Candy Candy, compie 40 anni il cartone animato cult degli anni ‘80

by Marianna Dell'Aquila

E’ stato indubbiamente uno dei cartoni animati più popolari della nostra televisione, amato da almeno due generazioni – soprattutto di donne – che ritrovavano nella protagonista il romanticismo e il coraggio tipico di alcune eroine della letteratura. E’ Candy Candy, il famosissimo cartone animato giapponese che ha da poco compiuto 40 anni.

Dolce e generosa, ma allo stesso tempo coraggiosa ed eroica. Così la definirebbero molte delle sue fans che ancora oggi, ormai superata l’età degli “anta” , ricordano ogni dettaglio della serie. In realtà la storia di Candy Candy è nata dall’omonimo romanzo del 1975 scritto da Kyoko Mizuki, poi trasposto in versione manga in collaborazione con la disegnatrice giapponese Yumiko Igarashi. In Italia e nel mondo ha raggiunto il culmine della notorietà con la serie tv prodotta dalla Toei Animation andata in onda a partire dal marzo 1980. Nel nostro Paese è stata intitolata Dolce Candy e oggi moltissimi telespettatori ancora ricordano la celebre colonna sonora cantata da Cristina D’Avena.

La serie di Candy Candy racconta una storia corale (i personaggi sono moltissimi) in cui amore e dramma si intrecciano sullo sfondo della Grande Guerra. Le vicende della protagonista sono narrate sin dalla sua infanzia, quando vediamo Candy bambina ospite della Casa di Pony, un orfanotrofio guidato da Suon Maria e Miss Pony. Anni dopo, Candy viene adottata dalla famiglia Andrew  a capo della quale c’è lo zio William, un uomo ricchissimo e misteriosissimo che vive lontano e del quale i suoi familiari sanno poco. Candy conosce il biondissimo e dolcissimo Antony per il quale incomincia a maturare un sentimento molto profondo. Un giorno però sfortunatamente Antony cade da cavallo e muore. Candy, distrutta dal dolore, decide di trovare un po’ di pace tornando alla Casa di Pony. Grazie allo zio William, la ragazza va studiare alla prestigiosissima Royal St. Paul School di Londra dove conosce l’affascinante Terence. I due però si separano quando entrambi decidono di tornare negli Stati Uniti: Terence per seguire il suo sogno di attore e Candy per andare a fare l’infermiera a Chicago (spinta dal dramma della guerra). Il loro amore viene ostacolato in tutti i modi e sembra definitivamente chiuso quando Susanna, attrice anche lei innamorata di Terence, viene gravemente ferita durante un incidente a teatro mentre tenta di salvare la vita a Terence. Il ragazzo, preso dai rimorsi e dal senso di colpa nei confronti di Susanna, decide di rinunciare a Candy, il suo vero unico amore.  Intanto Candy scopre un’altra verità sconvolgente: il misterioso zio William è in realtà Albert, il fidato e generosissimo amico che l’ha aiutata in tutti questi anni. Per la bionda infermiera la speranza di un amore con Terence si riaccende solo qualche anno dopo quando, durante una festa alla Casa di Pony, legge su un giornale che Terence e Susanna si sono lasciati. La storia finisce con Candy e Albert che si rincontrano sulla collina della Casa di Pony e la ragazza scopre che era proprio lui il suonatore di cornamusa che aveva sentito molti anni prima passeggiando su quella stessa collina.

Nella storia del manga il finale è diverso: Candy sposa Albert. Proprio questo stravolgimento di trama ha portato in tribunale le due autrici. Il romanzo originale di Candy Candy scritto dalla Mizuki  appartiene al genere “shojo”, un genere letterario giapponese rivolto principalmente alle donne e la storia è raccontata in prima persona quando Candy già adulta. In generale, una delle differenze principali tra il romanzo originale è la versione manga è che nel primo l’autrice approfondisce maggiormente l’aspetto psicologico della protagonista, mentre nel secondo si dà maggior risalto all’azione e agli intrecci narrativi. E’ proprio questa differenza alla base della causa tra le due autrici giapponesi: la Mizuki infatti sostiene che quando Candy ritrova Albert sul finale della storia, in realtà è ancora innamorata di Terence e il dolore provocato dal distacco è ancora molto forte. E’ inverosimile quindi, come invece emerge dalla storia del manga, che Candy sia già pronta ad una storia d’amore con un altro uomo. Per la Mizuki quindi, il vero errore della Igarashi è di aver dato di Candy l’immagine di ragazza “facile”. Ebbene sì.

Ma come è andata a finire la causa? La Mizuki ha vinto, imponendo che il cartone animato non venisse più trasmesso e il manga ripubblicato. Tuttavia, i fans più agguerriti possono leggere il romanzo pubblicato nel 2014 e se qualcuno di loro conserva ancora l’album di figurine – che la Panini realizzò cavalcando l’onda del successo mondiale – se lo conservi in memoria di quello che è stato anche il primo cartone animato intorno al quale è nata una enorme operazione di merchandising.

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