Sanremo 2021, il più ambito da molti anni a questa parte: nomi in gara e novità

by Nicola Signorile

Sanremo, atto primo. Incredibile, ma vero, il festival della canzone italiana targato Amadeus ha messo definitivamente entrambi i piedi nel presente. Almeno con i 26 nomi dei big che saranno in gara dal 2 al 6 marzo 2021, salvo complicazioni.

Pochissime concessioni al nazionalpopolare, molte strizzate d’occhio al pubblico più giovane, grande spazio alle due scene dominanti di questi anni,  il cantautorato indie – da intendersi solo come genere ormai, di indipendente c’è ben poco – e l’universo urban, che si era già preso di forza le ultime edizioni, con Mahmood, Elodie, Achille Lauro.

È il Sanremo più ambito da molti anni a questa parte: più di 300 le canzoni proposte al direttore artistico Amadeus. Molti artisti cercano un posto al sole dopo un 2020 da incubo. Anche nomi che in altri tempi si sarebbero ben guardati dallo sfiorare quel palco. Ma stavolta l’Ariston può rappresentare il lancio ideale per nuovi dischi e soprattutto per la nuova stagione live, attesa come il viatico per il rilancio di intere carriere e per portare sostanze nelle casse di un sistema in crisi.

Il vincitore designato è Fedez che sarà in coppia collaudata con Francesca Michielin: sfruttare la potenza mediatica dei Ferragnez è una tentazione troppo forte per il festival che da quando, sulla scia dei talent musicali, ha scoperto il televoto sembra, ahinoi, non volerne più fare a meno. La selezione scatta una istantanea, nel bene e nel male, del panorama musicale italiano odierno.

Abbastanza rappresentativa degli ascolti, delle vendite (?) e delle visualizzazioni (il chiodo fisso di Amadeus a giudicare dalla frequenza con cui snocciola i numeri delle views dei big, durante la finale di AmaSanremo). Glisserei sullo show polveroso, lento, mal pensato e mal costruito che ha portato alla costruzione del cast sanremese.

La finale di Sanremo Giovani in corsa perde anche Morgan in giuria, uno dei pochi capaci comunque di portare cultura musicale in televisione e di non rifilare le solite quattro frasette di circostanza ai “ragazzi” aspiranti nuove proposte. Non chiarissimi i criteri per cui artisti consolidati come Wrongonyou e Shorty (sicuramente tra i papabili vincitori, insieme al foggiano Gaudiano, forte di una canzone di grande impatto) siano annoverati tra i giovani mentre Random venga considerato big.

È una fotografia di famiglia con una veterana: Orietta Berti, reduce dal Covid, per la 12a volta a Sanremo, una presenza fissa nei palinsesti televisivi degli ultimi tempi. Nel parterre senior vanno annoverati anche Francesco Renga che ha partecipato 7 volte e vinto una e Arisa, due vittorie (una fra i giovani e una fra i big). Ad accomunarli una carriera artistica un po’ sul binario morto che li ha portati entrambi alla corte Mediaset, Amici per l’artista lucana e All Together Now per l’ex Timoria. Molto ridotta rispetto al passato la quota Amici con l’ultima vincitrice Gaia, in attesa di capitalizzare la vittoria del talent, Irama che Amadeus presenta come amante di De Andrè; sarà, per ora lo si conosce solo per tormentoni estivi come Arrogante e Mediterranea.

Poi Annalisa, già quattro volte all’Ariston, l’anno scorso ospite di Achille Lauro nella serata dei duetti. Alla sesta partecipazione Noemi, lanciata da X Factor ma da inserire in una specifica categoria a parte, la stessa di Annalisa e Arisa: grandi voci sempre in cerca di buoni autori che possano valorizzarle, finora latitanti. Per inciso dal talent di Sky vengono più ex giudici – Malika, Lodo Guenzi, Arisa e Fedez – che ex concorrenti (Maneskin e Michielin).

Pattuglia under 40 ricca e agguerrita. Tanti i debuttanti a Sanremo. A cominciare proprio dal quartetto arrivato secondo a X Factor nel 2017: i ventenni Maneskin con il loro pop (finto)rock modaiolo avevano conquistato i ragazzi italiani; Sanremo confermerà l’appeal della band lanciata da Manuel Agnelli? Il molfettese Gio Evan scrittore, umorista e artista di strada, noto  al grande pubblico – dispiace per lui – più per aver ispirato Elisa Isoardi nel suo addio a Matteo Salvini. Lo accosterei al calabrese Aiello per il mood malinco-romantico delle canzoni che può far breccia. C’è anche chi poco più di un anno fa smanettava in cameretta, vedi Fasma, Random e la 18enne Madame, futura dominatrice assoluta della musica italiana per carisma e talento.  Sessant’anni in tre.

Per la prima volta a Sanremo anche i Coma Cose, duo milanese indie-rap supercool, Fulminacci, cantautore romano classe 1997, già targa Tenco come opera prima per il disco La vita veramente e il rap di qualità del torinese Wille Peyote. Ghemon torna per il secondo anno consecutivo dopo aver convinto con Rose viola. Convincente come il suo duetto con Malika Ayane, Inguaribile e romantico. Risentiremo anche la raffinata voce della cantautrice milanese, due volte premio Mia Martini, reduce dalla breve esperienza di giudice a X Factor. Scelte interessanti. Di nomi che qualche tempo fa avrebbero fatto parte di una sparuta riserva indiana alternativa (come accadde a Subsonica, Afterhours, e tanti altri) in mezzo a un mare di cantori della tradizione. Musicisti che abbiamo sempre considerato di nicchia, con poca esperienza televisiva e molta di palchi e festival. Oggi si prendono la scena principale, o almeno ci provano. È il caso della sofisticata queer pop band La Rappresentante di Lista, ospite nel 2020 di Rancore e Dardust nella serata dei duetti. Una loro canzone, Questo corpo, estratta dal terzo album Go Go Diva, ha fatto parte della colonna sonora della serie tv di Paolo Sorrentino The New Pope. Grandi speranze sul duo di cantautori siciliani Colapesce-Di Martino, autori quest’anno dell’ottimo disco I Mortali: Musica leggerissima sarà il passepartout per il grande successo? La quota schegge impazzite spetta di diritto agli Extraliscio che portano sul palco di Sanremo un’icona della scena alternativa come Davide Tofolo dei Tre Allegri Ragazzi morti: non c’era modo migliore di esprimere il concetto di punk da balera, titolo del terzo album della superband contenente collaborazioni con Orietta Berti, Pacifico e Lodo Guenzi. Dopo la vecchia che balla ritorno all’Ariston anche per Lo stato Sociale, il quintetto bolognese super impegnato tra musica, cinema, romanzi e programmi radiofonici.

Ritenta l’assalto al jackpot il barese Ermal Meta in versione solista dopo l’exploit del 2018 in coppia con Fabrizio Moro. Una garanzia di ottima musica, mai però da primissimi posti, è Max Gazzè: forse troppo originali le sue liriche per le vaste platee sanremesi. Max, non ti curar di loro. Titolo (Il farmacista) e band (Trifluoperazina Monstery Band) promettono benissimo. Sezione la seconda volta sarà quella giusta per Bugo che, senza aver mai fatto pace con Morgan, prova a finire una canzone sul palco dove dieci mesi fa è andato in scena il disastro più divertente della storia di Sanremo.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.