“Nessun rimorso”: 36 disegnatori per raccontare Genova 20 anni dopo

by Paola Manno

Anch’io avevo 20 anni nel 2001. I fatti di Genova, per la mia generazione, sono stati probabilmente il primo confronto vero con la realtà della politica, la prima consapevolezza di una coscienza che si stava formando.

Venivamo dagli anni delle occupazioni dei licei, dai giornalini fotocopiati e distribuiti nei corridoi, dalle manifestazioni pacifiche in una città assonnata di un assonnato Sud e volevamo altro, e credevamo che era giusto manifestare il dissenso e che quegli erano i nostri anni migliori, e le nostre idee migliori. Poi, in quei giorni di luglio, tutto è cambiato all’improvviso di fronte alla realtà della risposta dei potenti, che è stata un pugno, che è stata repressione e che ha spazzato via ogni forma di resistenza, il “cavallo di Troia che ha segnato la sconfitta storica dei movimenti  sociali e politici”.

Tanto si è scritto dopo, perché per fortuna le parole non si stancano mai di cercare un senso, e la triste conclusione a cui si è giunti è una riflessione amara sulla fine delle lotte sociali e sul ricondurre ogni conflitto a mite scambio di opinioni. I fatti di Genova sono politica, ma sono anche materia letteraria perché raccontano la perdita dell’innocenza di una generazione intera e per questo il racconto di quei giorni ci unisce riempiendoci di rabbia e di un groviglio di emozioni contrastanti.

Emozioni che, insieme a un racconto puntuale delle violenze e dei processi che ne seguirono, vengono raccolte nel volume “Nessun rimorso”, appena pubblicato da Supportolegale, collettivo nato nel 2004 proprio per seguire e supportare i manifestanti sotto processo per il G8. Da una parte il racconto delle violenze perpetrate sui manifestanti a opera della polizia nella caserma Bolzaneto, nella scuola Diaz, nelle strade della città, in piazza Alimonda, dall’altra le immagini che ci riportano lì, ai nostri 20 anni.

Sono 36 i disegnatori che hanno donato le loro tavole e i loro fumetti per la realizzazione di quest’opera, tra i quali Blu, Roberto Grossi, Alessio Spataro, Rita Petruccioli, Zerocalcare. Ogni matita una storia, un ricordo, un pensiero, una denuncia, una carezza sul cuore. Riflessioni su quello che è stato con al centro sempre lo stesso pensiero: le persone.

Chi c’era quel giorno a Genova, dall’altra parte della barricata? Così attivisti di ogni parte del mondo, ragazzini di ogni parte d’Italia, giornalisti, gente comune, persone che credevano nella politica si sono incontrati in una città che non avrebbero più dimenticato. Eccoli tutti qui, su queste tavole così diverse nello stile e così simili nella potenza del messaggio: armati di bandiere colorate, ammassati in strade barricate, con le braccia alzate, con le braccia che impugnano bottiglie, o un estintore. C’è la rabbia del ragazzino Zerocalcare che non ha paura di dire che in tanti andarono al G8 “per menare” e che ricorda che “Genova è stata tante cose”. C’è l’amarezza degli scarabocchi di Maicol e Mirco, la crudezza di Corradi, la poesia di Grossi. C’è la tenerezza di Rita Petruccioli, che non c’era, ma che ogni giorno ha pensato a Carlo Giuliani, il cui viso viene dipinto e cancellato e ridipinto sui muri di Roma. 

C’è la preziosa verità della tavola di Blu sulla quale potresti soffermarti delle ore, per com’è intensa: mille oggetti disegnati, fogli, computer, cellulari, manganelli, giocattoli, tubi, matite, schermi, segnali di divieto, chiodi, scale, manette, oggetti che ci mangiano l’anima ogni giorno, e noi soli al centro di tutto, in  nuovi versi che come quelli di Quasimodo ci ricordano che davvero viene subito la sera.

Senza retorica, “Nessun rimorso” spalanca le porte a una riflessione profonda e quanto mai necessaria sul problema della violenza e sulla fine dei movimenti sociali. Con coraggio, Supportolegale ricorda che, dopo Genova, è stato necessario liquidare l’idea stessa che il conflitto faccia parte della società e della Storia e che l’obiettivo è poi diventato quello di “uniformare le nostre vite all’unico obiettivo accettabile, quello di essere schiavi per alcuni e quello di essere padroni per altri, in nome di un civile confronto di opinioni. Schiavi sazi e felici, ma sempre schiavi”, esattamente come nella tavola di Blu che guarderesti per ore. 

Così, tra tutti gli scritti su Genova, mi pare che “Nessun rimorso” sia tra i più preziosi, testimonianza e insieme fuoco vivo. Fogli che ti scombussolano, che ti fanno piangere, che ti fanno domande alle quali è difficile rispondere. Ragazzi su un treno per Genova, oggi uomini e donne davanti a uno schermo. Dove sono tutti quanti? Dove siamo, vent’anni dopo, tutti quanti? 

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