Quattro anni senza Anna Castigliego

by Maria Teresa Valente
Anna Castigliego

Non amava essere al centro dell’attenzione, eppure il suo sorriso, la sua professionalità ed i modi semplici e garbati hanno conquistato per sempre i cuori di chi l’ha conosciuta e dei colleghi giornalisti di Capitanata con cui ha collaborato. Il 6 ottobre 2015, esattamente quattro anni fa, non ancora quarantenne se ne andava in punta di piedi Anna Castigliego, un’eccezionale e caparbia ragazza che aveva il cuore intinto nell’inchiostro.

Il mio pensiero inciampa spesso nel suo ricordo, nelle sue battaglie per i disabili, nel desiderio che aveva di rendere il mondo migliore, e mi riempie di orgoglio leggere il suo nome, “Anna Castigliego”, accanto la chiesa Stella, nella targa sul centro di accoglienza che le è stato dedicato ad un anno esatto dalla sua scomparsa. Che immenso dono averla conosciuta!

Con Anna avevo condiviso una passione, quella per l’informazione, che ci aveva portato ad essere amiche, complici, quasi sorelle e la scelsi come mia testimone di nozze. Le folli rincorse alle notizie, gli sforzi per verificare le fonti, le nottate insonni passate a scrivere, ci avevano fatto amare un mondo che incredibilmente ad un certo punto ci stava quasi allontanando. Succede, anche nelle migliori famiglie, che a volte ci siano delle incomprensioni. Non ci parlavamo da qualche settimana quando un giorno seppi, da un amico in comune, che aveva scoperto di avere un tumore al seno. Non ci pensai due volte e la chiamai, consapevole che avrebbe potuto non rispondermi o chiudermi subito la telefonata. Ed invece mi rispose e mi sorprese dicendomi che quella mia chiamata se l’aspettava. Dopo dieci minuti c’incontrammo.

Quando fummo faccia a faccia, ancora turbata dalla notizia, non riuscii a tirar fuori nessuna parola per incoraggiarla e, guardandola in silenzio, cominciai a piangere. Lei mi abbracciò forte, fortissimo: voleva consolarmi! Basterebbe solo questo a spiegare la statura morale di questa donna, che un amaro destino ha voluto portare via troppo in fretta, appena due mesi prima del suo quarantesimo compleanno.

Centro Anna Castigliego a Manfredonia

Anna ha collaborato con innumerevoli testate, denunciando ingiustizie e battendosi a difesa dei più deboli. Aveva però un cruccio: che la sua grande passione non riuscì mai a diventare un vero lavoro. Poi, un giorno, amareggiata da alcune vicissitudini professionali e sentimentali, decise di fermarsi. Non aveva più voglia di scrivere, ormai in rotta di collisione con un mondo del giornalismo negli anni sempre più avido e ripiegato su se stesso, che nonostante l’immensa passione e mille sacrifici difficilmente riesce ad offrire una serenità economica senza compromessi.

Poi, nel periodo più terribile della sua malattia, scrisse una meravigliosa lettera (www.facebook.com/notes/anna-iannina/la-mia-storia-un-cancro-desiderato/571438849578660) in cui raccontava la sua gioia di vivere, la felicità nel godere delle piccole cose e soprattutto che “la vita è una cosa meravigliosa”. Un testamento morale e spirituale che l’Arcivescovo Michele Castoro, che celebrò i suoi funerali, lesse durante l’omelia.

Anna con Monsignor Castoro e la sua mamma

“Bisogna credere che Qualcuno da Lassù rimette a posto la nostra vita come i pezzi di un bellissimo puzzle…”, concluse Monsignore con le parole di Anna, lasciando tutti con un gran magone dentro. E non ci fu bisogno di aggiungere altro.

Anna, dopo quattro anni, manca. Manca al suo papà, al fratello Nico, al fidanzato Adolfo. Manca alle sue amiche, ai suoi lettori e alla comunità sipontina. Quando penso ad Anna la immagino avvolta di luce, bellissima e sorridente, insieme alla sua mamma, che tanto coraggio le aveva dato nei due anni e mezzo della malattia, ma che non resistette a tanto dolore ed esattamente quattro mesi dopo la raggiunse: quell’amore immenso con cui la proteggeva in vita non le permise di lasciarla sola nemmeno alla sua morte.

Ogni volta che scrivo qualcosa, mi attraversa la mente, perché mi piaceva confrontarmi con lei: mi affascinavano le sue riflessioni e mi divertivano i suoi commenti spiritosi e le sue risa.

Di lei restano tanti ricordi ed un segno tangibile del suo passaggio nel cuore della città con il “Centro di accoglienza Anna Castigliego”, un contenitore nato per volontà dell’ex sindaco di Manfredonia, Angelo Riccardi, con la collaborazione di Angela Egidio, all’epoca commissario straordinario dell’Asp Smar, proprietaria della struttura.

Grazie al centro a lei intitolato, che si appresta finalmente a prendere forma, Anna potrà ancora continuare a cingere in un abbraccio d’amore i soggetti più deboli, come ha sempre fatto in vita.

“Vola libera e felice, al di là dei compleanni, in un tempo senza fine, nel persempre. Di tanto in tanto noi c’incontreremo – quando ci piacerà – nel bel mezzo dell’unica festa che non può mai finire”

(da ‘Nessun luogo è lontano’ di Richard Bach)

E quell’unica festa che non può mai finire, Annina mia, è l’amore immenso che, chiunque ha avuto la fortuna di conoscerti, prova per te.

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