Luciano Toriello, le sfide del cammino e il Gargano dei riti ancora inesplorato

by Antonella Soccio

Quando ci si mette in cammino bisogna essere pronti ad accogliere e ad affrontare nuove sfide. e gli organizzatori di “Mònde – Festa del Cinema sui Cammini”, per la sesta edizione, lo hanno fatto riscontrando un grande successo.
Ancora una volta Monte Sant’Angelo ha ospitato la manifestazione che quest’anno ha avuto come tema la “Chiamata all’avventura” e che ha visto in programma, come sempre, proiezioni, masterclass, matinée con gli studenti, cammini, incontri con attori, registi e produttori.

Bonculture ha intervistato il direttore artistico e ideatore di Mònde Luciano Toriello.

Luciano, la chiamata all’avventura è stato il tema del 2023. La nuova sedentarietà dei dispositivi elettronici ha tarpato le ali all’avventura? Sappiamo ancora camminare senza programmi come accade nelle fiabe?

Nella maggior parte dei casi quando ci si mette in cammino è per cercare un punto di rottura con una situazione pregressa della nostra vita, che in quel momento ci sta comprimendo un desiderio. Durante il cammino, per scelta o per necessità, si è costretti ad affrontare numerose sfide, dapprima quella fisica ma spesso anche di coraggio e quindi mentale. Affrontare queste situazioni ci mette nelle condizioni di conoscerci meglio, affrontare i nostri limiti e capire i nostri desideri: siamo davanti ad una vera e propria chiamata all’avventura. I dispositivi elettronici ci permettono di calcolare tutto nel dettaglio e probabilmente questo ci costringe a non affrontare quelle necessarie, a volte anche piccole, sfide che l’imprevisto ci regala.

Il Gargano è stata terra di briganti e brigantaggio, quanta avventura resiste nei paesaggi e nei cammini nella Montagna Sacra interna? C’è ancora dell’ignoto che può essere ripreso? E quale può essere il ruolo di un documentarista?

Il Gargano è fin troppo poco esplorato a livello audiovisivo. Il ricchissimo patrimonio di tradizioni popolari, riti laici e religiosi, nonché di paesaggi ricchi di storie, come quelle dei briganti ma anche dei taglialegna e mulattieri, rappresentano un vero e proprio patrimonio inesplorato.

Dall’inizio della nostra avventura di Mònde, nel 2018, abbiamo cominciato l’attività parallela di formazione con Gargano Doc, una scuola del cinema documentario con il compito di formare documentaristi che potessero cogliere l’opportunità di narrare questo ricco patrimonio immateriale. Negli anni molti ospiti di Mònde sono tornati per mettere in scena fiction, documentari o reportage televisivi. Questo è uno degli obiettivi che la nostra Festa si pone.

Il simbolo di quest’anno è stato uno strumento arcaico, del rumore del ferro che sbatte contro il legno quando non si possono suonare le campane in settimana santa.

C’è nell’avventura anche un elemento tribale, poi decodificato dal sacro? Quali altri simboli si possono recuperare sul Gargano?

La “tròzzele” è uno strumento usato durante le processioni della Settimana Santa ma, in special modo, durante l’Ufficio delle Tenebre, rito recuperato negli anni ’60 dal compianto prof. Ernesto Scarabino. Durante il Rito la Confraternita comincia a scuotere questo strumento tanto da procurare un terremoto sonoro, è un gesto tribale e, proprio quel suono che sbatte il legno di cui parli, ti provoca una forte emozione che si sente a fior di pelle, perché trasmette tutta l’autenticità del rito mentre i cori in latino fanno vibrare le mura della Chiesa. In quel momento il tribale si trasforma in sacro. Ho da sempre creduto che Monte Sant’Angelo, o meglio tutto il Gargano, dovrebbero candidare questo e tutti gli altri simboli a Bene dell’Umanità.

Il programma dei film e dei documentari. C’è stata una forte attenzione all’ambiente e agli alberi, agli ulivi. Quanta consapevolezza ambientale c’è a Monte? Qual è il messaggio di Mònde?

Molti abitanti di Monte Sant’Angelo e l’amministrazione comunale sono attenti al loro territorio e lo dimostra anche la grande attenzione per l’operato di industrie localizzate a Macchia. Ovviamente mi rendo conto che la lotta spesso viene sommersa e come in tutte le aree del Mezzogiorno bisogna faticare il doppio per poter vedere riconosciuti i propri diritti.

Mònde ha seguito un percorso di sensibilizzazione alle tematiche ambientali sin dal primo anno. Infatti per fare dei piccoli esempi, chiediamo ai nostri ospiti di raggiungerci con i mezzi pubblici, gli facciamo incontrare le antiche Vie attraverso il progetto “I cammini di Mònde”, dove il più delle volte rimangono impressionati dalla vista e dai racconti delle nostre guide. Inoltre quando ospiti e spettatori arrivano a Monte non hanno più bisogno di usare la macchina o altro. Questo come tanti altri aspetti, come i dibattiti sul tema con i registi, ci hanno dato la possibilità di essere riconosciuti come Best practice dall’Unione europea e riconosciuti a livello ministeriale attraverso i progetti PNRR TOCC. Proprio per quest’ultimo progetto, quest’anno ci è stato chiesto di confrontarci con la guida per i festival green dell’associazione dei festival italiani e ci siamo resi conto che avevamo già tutti i criteri per essere green, anzi possiamo solo sperimentare metodologie che ci permetteranno di essere replicabili altrove. Mònde Festa del Cinema sui Cammini è per sua natura un festival green.

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