Il maialino di Natale di Rowling, una storia entusiasmante di amicizia e una riflessione profonda ambientale su spreco e riuso

by Paola Manno

L’ultimo, attesissimo romanzo di J.K. Rowling, la celebre autrice di “Harry Potter”, si intitola “Il maialino di Natale”; appena pubblicato da Salani è già in vetta alle classifiche letterarie di mezzo mondo ed è facile capire perché: leggerlo è un viaggio appassionante.

Protagonista dell’entusiasmante avventura è il piccolo Jack che, proprio il giorno della vigilia di Natale, perde il suo pupazzetto preferito, Mimalino detto Lino, un maialino di pezza di quelli con le palline di plastica nella pancia, vecchio e consumato ma amatissimo. Lino è infatti un giocattolo prezioso perché ha accompagnato Jack nei momenti più difficili della sua infanzia, coccolandolo e consolandolo nei giorni duri del divorzio dei genitori. Il dolore per la perdita dell’amico è dunque un vero e proprio lutto per Jack, ma il caso vuole che tutto può accadere nella notte dei miracoli e delle cause perse…

Così inizia l’avventura del ragazzino in cerca del suo pupazzo e Jack si ritrova in un paese magico, “La terra di perduti”, il posto dove vanno a finire tutte le cose che non troviamo più. È facile da immaginare, è quel posto pieno di ombrelli dimenticati nei locali e di anelli poggiati sui lavandini, di oggetti rotti ma funzionanti, delle mille piccole e grandi cose abbandonate di cui ci accorgiamo di aver bisogno quando non sappiamo più dove si trovino. Ad accompagnare Jack c’è il nuovo maialino regalatogli dopo la perdita, un oggetto di rimpiazzo che, durante il viaggio, sarà tuttavia in grado di mostrare il proprio valore e coraggio.

In questo posto speciale c’è una gerarchia precisa e ogni gruppo di oggetti racconta dell’altro: c’è chi è finito lì perché il suo proprietario è stato disattento, chi perché considerato un “usa e getta” (“Nessuno si dispera quando scompariamo. È facile rimpiazzarci. Ma questo non ci rende meno degni, nossignore. C’è ancora speranza… molta speranza…”), ci sono oggetti “fuori posto” e altri essenziali, come Ruby la Rubrica, che sfoggia con orgoglio le numerose pagine con la fitta scrittura spigolosa dell’anziana signora che l’ha posseduta, che spiega con orgoglio “Immaginate che disastro quando mi ha perso!”. Poi ci sono i sentimenti che si personificano in ruoli- chiave come ad esempio Speranza, con le sue grandi, potenti ali per volare.

La fantasia di Rowling ci regala personaggi davvero indimenticabili: Angelo Rotto, Coniglietto Azzurro, Bussola, e infine il Perdente, l’antagonista sovrano del Regno che, nella sua ferocia, ha però tanto da insegnarci. “Il maialino di Natale” è una storia di amicizia che porta in sé un importante messaggio a tema ecologico. Le avventure di Jack spingono il lettore ad una riflessione profonda sui temi dello spreco e del riuso. Gli oggetti prendono vita per insegnarci l’amore e il rispetto per l’ambiente, il tutto ambientato in un magico clima natalizio che renderà speciale la lettura sotto l’albero. Ancora una volta l’autrice stupisce lettori grandi e piccini con una storia che tiene col fiato sospeso e dal finale inaspettato che è, a mio avviso, il punto forte della narrazione.

Rowling ci ricorda infatti che ciò che conta è il viaggio, inteso come percorso di comprensione e formazione, suggerendoci di tenere sempre gli occhi aperti, attenti e curiosi su ciò che ci circonda. Il romanzo affronta, infine, anche il tema del passaggio, dell’accettazione della morte e lo fa con una delicatezza estrema, attraverso la metafora della perdita di un pupazzo e della sua ricerca ostinata in un mondo immaginario che possiamo solo sognare. A volte le cose che perdiamo – ci ricorda l’autrice- raggiungono un posto speciale: il nostro cuore.

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