«Vederle sul set degli Anni Trenta è un orgoglio». La passione per le auto d’epoca di Antonio De Vitto conquista Il Commissario Ricciardi

by Antonella Soccio

L’imprenditore agricolo e latifondista di Candela Antonio De Vitto non aveva ancora trovato il suo Marcello Dudovich per la sua collezione d’auto d’epoca, per le sue splendide Balilla.

Da un mese, per la prima volta le vede sullo schermo, nel loro tempo, nel tempo in cui sono nate, grazie alla magia del set tarantino dell’Apulia Film Commission de Il Commissario Ricciardi, il successo del lunedì di RaiUno, targato Maurizio de Giovanni.

Nella finzione scenica della serie tv tratta dai romanzi cult dello scrittore partenopeo con Lino Guanciale, Taranto, come si sa, è la Napoli degli Anni Trenta del Fascismo. La Fiat Balilla fu introdotta sul mercato il 12 aprile del 1932 al Salone del Mobile allestito nella Fiera di Milano. Poi con un manifesto ne fu pubblicizzato il restyling nel 1934 con una donna in primo piano a sottolineare l’emancipazione femminile, al di là dei messaggi sulla donna fattrice che veicolava il regime.

Un’auto leggera la Balilla, guidabile con maggiore facilità rispetto alle vetture precedenti.

De Vitto è un appassionato delle prime decadi del secolo scorso. Delle sue 18 preziose autovetture solo una è degli anni Cinquanta.

“Queste occasioni cinematografiche sono un orgoglio, è stato emozionante vedere le mie auto sul set, e ora è bellissimo vederle seppur velocemente nella serie, nelle varie inquadrature, in un modo così naturale”, evidenzia a bonculture.

Una sua Balilla si è vista per qualche secondo in più nella puntata Il posto di ognuno. L’estate del Commissario Ricciardi, le altre sfrecciano nelle varie scene e rendono perfetta la ricostruzione del set di D’Alatri, che ricorda in parte una costruzione teatrale classica, con una scelta cromatica assai simile all’altra serie culto napoletana, L’Amica Geniale, e una fissità nei gesti e nella recitazione, che è appunto da palcoscenico più che da cinema.

“Un amico, un agente napoletano che sapeva delle mie auto mi ha proposto il set, in questi giorni ne vado a caricare quattro, ce le ho a Siena. Le mie 18 auto sono tutte degli anni Trenta e dell’inizio del Novecento, ho anche le prime carrozze a motore”.

Ne Il Commissario Ricciardi oltre alle Balilla, ci sono anche due sue Lancia Augusta e dei camioncini da commercianti.

Come nasce la passione per questo periodo storico e per l’automobilismo di quegli anni?

“Mi piacciono molto quelle linee, ho ereditato una macchina da mio nonno e due camioncini. Mio nonno era un commerciante di cereali e prosciutto. La mia passione nasce così, ho voluto proseguire e collezionare le auto che hanno caratterizzato gli anni della giovinezza e della maturità di mio nonno e l’inizio della nostra avventura imprenditoriale familiare”.

Quel tipo di auto, però, trova al Sud e in Puglia pochissimi appassionati. “Purtroppo la maggior parte della Balilla sono al Nord in Pianura Padana, sono quotate intorno ai 20mila euro. Ma dipende, l’ultima macchina l’ho pagata 70mila euro. Le varie esposizioni, i raduni, i circuiti sono tutti al Nord”.

Ma ora che è cominciata la via cinematografica per le auto Devitto nessuno potrà più toglierle dai set.

“L’altro giorno è venuto Sergio Rubini che deve girare una fiction qui da noi sempre in costume, ambientata negli anni Trenta e vuole le mie auto”.

Le Balilla non le ferma più nessuno quindi…?

“Si mo’ mi devo mettere a fare solo l’attore”, conclude sorridendo.

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