La passione di Lia Azzarone. “Ho aiutato più di un compagno Pd a capire che anche le donne hanno carattere”

by Antonella Soccio

Circa 1400 voti alle ultime amministrative foggiane, grande verve sul palco insieme a Nicola Zingaretti nel maggio 2019 e una segreteria provinciale Pd guidata con entusiasmo e capacità di ascolto dei territori.

La dirigente dem Lia Azzarone, legatissima al Governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, dai banchi dell’opposizione al Comune di Foggia, unico centro in Puglia amministrato dal centrodestra, in una fase oggi, col nascente giallorosso Conte 2, che si presenta quanto mai inedita e difficile per gli azzurri e per la Lega, dovrà tenere insieme il partito in vista della sfida delle Regionali del 2020.

Noi di Bonculture l’abbiamo intervistata.  

Consigliera e segretaria, a Peschici e poi anche a Mola e Polignano è apparso netto ed evidente il clima di reazione e di forte autoritarismo che Salvini insieme ai suoi più ferventi fedelissimi stavano instaurando nel Paese. Qual è la sua posizione sul governo giallo-rosso? Può bastare al Pd il tema relativo all’argine per le destre? Non si rischia un nuovo “effetto Monti”? E se sì come crede dovrà essere scongiurato?

Serve una discontinuità netta e nettamente percepibile. Sui temi e su chi quei temi li incarna. E mi riferisco prima al PD che ai potenziali alleati di governo. La sfida si gioca su come interpretiamo le istanze poste con maggiore urgenza dalla comunità: lavoro, sicurezza, fiscalità. Abbiamo bisogno di innovazione, di nuove idee e di nuove strategie che davvero segnino la discontinuità rispetto alle misure inutili e odiose adottate nei 14 mesi passati ed anche rispetto ad alcune scelte compiute dai governi del PD. Necessitano, anche, investimenti reali a tutela dell’ambiente e per la green economy, misure di contenimento ed efficientamento della spesa degli enti locali alternative al blocco delle assunzioni. Se questi sono gli auspicabili obiettivi programmatici, è altrettanto auspicabile che a perseguirli siano ministri diversi da quelli che hanno composto gli ultimi governi.

È la donna più votata del Consiglio comunale, ma non sono mancati nel suo partito alcuni mugugni da parte dei candidati uomini, che hanno avuto uno score nettamente inferiore al suo. Perché ad una donna non è consentito “sfruttare” anche cinicamente il consenso maschile?

Mugugni non ne ho avvertiti, ma non posso escluderli considerata la natura competitiva di qualsiasi elezione. È vero che ordinariamente le candidature femminili sono accessorie a quelle maschili, abitudine che non tiene conto del crescente peso e della più numerosa presenza delle donne in politica. Personalmente non ho pensato di ‘sfruttare’ il consenso maschile, mi sono impegnata a rafforzare con l’autorevolezza del mio ruolo politico l’intera lista del Partito Democratico e il doppio voto di genere previsto dalla legge elettorale.

Col segretario nazionale Nicola Zingaretti

Che ne pensa di coloro i quali sono pronti a giudicare solo le competenze delle donne nella Giunta Landella?

Alcuni commenti e alcune ricostruzioni giornalistiche le ho trovate davvero sgradevoli. Siamo alle solite: a una donna si fanno le pulci; a un uomo si lascia passare anche ciò che non si dovrebbe. Evidentemente, però, ha pesato anche il senso di residualità assegnato dal sindaco Landella alla componente femminile della Giunta.

In campagna elettorale, è stata forse l’unica candidata dei diversi schieramenti a porre l’accento sulle mancanze nei quartieri e nelle periferie di una politica a misura di bambino. In una città che si spopola, quello dell’infanzia è forse un tema poco sentito? O la maternità è diventata quasi un tabù in una città dal così alto tasso di disoccupazione? Collego questa domanda anche ai tanti che le hanno rimproverato di “sventolare” il suo essere madre sui social, che pensa di questi attacchi? C’è del machismo anche in queste posizioni retrive?

La maternità cambia chi la vive non solo nella sfera emotiva. Essere madre è assai difficile in una città che non offre servizi di supporto alla maternità, così come essere bimbi è deprimente in una città che non offre spazi e opportunità di socializzazione. A me sembra banale. Al contrario mi sembra enorme che affermare cose del genere sia percepito come ‘strano’. Quanto alle critiche per la ‘socializzazione’ dell’amore per i miei figli, che posso dire? Sono fatta così e mi piace essere fatta così.

