Pagina’21, la rivista culturale della Fondazione Di Vagno. Buonamano: “I nostri valori sono la giustizia sociale e l’uguaglianza”

by Antonella Soccio

La rivista Pagina’21 della Fondazione Giuseppe Di Vagno sta portando su una piattaforma diversa, rispetto agli incontri in presenza, i contenuti e gli spunti di riflessione di Lectorinfabula e non solo, in modo da farli durare più a lungo. Dopo gli scrittori Bruno Arpaia, Paolo Di Paolo e Donatella Di Pietrantonio delle scorse settimane, e la conversazione on line del 25 aprile scorso sul cinema, sull’ambiente, sulla cultura, guidata dal direttore responsabile della rivista Oscar Buonamano che ha dialogato con Giorgio Simonelli docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Marica Di Pierri attivista dell’associazione A Sud Onlus e Marino Sinibaldi direttore di Radio3 Rai, nei prossimi giorni, sempre di lunedì, sarà la volta, tra gli altri, di Alessandra Faggian prorettrice del Gran Sasso Science Institute, del giornalista Gigi Riva, dell’antropologo Marco Aime e del giornalista Luigi Vicinanza.

Tante le firme eccellenti di Pagina’21, una fra tutte quella del professor Giorgio Simonelli, che oltre ad essere un habitué del Lectorinfabula, ogni settimana ha una rubrica di cinema e tv sulla rivista.

Noi di bonculture abbiamo chiacchierato con il direttore di Pagina’21 Oscar Buonamano.

Direttore, come nasce l’idea di trasportare l’anima di Lector e della Fondazione sul web?

Intanto Pagina’21 esisteva, era un progetto dormiente, che non aveva mai preso forma. Nasce adesso come spin off del progetto Granai della Memoria, col quale si sta realizzando la Community Library a Conversano nel Monastero di San Benedetto.

A che punto è la Community Library? La quarantena ha fatto slittare i lavori?

Penso di sì, ma i lavori sono a buon punto. Pagina’21 è uno spin off ed è una rivista on line della Fondazione Di Vagno, che ha come obiettivo principale di fare quello che fa la Fondazione, cioè un lavoro culturale che ha una forte base politica nella giustizia sociale, nell’uguaglianza, che sono poi i valori a cui si ispira la Fondazione, attraverso la persona a cui è dedicata, Di Vagno, il primo deputato socialista ucciso dai fascisti, prima ancora di Giacomo Matteotti.

Come si innerva questo discorso con la rivista?

La rivista ha tanti ambiti, ha una serie di attività che sono proprie della Fondazione come Il piacere di lavorare, i Granai della Memoria, che però nel caso di Pagina’21 hanno comunque dei contributi originali. La rivista vuol essere un vero e proprio portale culturale: lo spirito di fondo che tiene dentro tutti i contributi ha una forte matrice orientata verso i valori della Fondazione. Cerchiamo attraverso la cultura e quindi attraverso il cinema, le arti, la televisione, la politica, le questioni della società, la satira attraverso le vignette di ribadire quei valori.

C’è una sezione molto ricca di vignette

Ogni giorno pubblichiamo una vignetta. Ogni giorno pubblichiamo una vignetta e un articolo. Tutti gli articoli e le vignette servono a dare la sostanza della giustizia sociale e dell’uguaglianza. L’obiettivo è di contribuire all’emancipazione della società, per avere dei cittadini più consapevoli. Come per Lector dove gli incontri servono da un lato ad informare e dall’altro per la conoscenza, col fine ultimo di costruire dei cittadini migliori, così per noi: vogliamo dare degli input. La rivista è un vero e proprio giornale, un quotidiano, perché pubblichiamo tutti i giorni. Le nostre notizie sono sì legate all’attualità, ma sempre in chiave interpretativa della realtà. In questo momento molti articoli vertono sul Coronavirus, ma ognuno di loro ha un approfondimento. Abbiamo pubblicato un articolo di Marika Di Pierri che faceva questo collegamento tra la pandemia e la crisi ambientale. Oppure un altro, intitolato Democrature, che ci spiegava come l’Europa dell’Est sta affrontando la pandemia e come le democrazie si stanno piegando verso regimi un po’ più autoritari.

