Le parole di Madame e il piacere femminile

by Paola Manno

Lo devo ammettere: prima di un mese fa, non sapevo chi fosse Madame. Poi, durante una cena estiva, alcuni amici hanno iniziato a disquisire sui concetti di gentilezza e cortesia da parte dei vip verso i loro fans, tirando fuori la notizia di questa giovane cantante che si è rifiutata di fare un selfie con un ammiratore, mentre cenava in un ristorante. Pare che la reazione infastidita della ragazza sia stata pubblicata in un messaggio su Instagram in cui la cantante si è dichiarata “una scorbutica veneta di 19 anni”. Un po’ per non sembrare vecchia in questo panorama musicale giovane, un po’ perché i cantanti scorbutici in genere mi fanno simpatia, sono andata a cercare le opere di Madame su Youtube e devo ammettere di esserne rimasta entusiasta.

Ho ascoltato “Marea” che oggi riconosco in radio, trasmessa almeno 4 o 5 volte ogni mattina in ogni canale italiano. C’è qualcosa di molto sensuale e provocatorio nella melodia, e di più nella sua voce, ma mi soffermo soprattutto sul testo che in mezzo a mille canzonette estive mi cattura, mi spinge ad analizzarlo.

È lei l’autrice: al primo ascolto colgo parole come “Calipso”, “caligo”, “Santa”, così rare in bocca a una ventenne. La ascolto ancora e ne colgo il senso. “Liberata da rabbia/Calipso, fai l’alta marea (marea)/A sud nelle tue labbra/Foresta, caligo, marea (marea).” È il piacere femminile quello che descrive. La marea è il desiderio che cresce, il luogo è il sud del corpo. “Resta nei miei sogni, non uscire mai, resta fantasia, e non tornare mai” : è un momento di solitudine e di completezza e l’altro, il sogno, la fantasia, devono rimanere tali, non diventare reali. Le labbra a cui il testo allude si trasformano in un enorme fiore violaceo con cui, nell’interessante videoclip, Madame comunica. Il fiore apre e chiude i suoi petali di fronte alla cantante che pure apre gli occhi e li richiude, in un dialogo erotico raffinatissimo. Calipso, fai l’alta marea. Un imperativo poetico dalle radici antiche, che funziona, sulle cui note ballano migliaia di ragazzini che, speriamo, si domanderanno chi era Calipso, la ninfa greca che tenne legato a sé Ulisse per sette anni sull’isola di Ogigia. Così come il tormento dell’amore per la ninfa non abbandona l’eroe greco, lo stesso desiderio di Madame la imprigiona. Eppure segue la liberazione dal karma e tutto diventa marea, libertà. Ecco, a me pare questo il senso del testo, un pensiero di liberazione. Le canzoni, in fondo, appartengono a chi le ascolta.

Parto da “Marea” e arrivo a “Voce”, presentata a Sanremo nel 2021, che ha ricevuto il Premio Tenco come miglior canzone singola, facendo raggiungere a Madame anche il primato di essere l’artista più giovane a conseguire tale traguardo. È una canzone straziante, narra la fine di una storia d’amore e le parole sono semplici, sono quelle di tutti coloro che non si rassegnano “Non so se, ti ricordi di me, quanto è bello abbracciarsi per sentirsi un po’ a casa” e il senso di smarrimento “in un bosco di me, c’è un rumore assordante e lo faccio da parte, tu sei la mia voce”. In “Baby” Madame rivendica “Lasciami fare la donna meno pop/ho tempo per rovinarmi i piedi con i tacchi/e patti chiari/sono fuori a fare affari/le minigonne/le lascio alle Ferrari”.

Nata nel 2002 a Vicenza, a 16 anni Francesca Calearo, in arte Madame, ha firmato un contratto con l’etichetta Sugar Music, affermandosi come artista emergente grazie al disco d’oro per il suo secondo singolo “Sciccherie” (condiviso da Cristiano Ronaldo sul suo canale Instagram). Ha collaborato con vari artisti internazionali, tra cui i Negramaro, Elodie, Dardust, Ghali, Fabri Fibra, Marracash e si è esibita sul palco di X Factor. A Sanremo ha vinto il premio Lunezia. In una recente intervista, Madame ha dichiarato di aver subito atti di bullismo, durante gli anni del liceo. La sua voce oggi canta una generazione spesso etichettata, ma che invece ha molte cose da dire, anche agli adulti come me. Le sue parole arrivano dritte dove devono -e vogliono- arrivare. Fossi la sua insegnante di Lettere del liceo, sarei fiera di questa cantante scorbutica di 19 anni.

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