Quando Gigi Proietti tentò la sfida della musica contemporanea

by Fabrizio Simone

Nel corso della sua lunga carriera Gigi Proietti ha guardato con grande interesse al mondo della musica, dedicandosi non solo alla regia operistica (Tosca, Teatro Verdi di Pisa, 1984; Don Pasquale, Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, 1985; Falstaff, Grand Théâtre di Ginevra, 1986, con un cast spettacolare che includeva Ruggero Raimondi, Daniela Dessì, Barbara Bonney e la direzione di sir Jeffrey Tate; Le nozze di Figaro, Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, 1986, riproposto all’Opera di Roma nel 2005; il drammone d’ambientazione rinascimentale Benvenuto Cellini, Opera di Roma, 1995; Don Giovanni, Opera di Roma, 2002; Nabucco, Teatro Verdi di Salerno, 2009, rappresentato l’anno successivo anche al Politeama di Catanzaro; Carmen, Teatro Verdi di Salerno, 2010).

Nel 1983, infatti, il popolare attore romano, al termine di uno spettacolo, ricevette in camerino un ammiratore d’eccezione: Goffredo Petrassi (1904-2003), tra i massimi compositori italiani del Novecento, nonché insegnante di composizione al conservatorio di Santa Cecilia (il suo allievo più illustre, Ennio Morricone, all’epoca dell’incontro tra Petrassi e Proietti aveva già composto più di duecento colonne sonore ) e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Petrassi si recò da Proietti con un progetto ben preciso. L’illustre ottantenne propose all’attore di interpretare una sua composizione, le Laudes creaturarum per voce recitante e 6 esecutori (tre clarinetti, due tromboni, un violoncello). Si trattava di una sorta di suite modellata sul Cantico delle creature di san Francesco in cui la voce recitante veniva trattata come uno strumento al pari degli altri sei, dato che Petrassi inserì all’interno della partitura particolari segni (non c’erano le tradizionali note) destinati proprio all’attore, il quale avrebbe dovuto modulare la sua voce al fine di eseguire correttamente particolari bizzarrie vocali come salti di ottava e acuti stridenti. Proietti provò a rifiutare ma Petrassi riuscì a convincerlo nel giro di pochi minuti, nonostante le perplessità del futuro primo interprete di questa strana composizione (peraltro poco eseguita e poco incisa a causa della caparbietà atonale perseguita dall’autore).

Così, il 17 giugno, l’ultima composizione di Petrassi aprì la serata inaugurale del Festival Pontino ’83, per l’occasione ospitato presso l’infermeria dell’abbazia di Fossanova, in provincia di Latina, in cui morì il filosofo domenicano Tommaso D’Aquino. Gigi Proietti arrivò all’abbazia a bordo di una vecchia Mercedes sbuffante poiché nelle ore precedenti aveva subito il furto della sua auto e, in preda al panico per quello strano concerto di musica contemporanea, sfidò il pubblico, accuratamente selezionato (ma a detta di Proietti i fortunati potrebbero essere stati “tirati a sorte con una riffa perché ne riconobbi certi che non si capisce perché siano stati scelti”). In prima fila, oltre ai cinque frati che gestivano l’abbazia, figurava anche il compositore americano Elliot Carter, di cui furono eseguite alcune composizioni, strettamente imparentate con quelle di Petrassi.

Trascorsi diciassette minuti, terminò il Cantico delle creature messo in musica da Petrassi per l’ottavo centenario della nascita del santo di Assisi. Uscito nel prato antistante l’abbazia, Proietti fu raggiunto da due uomini, il guardiamacchine e l’ambulante che vendeva snack fuori dall’abbazia. Ad entrambi chiese le prime impressioni. Il primo, puntando il dito minaccioso, disse: «Mai più, eh?»; il secondo ammonì severamente l’attore: «Lasciali perdere ‘sti fiji de ‘na mignotta: questi te rovinano!». Proietti fu beccato “cor sorcio in bocca” e non interpretò mai più l’opera di Petrassi, essendosi accorto di questo passo falso, pur riscuotendo un notevole successo di critica (soprattutto perché “la sua voce portò l’ordine in un caos di suoni”). Nel 2011, risultando tra i vincitori della VII edizione del Premio Petrassi (la giuria era presieduta da Ennio Morricone), Gigi Proietti è tornato a fare i conti con questa esperienza stravagante, unica nel panorama di fine Novecento.

You may also like

Leave a Comment

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.