Oscar Buonamano, foto di Enrico Della Valle

Avete scelto un giornalismo di editoriali, in forma di saggi brevi? O farete anche giornalismo di inchiesta e di mediazione?

Tutti gli articoli interpretano la realtà, il nostro non è un giornale che racconta la cronaca. La cronaca e i fatti che accadono sono sempre rapportati per comprendere quello che si sta facendo sia quando sono più verso il saggio sia quando sono più inchieste, approfondimenti. Cerco nelle possibilità che mi sono date di avere sempre articoli che si possano conservare, che possano servire.

Tutto questo lavoro vostro lavoro intellettuale di Pagina’21 può rimbalzare nel festival? È anche questo il vostro obiettivo?

Più che rimbalzare nel festival, racconterà anche il festival, nel senso che su questa pagina e sul sito ci sarà il racconto del festival. Le attività delle Fondazione sono tutte autonome, non solo Lector, ma anche le lezioni di buona politica, le lezioni Salvemini, l’Archivio. Con questo nostro strumento di comunicazione, tutte queste nostre attività, che hanno attualmente anche il loro sito, avranno man mano che cresceranno degli ambiti di attività. Abbiamo tante categorie, Pagina si propone di raccontare attraverso delle verticalizzazioni quelle che sono le attività che svolge la Fondazione.

Purtroppo tutti i giornali di carta, ma anche i pdf scaricabili insieme ai siti a pagamento, nonostante ci sia stata in quarantena una grande voglia di lettura, hanno subito una forte battuta d’arresto. I giornali hanno perso copie, pdf e abbonamenti on line ai siti. Cosa significa per voi offrire un prodotto giornalistico e culturale così importante come Pagina’21 gratis?

Il tema attiene a tante cose, almeno a due elementi. Il primo è che gli italiani sono il popolo che legge di meno in Europa e quasi nel mondo. Se non leggono i libri, non leggono nemmeno i giornali. C’è un dato strutturale di alfabetizzazione nel Paese che andrebbe analizzato. Il secondo punto è che bisognerebbe vedere la natura dei giornali. Repubblica ha cambiato proprietà, lo sapevamo, ma ora è ufficiale. Un giornale come Repubblica che era nato con tutti gli auspici nel 1976 da un gruppo imprenditoriale, che si poneva come il giornale dei progressisti italiani, oggi passa ad una delle famiglie storiche del capitalismo italiano. L’offerta dei giornali, da un punto di vista oggettivo, diventa sempre omologante. Il Corriere della Sera è sempre stato considerato il giornale degli industriali, ora anche Repubblica con La Stampa appartiene ai più grandi industriali di questo Paese. C’è un problema di mancanza di diversità da parte della stampa quella di carta.

La proposta gratis non riguarda solo l’informazione, ma riguarda la possibilità di fare business sul web. Per il momento sul web, la possibilità di guadagnare dell’utilizzo è solo in sostituzione del negozio. Non c’è ancora una dimensione attraverso cui la diffusione online sia in grado di vendere se stessa. La nostra proposta è in linea con tutti i giornali, per cui l’informazione è per lo più gratuita.

Proprio Repubblica con Mario Calabresi prima e poi con Verdelli aveva tentato di far pagare i suoi articoli anche online

Adesso vedremo cosa farà la nuova proprietà. Tendenzialmente anche i siti collegati ai giornali di carta offrono comunque una grande piattaforma gratuita. In America il New York Times aveva ad un certo punto scelto di uscire solo on line. Questo è un sistema molto in evoluzione, è difficile capire in quale direzione si sta andando anche perché suppongo che con la crisi economica in cui già siamo come conseguenza della pandemia diventerà tutto più complicato. È difficile capire dove si sta andando. Tutte le strade vanno indagate. L’informazione on line non potrà essere sempre gratis. Protrarre all’infinito questa possibilità è un errore secondo me. Se restiamo al tema di Pagina, complessivamente si crede che internet dia una pluralità di informazione, ma ogni lettore per essere sicuro della veridicità e del valore scientifico di quello che sta leggendo devi avere l’autorevolezza della fonte. Nel caso specifico dell’informazione, l’autorevolezza della fonte è data dai giornalisti, dalla testata, dal nome dei giornalisti. Più si andrà avanti più la figura del mediatore culturale che è il giornalista assumerà secondo me una dimensione più centrale.

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