Mi ha colpito in Consiglio comunale lo “scherno” che alcuni uomini esperti del centrodestra le hanno riservato a più riprese dai banchi della maggioranza, dopo alcuni suoi interventi decisi e forti, quasi che una donna, una leader, debba essere sempre e solo mite o razionale e compita, reverenziale. O che perlomeno ci si aspetti da lei questo. Che rapporto ha con la sua irruenza e con la sua vis polemica? Nel Pd le è stata fatta notare e come ha sfruttato questa sua forza?

Mite, compita, reverenziale sono atteggiamenti che non mi si addicono (ride di gusto) e lo sanno tutti quelli che mi conoscono e mi frequentano. Ormai non ci faccio neanche più caso a quegli ‘scherni’; almeno fino a quando non superano i limiti dello scontro politico anche aspro. Parafrasando il motto popolare, a polemica rispondo con una polemica e mezzo. Ammetto che questo tratto caratteriale è stato funzionale in alcuni passaggi dell’attività politica e ha aiutato più di qualcuno dei compagni e degli amici del PD a convincersi che anche le donne hanno carattere.

Quanto è stata utile per la sua formazione politica l’esperienza nella Asp e quali crede debbano essere le traiettorie di indirizzo di questi enti, che tanti considerano dei carrozzoni inutili.

Mi sono confrontata con i problemi concreti e specifici della gestione e l’ho fatto dovendo confrontarmi anche con le difficoltà derivanti da atti gestionali antecendenti oggetto di indagini da parte della magistratura. ASP come la De Piccolellis sono un potenziale patrimonio per la comunità, altro che enti inutili. Il punto è imprimere negli interlocutori, istituzionali e privati, la necessità di una radicale innovazione della loro missione, sempre più e meglio orientata all’ambito sociale. Si deve progressivamente asservire la funzione economica dei beni amministrati agli obiettivi di natura comunitaria, dall’assistenza all’occupazione.

L’ingegner Pippo Cavaliere, il vostro candidato sindaco. Lei che è così passionale, ripunterebbe ancora su di lui?

Pippo è stato un ottimo candidato e ha consentito al centrosinistra di ottenere un risultato, il ballottaggio, per molti impossibile da raggiungere avendo come avversario un sindaco che ha utilizzato tutte le leve, dico proprio tutte, del governo comunale. Anche grazie a lui abbiamo ripreso il filo del dialogo con pezzi della società foggiana ostili al PD e abbiamo rafforzato il profilo sociale della nostra offerta politica. Forse è mancata, appunto, la passionalità, che nella fase del ballottaggio ci avrebbe aiutato a sostenere meglio l’impatto con l’avversario. Detto questo, ogni elezione è una storia a se stante ed è inutile ragionare con il senno di poi.

Le Regionali del 2020, Emiliano aveva sempre visto giusto sul M5S? Potrebbe esserci un’alleanza? Lei sarebbe a favore?

Condivido ciò che ha detto Michele Bordo: la discontinuità tra l’accordo con la Lega e quello con il PD si misura anche sulla capacità del M5S di costruire alleanze territoriali. Se a Foggia avessero condiviso la responsabilità di costruire un’alternativa allo sgangherato e inconcludente centrodestra, oggi avremmo Pippo Cavaliere sindaco, Giovanni Quarato presidente del Consiglio comunale e un’Amministrazione ben più stabile e capace di quella rabberciata da Landella.

Ultima domanda: le tre migliori prassi politiche del governo Emiliano e del Pd regionale di questi anni.

Innanzitutto l’investimento nell’intelligenza, la competenza, la fantasia dei giovani che hanno potuto tradurre la loro bellezza in innovative attività produttive grazie al finanziamento del programma PIN. Aver messo a posto i conti della sanità ha consentito la programmazione di assunzioni, a centinaia solo in Capitanata, e investimenti in strutture e attrezzature. Il rafforzamento della filiera turistica ha generato lavoro e investimenti, oltre ad aver diffuso ulteriormente la buona fama della Puglia nel mondo con risvolti positivi sull’export del ‘made in’ pugliese. Più complessivamente, Emiliano e la Giunta regionale hanno mostrato, anche fisicamente, grande vicinanza ai pugliesi, ai sindaci, agli amministratori – in particolare a chi abita e a chi amministra i piccoli comuni in cui è sempre più difficile vivere – prestando ascolto e offrendo soluzioni concrete ai problemi riscontrati.

Il PD regionale, francamente, ha risentito della complessa fase vissuta dal partito negli ultimi 3 anni. Le energie sono state assorbite da congressi ed elezioni, impedendo al gruppo dirigente di mettere a valore anche le sollecitazioni provenienti dai Circoli e dalle Federazioni. La nascita del governo con il M5S e l’approssimarsi delle elezioni regionali solleciterà tutti, in particolare la segreteria pugliese, alla rielaborazione della linea politica e degli obiettivi programmatici e sarà quella, ne sono convinta, l’occasione per rianimare il dibattito e il confronto ad ogni livello.

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