“Tosca mi fai dimenticare Iddio!” L’eroina pucciniana che uccide e si uccide per amore

by Alessio Walter De Palma

Tosca mi fai dimenticare Iddio! Così esorta il capo della polizia il Barone Vitellio Scarpia vedendo in chiesa la celebre, bella e devota cantante di successo Floria Tosca nel capolavoro musicale di Giacomo Puccini del 1900. Puccini era già celebre grazie ai successi di Manon Lescaut del 1893 e de La Bohème del 1896.

L’idea di musicare il dramma storico del francese Victorien Sardou balena in mente al compositore già dal 1892 dopo aver assistito ad una recita a Milano con la celeberrima Sarah Bernhardt nel title role. Abbandonando il progetto per dedicarsi a Manon Lescaut e Bohème, ritorna nel 1896 convincendo il barone Alberto Franchetti a rinunciare alla stesura musicale del dramma. Coadiuvato dai fidi librettisti Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, l’opera va in scena per la prima volta al teatro Costanzi di Roma il 14 gennaio 1900 e da centoventi anni ormai è presente nei cartelloni dei più grandi teatri del mondo.

Per questioni prettamente tecniche e logistiche l’opera musicale differisce dal dramma storico, innanzitutto è in tre atti e non in cinque, vengono meno tanti personaggi secondari del dramma e molte vicende storiche nell’opera lirica vengono solamente citate come ad esempio il Bonaparte vincitor! Nella battaglia di Marengo del 1800, anno in cui la vicenda è ambientata. Tre sono i tempi principali nel dramma di Sardou: la storia, l’avventura e l’amore; in Puccini – neanche a dirlo – ciò che prevale “veristicamente” è il tema dell’amore.

Ambientata nella Roma ottocentesca il “melodramma plebeo” pucciniano si apre con il personaggio di Cesare Angelotti, il console della spenta Repubblica Romana, che fugge dalla polizia, guidata dal bigotto, satiro che affina con le devote pratiche alla foia libertina Scarpia, trovando rifugio a Castel Sant’Angelo. Giunge il sagrestano che accoglie il pittore Mario Cavaradossi, amante di Floria Tosca, il quale dipinge una donna bionda e non bruna come la sua Tosca. Da qui la celebre aria Recondita armonia di bellezze diverse, in cui mette in risalto le differenti bellezze tra la sua Tosca e la beltade ignota che ha dipinto. In realtà la donna dipinta è la Marchesa Attavanti – personaggio citato ma che non appare mai – sorella di Angelotti che si presenterà davanti a Cavaradossi, il quale lo aiuterà nella fuga nel suo pozzo del giardino. Giunge Tosca e come nella maggior parte delle opere pucciniane nel primo atto è presente il duetto d’amore tra soprano e tenore – da ricordare “il più bel duetto d’amore che sia mai stato composto” Bimba dagli occhi pieni di malia della Madama Butterfly – Tosca riconosce la donna dipinta in Attavanti e chiede a Cavaradossi di farle gli occhi neri. Al suono del cannon del castello Cavaradossi fugge con Angelotti prima del giungere della polizia con il terribile Scarpia, da sempre invaghito di Tosca. Scopre un ventaglio con lo stemma della famiglia Attavanti mostrandolo a Tosca insinuando subdolamente una fuga romantica del suo Mario, così come Jago ebbe un fazzoletto io ho un ventaglio, così afferma tra sé e sé. L’atto si chiude con la celebre scena corale del Te Deum, laddove nel sacro della preghiera abbiamo il profano con il Tosca mi fai dimenticare Iddio! di Scarpia.

La scena si sposta a Palazzo Farnese Scarpia sta cenando pensando a come circuire Tosca. Cavaradossi viene arrestato con l’accusa di favoreggiamento verso Angelotti, ma il pittore nega. Giunge Tosca che alle pressioni di Scarpia e ai lamenti di Cavaradossi torturato cede raccontando che Angelotti è nel pozzo del giardino, nel frattempo Sciarrone annuncia la vittoria di Napoleone Bonaparte a Marengo portando alla gioia Cavaradossi: Vittoria! Vittoria! Per volere di Scarpia Cavaradossi viene trascinato fuori e il poliziotto resta solo con Tosca, la quale eroicamente lo affronta chiedendogli il prezzo da pagare per salvare la vita al suo amato. Scarpia non vuole soldi, ma… possiamo tutti immaginare, ed è qui che Tosca canta una delle arie più belle e difficili composte per voce di soprano: Vissi d’arte! Vissi d’amore! Non feci mai male ad anima viva. Tosca “accetta” in cambio della libertà per lei e il suo amato, giunge Spoletta annunciante la morte di Angelotti, Scarpia afferma di mettere in scena per Cavaradossi, perché occorre simular un’uccisione simulata come facemmo al Conte Palmieri. Tosca per amore uccide Scarpia.

Intanto Cavaradossi condannato a morte all’ora quarta, chiede al carceriere offrendogli l’unico resto di sua ricchezza un anello per scrivere dei versi per la sua Tosca. Non ha bisogno di presentazioni E lucevan le stelle… Tosca annuncia all’amato che sarà un’uccisione simulata come la Tosca in teatro… Purtroppo Cavaradossi sarà realmente fucilato e al giungere degli sbirri Tosca si toglie la vita buttandosi da Castel Sant’Angelo gridando: O Scarpia davanti a Dio!

Tosca è un’altra delle tante eroine pucciniane: donna forte, con una personalità accentuata, gelosa, passionale, viva, devota, artista, uccide e si uccide per Amore.

Tante sono le riprese cinematografiche di Tosca, oltre all’omaggio di Lucio Dalla con il suo musical Tosca – Un amore disperato del 2003.

Tosca è tra le dieci opere più rappresentate al mondo.

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