Pomodoro, la risorsa giusta, tutta la sostenibilità della OP Mediterraneo

by redazione

Agricoltura, sostenibilità e legalità. Tutto è questo è OP Mediterraneo, che ieri ha celebrato l’assemblea straordinaria e ordinaria. Marco Nicastro è stato riconfermato presidente.

“Un grazie di cuore agli amministratori che mi hanno supportato fino ad oggi, il Direttore Emanuele Flagella e dottor Alfredo De Lillo e all’assemblea generale che alla unanimità mi ha rieletto alla presidenza per il prossimo triennio accompagnato dalla Vicepresidente Maria D’Aloia e dal consigliere Salvatore Brancaccio, imprenditore di una delle più grandi realtà di Lucera e della provincia”.

La OP è fornitrice nel contratto di filiera del pomodoro lavorato da La Fiammante e da tempo collabora anche con Funky Tomato che nei giorni scorsi è stata protagonista di “Cibo. La giusta risorsa”, un grande evento promosso a Milano dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, che ha esplorato il tema della sostenibilità nell’appuntamento de Le conseguenze del futuro, sul rapporto tra cibo e tutela della salute.

La sostenibilità agroalimentare dipende anche dalla tutela dei presìdi sociali, culturali, imprenditoriali e di competenze che sono oggi minacciati dai fenomeni di concentrazione finanziaria e politica in atto all’interno dell’agribusiness, per cui occorre domandarsi: chi detiene l’egida delle decisioni che disegnano le filiere e i mercati agroalimentari? Chi rischia di rimanere escluso e con quali conseguenze?

Una risposta, nella direzione delle buone pratiche, arriva in questo senso dalla testimonianza di Funky Tomato, una Società Benefit che ha lanciato un modello di filiera produttiva partecipata – in Campania e Lucania – ad alto impatto sociale.

È, infatti, la prima filiera che inserisce tra i propri processi di trasformazione anche il valore culturale legato alle fasi di lavorazione del pomodoro, quale punto fondamentale e decisivo per immaginare e sperimentare un nuovo modello di produzione e commercializzazione. Lo sforzo e l’innovazione di questa pratica consistono nel cercare, comprendere ed elaborare le esperienze rurali e multiculturali che costellano l’agricoltura italiana e mediterranea, con particolare attenzione ai territori del sud Italia e alla legalità e tracciabilità sociale della filiera: una svolta decisiva, considerato che quella del pomodoro è una delle filiere più permeabili alle infiltrazioni della criminalità.

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