Russian Doll, un loop temporale dentro un vortice di morte e resurrezione su Netflix

by Luana Martino

La storia è un classico: rivivere la stesso giorno per un tempo indefinito. L’ abbiamo visto al cinema e sul piccolo schermo, basterebbe citare ‘Ricomincio da capo’ perché si possa aprire nell’immaginario collettivo il mood utilizzato anche in ‘Russian Doll’.

A differenza di altri importanti precedenti, però, la giornata di Nadia (protagonista della serie interpretata da Natasha Lyonne già famosa per il personaggio di Nicky Nichols di ‘Orange is the New Black’) non si conclude semplicemente con il sonno, ma con la morte, che può arrivare in modi sempre diversi. Eh sì, Nadia è incastrata nel giorno del suo 36esimo compleanno, in un loop temporale che la porta in un vortice di morte e resurrezione. Lei, programmatrice di videogiochi egoista ed egocentrica, disfattista e dissacratrice si troverà a rivivere un giorno che sembra solo voler dimenticare.

Pur trattandosi di un tema già conosciuto Russian Doll composta da 8 episodi della durata di circa 30 minuti ognuno e distribuita da Netflix, si presenta originale e irriverente. La sceneggiatura è spesso sorprendente proprio per la capacità di ribaltare certi cliché e di non ricorrere mai a facili sentimentalismi. Il bello sta proprio nel suo essere emozionante e sincera pur mantenendo sempre un tono graffiante che si veste di accenti dark e profondi.
In Russian Doll si ride, si sorride e ci si commuove grazie a momenti molti toccanti ed intimi che compongono una riflessione piuttosto accurata sul mondo in cui viviamo e sul bisogno di condivisione che tutti abbiamo.

Non a caso Nadia inizia la sua avventura davanti allo specchio di un bagno, ed è proprio lì che si ritroverà più e più volte nel corso della serie. A fissarsi allo specchio, a fare i conti con sé stessa e a cercare di capire cosa stia succedendo alla sua vita e cosa realmente vorrebbe da essa e da chi la circonda.

Ben costruita, scorrevole, con scelte registiche semplici ma efficaci che si pongono al servizio di una sceneggiatura incalzante e dinamica.
Sarà un caso che sia una serie tutta al femminile?
Dietro all’ottima regia, infatti, ci sono una giovane regista quale Leslye Headland (The Wedding Party) ed una veterana del calibro di Jamie Babbit (Silicon Valley, Una mamma per amica). Con l’unica eccezione dell’episodio finale, dove sceglie di fare il suo esordio dietro la camera la stessa Natasha Lyonne (tra l’altro co-sceneggiatrice con Amy Poehler e Leslye Headland) a dimostrazione di quanto questa serie sia un passo importante e significativo per la sua carriera.

La serie si conclude con un finale (ovviamente non lo sveleremo!) in cui tutto si dipana, dove tutto sembra trovare il giusto equilibrio tanto agognato. La completezza della serie nella sua prima e unica (almeno per ora!) stagione non fa che muovere un dubbio: per quanto ci piacerebbe continuare a frequentare Nadia e il suo strambo gruppo di amici e conoscenze, perché pensare a Russian Doll 2?

Si finirebbe con lo svilire il senso di questo racconto e si cadrebbe, con molta probabilità, nel ripetersi inutile della storia. E poi, diciamoci la verità Natasha, anche volendo, sarà difficile trovare un finale più perfetto di quello che ci hai regalato.

Sembra, invece, che le riprese della seconda stagione siano iniziate i primi mesi del 2020, ma che siano state, chiaramente, interrotte a causa del Covid-19. Si presume, dunque, che la seconda stagione uscirà agli inizi del 2021…staremo a vedere!

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