Tutti i tabù che infrange il Viva Festival. “Avant-pop e linguaggi alternativi in dialogo in Valle d’Itria”

by Nicola Signorile

Sembra nato per distruggere barriere, il Viva Festival (Valle D’Itria International Music Festival). Fisiche, artistiche, territoriali. Sorto grazie a un’inedita collaborazione tra Nord a Sud, una fruttuosa partnership tra torinesi e pugliesi – Xplosiva, associazione che dal 2002 organizza il C2C (Club to Club) Festival a Torino e la società pugliese Turnè – nel segno della modernità. Sì, si può fare anche in Puglia.

Un’importante fetta di pubblico di C2C viene dal Sud – spiega a Bonculture, Guido Savini di Xplosiva – un aspetto che, unito al desiderio di realizzare un progetto estivo, ci ha portato a pensare a Viva. Vitale è stato l’incontro con Turnè, in cui abbiamo individuato un partner perfetto, che condivideva con noi la volontà di realizzare un progetto innovativo in Puglia”.

Un format di successo che in tre anni è cresciuto a tal punto da diventare un punto fermo, un polo di attrazione per gli amanti delle sonorità internazionali. Nel contesto incantato di Locorotondo e della Valle d’Itria, “territorio ricco di cultura e tradizione di cui ci siamo subito innamorati, ma dove soprattutto ci è venuto naturale adattare il nostro immaginario: l’avant-pop e i nuovi linguaggi artistici che esploriamo in tutte le nostre attività durante l’anno, hanno trovato infatti un forte dialogo con la Valle d’Itria tramite la loro declinazione più transglobale e contemporanea”.

Un altro tabù che il Viva contribuisce a sfatare riguarda l’anima musicale di una regione spesso identificata solo come terra della musica popolare, tutta tamburelli e pizziche sulla spiaggia. Un mondo che non esaurisce, né mai lo ha fatto, pratiche e ascolti dei pugliesi che hanno trovato nella nuova realtà, nata nel 2017, una importante vetrina dei suoni del nostro tempo. “Non esiste nulla come Viva e C2C nella proposta di eventi nel sud Italia – afferma Savini – pur consci delle potenzialità del progetto, dobbiamo ammettere che non ci sia stata edizione che non ci abbia sorpreso in termini di risposte ed entusiasmo del pubblico”.

Elettronica, club culture, hip-hop, artisti internazionali e scena italiana, contemporaneo e dialogo con i suoni del mondo, queste le parole d’ordine, come si vede chiaramente dall’edizione 2020 che muoverà i primi passi nei prossimi giorni. Da una breve occhiata agli ospiti transitati sul palco del festival negli ultimi tre anni – Nicolas Jaar, Ghali, Dj Shadow, Jamie XX, Liberato, The Black Madonna, Arca, Erykah Badu, Apparat, Jon Hokpins, Ninos du Brasil, Priestess – si ricava la netta impressione di una realtà con pochi steccati e che lascia molto spazio alle contaminazioni.

Ogni edizione richiede quasi un anno di lavoro”, sottolinea Savini, non c’è da curare solo la parte artistica, “ci sono aspetti tecnico-logistici da tenere conto con largo anticipo”, oltre alle attività collaterali della manifestazione. “L’emergenza sanitaria è quindi esplosa nel vivo della nostra progettazione – racconta – il nostro lavoro ci impone un certo grado di prontezza e flessibilità, ma questa volta abbiamo dovuto proprio reinventare i nostri schemi su base quasi quotidiana, lavorando costantemente su un piano B, C, D, a causa della totale incertezza della situazione”. Difficile pensare a festival musicali senza esperienza dal vivo, “abbiamo sperimentato lo streaming, e continueremo a farlo proprio con Viva, ma siamo convinti che questo festival non possa esistere senza la sua dimensione fisica. Non appena si è concretizzata la possibilità di lavorare su una nuova edizione con il pubblico, ci siamo messi quindi all’opera per realizzarla in tempi record”.

