L’Affare Vivaldi a Musica Civica

by Enrico Ciccarelli

L’Affare Vivaldi è un romanzo storico, ma anche un reading-concerto di e con Federico Maria Sardelli, irrequieto e poliedrico artista livornese (flautista, direttore d’orchestra, pittore, illustratore e cento altre cose). ed è la narrazione di un’epopea: quella che ha salvato e restituito alla posterità la vasta produzione di Antonio Vivaldi, il musicista veneziano attivo nella prima metà del Settecento che ha lasciato un’orma gigantesca in tutto il barocco musicale europeo.

Vita non facile, quella del giovane ecclesiastico dai capelli rossi della Serenissima Repubblica: il destino gli assegnò in sorte un talento compositivo senza pari e una formidabile capacità di violinista virtuoso. Ma gli diede anche, insieme, una complessione gracile, con una insufficienza toracica e un’asma che presto gli impedirono di dir messa, costringendolo a sbarcare il lunario come precettore dei cori femminili degli orfanotrofi di Venezia. Vita grama, che lo portò a indebitarsi e a riparare a Vienna, dove morì a poco più di sessant’anni. E nel cono d’ombra della sua morte in esilio sembrò essere inghiottito anche il corpus della sua produzione. A quei tempi la musica a stampa era assai rara, né si riteneva che i manoscritti andassero conservati con eccessiva cura. Era importante solo la musica appena composta, e il resto era carta da macero.
Con fantasia e lavoro certosino e meticoloso, Sardelli parla della rocambolesca fuga del repertorio vivaldiano da Venezia ad opera di suo fratello, dei diversi collezionisti che se ne impossessarono, fino a ritrovarli nel 1926, nel lascito di un nobile a un collegio salesiano nei pressi di Casal Monferrato. Faldoni di carte e di spartiti che riportano all’onore del mondo autentici capolavori. Hanno potuto apprezzarli gli spettatori della rassegna Musica Civica, che al Teatro Giordano di Foggia hanno avuto prova della grande capacità affabulatoria di Sardelli e della perizia tecnica dei musicisti del suo ensemble Modo antiquo. La parte emersa dell’iceberg vivaldiano è ancora una piccola quota del suo vastissimo corpus. E Sardelli è fra coloro che lo indagano e lo esplorano in mezza Europa. Per dare ad Antonio Vivaldi la nuova primavera che l’autore delle Quattro Stagioni decisamente merita.

(ringrazio Gabriella Russo per le fotografie)

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