini e lontani”, e fu in stile café-chantant (un genere di spettacolo in voga nell’Ottocento nel quale si eseguivano piccole rappresentazioni teatrali o musicali in locali dove si potevano consumare bibite e generi alimentari), e i tre cantanti in gara, Nilla Pizzi, il Duo Fasano e Achille Togliani, che si alternarono nell’esibizione di 20 brani inediti, cantarono tra i tavolini del salone dove gli ospiti (non tantissimi) cenavano e chiacchieravano tranquillamente nell’andirivieni dei camerieri. Insomma, più una serata tipo karaoke al pub di quelle odierne che la manifestazione curata nei minimi dettagli e con ospiti internazionali a cui siamo ormai abituati.

Al primo Festival di Sanremo vinse Grazie dei fiori, interpretata da Nilla Pizzi. E fu sempre Nilla Pizzi ad affermarsi anche l’anno successivo con Vola colomba, ma non solo, la Pizzi in quella seconda edizione salì sul podio con altri due brani: Papaveri e papere, oggi riconosciuta satira sottile e velata nei confronti dei democristiani di allora, e Una donna prega. Fu quella la prima ed unica volta nella storia della kermesse musicale in cui un solo cantante si aggiudicò l’intero palmarès.

Le prime edizioni furono trasmesse in diretta radiofonica e poiché anno dopo anno il pubblico cominciò ad apprezzare sempre più questa manifestazione canora, dal 1955, inizialmente in seconda serata, il Festival di Sanremo cominciò ad andare in onda anche in televisione, ma con un’avvertenza importante da parte di mamma RAI: niente abiti scollati per le donne, per non turbare gli spettatori dell’epoca; dal 1958 fu poi trasmesso anche in Eurovisione.

“Sono solo canzonette”, direbbe Eduardo Bennato. Eppure per antonomasia Sanremo è la manifestazione simbolo dell’Italia, che nel dopoguerra si voleva lasciare alle spalle un passato estremamente doloroso, con una particolare predilezione per la rima cuore/amore. Una manifestazione nazional popolare che anche grazie ad alcuni suoi brani indimenticabili come Nel blu dipinto di blu, la planetaria ‘Volare’ di Domenico Modugno, ha fatto apprezzare la musica italiana nel mondo.

Condensare e menzionare tutti i cantanti, gli ospiti, le vallette, le gaffes e gli aneddoti di 70 anni di storia della musica italiana in un articolo è impossibile. In occasione del ricordo di quell’ormai lontano 29 gennaio 1951 della prima edizione, ci limiteremo ad elencare alcune curiosità della kermesse più amata dagli italiani e non solo.

Claudio Villa e Domenico Modugno sono stati gli artisti più premiati a Sanremo, entrambi con 4 vittorie. Il record di conduttore più longevo spetta a Pippo Baudo che ha condotto ben 13 edizioni del Festival, seguito da Mike Bongiorno con 11. La cantante più giovane ad aver vinto la kermesse è stata Gigliola Cinquetti che con i suoi 16 anni effettivamente cantava un brano che le calzava a pennello, Non ho l’età, trionfando nel 1964, mentre l’artista più anziano a vincere Sanremo è stato nel 2011 l’allora 67enne Roberto Vecchioni.

A partire dal 1980 l’orchestra fu rimossa temporaneamente dal festival e sostituita con delle basi registrate su cassetta. Il playback, annullato definitivamente nel 1990, creò non pochi malumori tra gli artisti e persino tra gli ospiti. Nel 1984 i Queen sbarcarono a Sanremo per presentare Radio ga ga, ma l’imposizione del playback non andò giù a Freddy Mercury che svelò il trucco allontanando più volte il microfono dalla bocca e lasciò il palco dopo aver rilanciato in platea i fiori offertigli dal pubblico.

Ma Sanremo è anche il festival degli scandali: nel 1978 Rino Gaetano e la sua Gianna fanno scalpore perché per la prima volta in un brano del festival viene pronunciata la parola “sesso“, mentre nel 1986 Loredana Bertè si presenta sul palco con un pancione finto per denunciare la condizione della donna. Riproposta trent’anni dopo anche da Lady Gaga, all’epoca la performance della Bertè, seppur le avvalse le prime pagine dei quotidiani nazionali, le costò la revoca del contratto con la sua etichetta discografica.

Durante le varie edizioni non sono mancati i momenti di tensione. Nel 1995 Pippo Baudo salvò in diretta un aspirante suicida che minacciava di lanciarsi dalla galleria del Teatro. Ma è sicuramente quella del 1967 la pagina più drammatica del Festival, con la morte di Luigi Tenco che si suicidò in un albergo di Sanremo per denunciare il suo dissenso nei confronti degli organizzatori che non solo non avevano apprezzato il suo brano Ciao amore ciao ma non lo avevano nemmeno ammesso in finale. Tenco aveva solo 29 anni.

Sanremo non è solo una competizione tra i grandi della canzone, ma anche un vero e proprio trampolino di lancio per i giovani. Artisti internazionali come Laura Pausini ed Eros Ramazzotti, infatti, debbono il loro successo proprio al palco del Teatro Ariston.

Ma se c’è chi ringrazia Sanremo, c’è anche chi ne è rimasto profondamente deluso, salvo poi riscattarsi con il successo di pubblico. Nel 1961 Mina si piazzò solo al sesto posto con il suo Le mille bolle blu e decise allora che non avrebbe mai più partecipato al Festival. Il ragazzo della via Gluck a Sanremo del 1966 fu un fallimento ed il molleggiato Adriano Celentano non arrivò nemmeno in finale, ma sappiamo tutti come finì. Nel 1969 Un’avventura di Lucio Battisti fu un’avventura nel senso letterale del termine: prima ed unica partecipazione di Battisti a Sanremo con un deludente nono posto. Eclatante è il caso di Vasco Rossi che nel 1983 finì al 25° posto con Vita spericolata, mentre nel 1985 Zucchero con Donne si piazzò 21° su 22 cantanti in gara.

Criticatissimo eppure incredibilmente amato, Sanremo è sempre stato un vero e proprio paradosso in ogni sua sfaccettatura, ma non poteva che essere così tenendo conto che la città stessa che lo ospita ha un’eccentricità già nel nome, denominandosi San Remo, avendo però come santo patrono San Romolo.

Tra storia e curiosità, non ci resta che aspettare la 70^ edizione del festival di Sanremo, al cui timone ci sarà quest’anno l’eclettico Amadeus. E nonostante gli alti e i bassi degli anni, saremo tutti in prima fila a criticare o ad omaggiarlo, perché…, come recitava il noto ed indimenticato jingle degli anni ’90, Sanremo è Sanremo!.

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