Con un cambio di direzione necessario all’insegna della responsabilità, dell’attenzione al territorio (il 50% degli artisti ospiti è pugliese), e, perché no, del supporto alle categorie artistiche più penalizzate dal lockdown. “Un’edizione sì ridimensionata, più intima se vogliamo, ma che potesse tutelare la salute così come l’esperienza”, la definisce Savini. L’opening act, scelto per la sera del 6 agosto, mette infatti al centro la musica e le bellezze di Locorotondo, riassumendo perfettamente la nuova strada intrapresa. Gli show avverranno sui tradizionali tetti aguzzi della cittadina, le cosiddette cummerse, e la musica sarà diffusa in tutto il centro storico attraverso un sistema di casse distribuite in locali, bar, ristoranti: una autentica sonorizzazione della città. Poi, fino al 9 agosto, la no-stop di concerti, dj-set, incontri e talk, trasmessa anche in streaming con il supporto Dice Tv, ticketing partner di Viva 2020, coinvolgerà altre location come masseria Aprile e Cala Masciola a Savelletri di Fasano.

A salire sulle cummerse saranno Jolly Mare, progetto discografico del producer e dj leccese Fabrizio Martina che sta guadagnando un posto di tutto rispetto nella scena elettronica internazionale, rielaborando il gusto italiano in chiave disco e boogie. Accanto a lui, la dj barese Paola Laf, il polistrumentista e produttore Yaffra, in piano solo, e Viva Viva Malagiunta, duo italo-argentino formato dai producer Filoq e Mr Paquiano. Venerdì 7 agosto, a masseria Aprile, la scena passa nelle mani di un pugliese dall’anima cosmopolita come Nicola Conte, produttore apprezzato in tutto il mondo, icona del jazz e della club culture. Afrocosmico è il suo nuovo progetto che presenterà, accompagnato da Raffaele Casarano, Carolina e Filippo Bubbico, Valentina Magaletti, Federico Pecoraro con l’incursione delle sonorità soul del cantautore Davide Shorty. Nella stessa serata, The Dining Rooms, gruppo storico formato dal dj e produttore radiofonico Stefano Ghittoni (Comizi D’Amore) e il musicista Cesare Malfatti (La Crus), a Locorotondo accompagnati da Georgeanne Kalweit, già voce dei Delta V, la cantante e sassofonista jazz Sanja Markovic (con Puglia Jazz All Stars) e il dj Z.I.P.P.O.

Unica serata a pagamento, l’8 agosto. In scena, un show in prima assoluta e in esclusiva per il Viva, che contamina dal vivo le rime di Massimo Pericolo, rapper italiano tra i più graffianti e provocatori, e 72-Hour Post Fight, collettivo multiforme, unico nel panorama italiano, che riunisce i producer Carlo Luciano Porrini (Fight Pausa) e Luca Bolognesi (Palazzi D’Oriente) e i musicisti Andrea Dissimile e Adalberto Valsecchi (da poco è uscito il loro omonimo debut album per La Tempesta). Non mancheranno nella lunga notte di masseria Aprile le audaci sonorità elettroniche di Clap! Clap!, aka Cristiano Crisci, e di Populous, al secolo Andrea Mangia, producer salentino che poche settimane fa ha pubblicato il suo ultimo disco W, un omaggio ad un immaginario musicale femminile libero ed eterogeneo, alle donne che lo hanno ispirato come Sobrenadar, Kaleema, Sotomayor, Emmanuelle, Barda, Weste, Cuushe e le italiane Myss Keta, L I M, Matilde Davoli e Lucia Manca.

Domenica 9, il Viva si sposta a cala Masciola, con l’Unusual Breakfast by Lavazza, un suggestivo saluto al sole in riva al mare, accompagnato da una colazione speciale per godere dello spettacolo musicale affidato al duo elettronico formato da Jima Fei, dj e fondatore dell’etichetta Fides Records, e Yaffra, duo di italiani trapiantati a Berlino, i cui live sperimentali sono ispirati dalla musica dance, beat improvvisati e sound design.

Il Viva 2020 non sarà fatto solo di live: Extra Viva! è un format di incontri intesi a creare un network tra soggetti eterogenei che parlano di innovazione con il coinvolgimento del territorio e di realtà locali. Sabato 1 e domenica 2 agosto, al Docks 101, si parlerà di nuovi modelli di sviluppo tra innovazione, etica e sostenibilità in La Città Circolare (tra gli ospiti, Guido Guerzoni docente Sda Bocconi) e di Millennial e Z: il mondo che verrà con Klaus, producer e youtuber, Carlo Pastore, conduttore e dj e Simonetta Sciandivasci, giornalista (Il Foglio).

Tutti gli appuntamenti sono a ingresso libero con prenotazione obbligatoria, fatta eccezione per l’8 agosto (costo di 10 euro). Gli eventi, nel rispetto delle prescrizioni vigenti, avranno capienza limitata.

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