«Donna, svegliati!» La storia di Marie Olympe de Gouges ghigliottinata durante la Rivoluzione Francese per gli ideali femministi

by Caterina Del Grande

Autrice e attivista francese, Marie Olympe de Gouges ottenne un modesto successo come autrice di opere teatrali nel XVIII secolo, ma divenne nota soprattutto per i suoi scritti politici a sostegno dei diritti delle donne. Considerata una pioniera femminista, Olympe pagò con la vita le sue idee di uguaglianza, troppo radicali persino per la Francia rivoluzionaria.

Nel 1793 fu ghigliottinata per crimini contro il governo.

Nata e cresciuta in una famiglia modesta, figlia di Pierre Gouze un macellaio e Anne Olympe Moisset una serva, si dice che in realtà fosse figlia del marchese Lefranc de Pompignan.

Nel 1765, quando aveva 17 anni, Olympe sposò un ufficiale francese, Louis Aubrey. Due anni dopo ebbero un figlio. Suo marito era molto più vecchio di lei e morì tre anni dopo il matrimonio. Dopo la sua morte Olympe rifiutò di accettare la sua posizione di madre vedova o di essere semplicemente la “vedova Aubrey” e giurò di non risposarsi mai più.

Si trasferì a Parigi nel 1770 per cercare di diventare scrittrice. Per il suo pseudonimo scelse semplicemente Olympe de Gouges, una variazione dei nomi di sua madre e di suo padre. Per tutta la vita assecondò le dicerie sul suo vero padre incoraggiando queste voci convinta che legando il suo lignaggio a un marchese, avrebbe ottenuto più facilmente di essere accettata nei circoli sociali e intellettuali.

Donna autodidatta, Olympe ha scritto opere teatrali, romanzi e opuscoli sociopolitici. La sua carriera di drammaturga inizialmente si rivelò piuttosto deludente. Tuttavia, fu l’attualità a ispirare le sue opere migliori.

Si dedicò a opere politiche che influenzarono il dibattito sui diritti civili delle donne. La Francia era un paese in subbuglio e sull’orlo di una rivoluzione e Olympe fu travolta dal fervore dei tempi.

Era delusa dalla monarchia e tentò di incoraggiare il re Luigi XVI ad abdicare in favore di un governo reggente. La Bastiglia era stata presa d’assalto e il sangue scorreva letteralmente nelle strade.  Da quel momento in poi si schierò apertamente con i rivoluzionari e si dedicò esclusivamente a scritti politici.

Le opere sociopolitiche che produsse in questo periodo si concentrarono fortemente sulle questioni dei diritti civili, in particolare dei diritti delle donne, che riteneva “naturali” e “inalienabili”. 

La Rivoluzione creò un ambiente che favorì idee innovative come il femminismo. Una delle organizzazioni femministe create durante questo periodo era la Società delle donne repubblicane e rivoluzionarie. Olympe sviluppò un documento che fu poi pubblicato come Dichiarazione dei diritti della donna e del cittadino nel 1791.

Dedicò l’opera alla regina Maria Antonietta, sperando che la reale sostenesse i diritti delle donne. L’opera si compone di un preambolo, 17 articoli e un epilogo. Le sue parole erano provocatorie e incitavano le donne all’azione:

Donna, svegliati; il canto della ragione si sente in tutto l’universo; scopri i tuoi diritti. Il potente impero della natura non è più circondato da pregiudizi, fanatismo, superstizione e bugie. La fiamma della verità ha disperso tutte le nubi della follia e dell’usurpazione. L’uomo schiavo ha moltiplicato le sue forze e ha bisogno di ricorrere alle tue per spezzare le sue catene. Divenuto libero, è diventato ingiusto verso la sua compagna. Oh, donne, donne! Quando cesserete di essere cieche? Che vantaggio avete ricevuto dalla Rivoluzione?

Nell’ottobre 1789 prese la parola all’Assemblea nazionale francese, un organo di governo composto dai nuovi leader della nazione. Qui sostenne la completa uguaglianza legale dei sessi, maggiori opportunità di lavoro per le donne, un’alternativa legale al sistema della dote privata, una migliore istruzione per le ragazze e l’istituzione di un teatro nazionale che portasse in scena solo opere scritte dalle donne.

La sua battaglia la portò all’arresto, alla condanna ed all’esecuzione. Il governo salito al potere dopo il rovesciamento della monarchia mostrò alcuna tolleranza per le idee femministe.

Olympe sentiva di avere il diritto di parlare a nome della cittadinanza e di far valere i diritti delle donne. Ma così facendo violò i tradizionali confini sociali che persino i rivoluzionari ritenevano inviolabili, invocando così le ire del corpo dirigente. Inoltre, ha criticato aspramente Maximilien Robespierre, il leader riconosciuto del nuovo governo. 

Al momento del suo arresto, era conosciuta pubblicamente come Marie Olympe de Gouges, donna di lettere. Aveva 38 anni. 

Il pubblico ministero incaricato del suo caso espresse indignazione per i suoi scritti e la descrisse come una criminale. Fu anche criticata per presunti comportamenti inappropriati durante la sua udienza pubblica: sorrise durante la sua udienza, alzò le spalle alle accuse, alzò le sopracciglia in più di un’occasione. Tanto bastava a condannare una donna ritenuta un pericolo per il nuovo governo costituito.

Nel tentativo di sfuggire al boia, affermò di essere incinta ma fu presto smentita da una visita medica. 

Fu giustiziata a Parigi il 3 novembre 1793, messa a morte dalla ghigliottina. Guardò la folla riunita e disse: “Figli della patria, vendicherete la mia morte”.

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