Lilli e Teresa: semplicemente, fortemente ed infinitamente amore

by Maria Teresa Valente

L’amore è una cosa semplice, canta Tiziano Ferro. Eppure, anche lui sa bene che non è così, specialmente se devi dimostrare al mondo che il tuo amore non è diverso, non è da meno, non è folle, ma è semplicemente, fortemente ed infinitamente amore.

Lilli e Teresa si erano conosciute nell’autunno del 1989, a casa di un’amica. “Dal momento esatto in cui i nostri sguardi si sono incrociati, non siamo più riuscite a fare a meno una dell’altra”, racconta ancora piena di emozione Lilli.

“Stavo lavorando in Germania ed ero a Manfredonia per le vacanze. Quando tornai su, iniziarono telefonate fiume (e costosissime) e per sentirci ancora più vicine, ci spedivamo per posta cassette con le nostre voci registrate”.

Erano i tempi in cui internet non aveva preso ancora possesso delle nostre vite e rimanere uniti anche a distanza era più difficile, ma forse più romantico.

Per Lilli, nata a Mattinata, piccolo paese del Gargano, e cresciuta a Manfredonia, far accettare alla gente il suo orientamento sessuale non era stato semplice e, ad un certo punto, fatti armi e bagagli, aveva preferito allontanarsi dalla sua terra. Si trasferì dapprima a Roma e, dopo qualche anno, raggiunse la sorella in Germania per iniziare a lavorare nella gelateria di famiglia.

Quell’amore piovuto all’improvviso, aveva però magicamente cancellato ogni esitazione, e dopo qualche mese Lilli decise di tornare in Puglia e di vivere insieme a Teresa a Manfredonia.

Era il 1990 e non esistevano le unioni civili. L’amore, però, quello esisteva eccome! Certo, a volte la gente rimaneva un po’ perplessa, ma un sentimento puro e sincero non spaventa, conquista. “Il nostro era un amore fiero e non temevamo i giudizi della gente”, racconta Lilli con orgoglio. Poi aggiunge: “Viviamo di stereotipi: ai maschi si abbina l’azzurro e alle femmine il rosa; la forchetta è la posata donna ed il coltello è la posata uomo. A me vengono in mente i cinesi: loro mangiano con due bacchette perfettamente identiche. Qual è l’uomo e qual è la donna?”.

Per suggellare il loro amore, Lilli e Teresa andarono da un notaio e fecero testamento. Sì, testamento, perché all’epoca nessuno poteva tutelarle e perché un pezzo di carta, a volte, vale più dell’evidenza.

Passarono anni intensi e felici. Come nelle migliori famiglie c’era a volte qualche screzio, ma “non potevamo tenerci il muso per più di due minuti”.

Poi arrivò quel maledetto giorno…

Il 18 novembre del 2011, Teresa si sottopose ad una risonanza magnetica. Da prassi, le chiesero una firma prima dell’iniezione con il liquido di contrasto. Strinse forte la mano alla sua Lilli, la salutò, entrò nel tomografo e chiuse gli occhi. Per sempre.

Il dolore di Lilli fu immenso e straziante. Le attraversò la mente anche l’idea che non valesse ormai più la pena di vivere. Le mancava l’essenza stessa della sua vita e poi… cominciarono anche le difficoltà economiche. Per scelta di entrambe, Lilli non lavorava e si occupava della casa e della famiglia ed ora che Teresa non c’era più, per legge nulla le era dovuto: nessun sussidio, nessun aiuto. Anche il testamento sembrava quasi inutile. Se per Teresa la sua Lilli era tutto, per lo Stato non era nessuno. Gli ex colleghi di lavoro di Teresa, ragioniera alla ex Mucafer,  le erano vicini, le portavano la spesa a casa ed organizzavano persino delle collette per aiutarla economicamente. Ma andare avanti era difficile, molto difficile.

Poi, improvvisamente, iniziò a vedere cuori ovunque e capì che la sua Teresa le era ancora vicina. “Cuori mentre cucinavo, cuori mentre camminavo. Persino quando un giorno con l’aghetto mi controllai la glicemia, la goccina di sangue sul fazzoletto diventò un cuore. Era lei, lo sentivo. Voleva farmi coraggio ed iniziai a trovare la forza per uscire dal tunnel nero in cui mi ero persa”.

Un giorno conobbe due avvocati di Foggia, Bruno Colavita e Giacomo Alessandro Celentano, e su loro suggerimento iniziò una battaglia persa già in partenza: farsi riconoscere la pensione di reversibilità.

Più che una battaglia, in realtà, fu una guerra, che vedeva contrapposti Davide e Golia. Dopo alcuni anni di carte, documenti e dichiarazioni, è di pochi giorni fa la sentenza, passata in giudicato, che Lilli ha vinto ed ottenuto la pensione di reversibilità. È il primo caso in Italia e farà scuola.

La testimonianza chiave, è quella di una cugina di Teresa: “Non ho visto mai due persone amarsi così”.

Lilli non ha dubbi, c’è anche lo zampino della sua amata, che come a volte fa anche con lei, avrà parlato al cuore del giudice.

Perché l’amore qualche volta non è proprio una cosa semplice, ma…

Tu sei il mio cielo

Si, sei il mio cielo.

Dedicata a Lilli Quitadamo e Teresa Totaro. E alla loro vittoria.

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