“Tu chiamale, se vuoi, emozioni”, l’infanzia e i successi di una vita: Mogol si rivela al Giordano

by Fabrizio Simone

La stagione teatrale 2019/2020 del Teatro Giordano di Foggia si è aperta mercoledì 13 novembre con un ospite d’eccezione: Giulio Rapetti in arte Mogol, autore e produttore nonché storico collaboratore dell’indimenticabile ed indimenticato Lucio Battisti, ci cui quest’anno ricorre il 21° anniversario della sua scomparsa. Con Mogol, sul palco del Giordano, c’erano tre artisti: la cantante Monia Angeli; il pianista Stefano Nanni (diviso tra pianoforte e tastiera per permettere al pubblico di ascoltare altri strumenti come lo xilofono, il flauto e gli archi) e un chitarrista.

Il trio ha offerto una carrellata di hit notissime frutto della collaborazione tra Mogol e grandi nomi della musica italiana come Lucio Battisti (Giardini di marzo, Acqua azzurra, Balla Linda, Mi ritorni in mente, Dieci ragazze, Emozioni, Pensieri e parole, Fiori rosa, fiori di pesco, La canzone del sole, E penso a te, Il mio canto libero, 29 settembre) , Mina (Insieme), Mango (Oro), Riccardo Cocciante (Se stiamo insieme), Gianni Morandi (Canzoni stonata), Little Tony (Riderà), Fausto Leali (A chi) e Adriano Celentano (L’emozione non ha voce).

Quella di ieri – chi non ha potuto partecipare potrà godere dello spettacolo in programma stasera – è stata una serata a base di ricordi ma Mogol, 83 anni compiuti ad agosto, non ha solamente svelato aneddoti legati alla collaborazione con questi grandi cantanti: chi ha pagato il biglietto non immaginava che il più grande poeta della canzone italiana cantasse, in preda all’emozione, insieme a Monia Angeli.

 La prima curiosità riguarda il primo incontro con Lucio Battisti. Mogol lo conobbe grazie a Christine Leroux, discografica francese moglie del compianto Cino Tortorella, il Mago Zurlì. Battisti era sempre sorridente ed era un ragazzo estremamente simpatico ma, quando provò a far ascoltare le sue prime canzoni a Mogol, queste non trovarono un accoglimento positivo nel grande paroliere. Gli incontri successivi tra Mogol e Battisti portarono alla creazione del primo successo di Battisti: 29 settembre. Mogol, poi, ha ricordato che le canzoni del primo album furono interpretate da Battisti davanti ai malati dell’istituto tumori di Milano, sollecitati da un medico amico di Mogol. Inutile dire che il pubblicò andò in visibilio. Commovente il ricordo del diciottenne Mogol che, durante il soggiorno londinese, si fidanza con una bellissima ma senza cuore ragazza ebrea, Sharon: il fidanzamento tra i due finirà quando Mogol non riuscirà più a fingere d’essere ebreo (echi di questa esperienza compaiono nella seconda parte di Pensieri e parole).

E che dire dell’infanzia povera del giovane Mogol? Ne I giardini di Marzo si scopre che la mamma del piccolo Giulio è costretta a mettere lo stesso vestito ad ogni festa perché lo stipendio non basta e finisce ogni volta il 21 del mese ma Giulio è un bambino responsabile ed evita persino di chiedere le monete necessarie per acquistare un gelato. Sempre in tema Battisti, inquietante il ricordo che ha per protagonista una medium, una professoressa spagnola. Mogol fu contattato da una medium ma preferì far parlare la propria segretaria. La donna spagnola disse di aver visto l’immagine di Battisti nello specchio di un bagno. Il cantante laziale rivelò alla docente spagnola che Mogol avrebbe dovuto scrivere il testo per una sua nuova canzone, Arcobaleno. Mogol lo scriverà solo quando incontrerà Gianni Bella, recatosi a casa di Celentano con la musica della nuova canzone del Molleggiato, Arcobaleno appunto.

Serata scoppiettante e ricca di buona musica, applaudita con grande piacere da parte del pubblico foggiano (peccato solamente che 1/3 del Giordano fosse vuoto).

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