Anna Göldi, la storia dell’ultima donna condannata ingiustamente a morte per stregoneria

by Caterina Del Grande
Anna Göldi

Anna Göldi è stata l’ultima donna condannata a morte a seguito di un processo per stregoneria nel 1782 e ci sono voluti oltre due secoli affinché la nazione che la mise ingiustamente a morte facesse giustizia e riabilitasse ufficialmente il suo nome.

Anna Göldi nacque a Sennwald nel 1734. Apparteneva a una famiglia che aveva avuto in passato una condizione sociale piuttosto elevata. Il bisnonno era uno stimato giudice molto ricco ma la fortuna finì quando il nonno di Anna ebbe una lite con il sindaco della cittadina e il procedimento giudiziario che ne seguì gli diede torto e perse tutti i suoi averi.

Anna, quarta di otto figli di Adrian Göldi e Rosina Büeler, fu costretta ben presto a trovarsi un lavoro per vivere e fu assunta come cameriera presso il sindaco di un paese vicino.

Era una ragazza molto bella e fu licenziata poco dopo a causa del suo carattere ribelle. Trovò un nuovo lavoro come serva presso un panettiere di Sax. Restò in quella casa circa cinque anni. Poi passò in casa del pastore di Sennwald.

Aveva quasi trent’anni quando si innamorò di un soldato di ventura, tale Jakob Rhoduner, rimanendo incinta. Rhoduner, per sfuggire ai suoi doveri, si trasferì nei Paesi Bassi.

Con la nascita del bambino, per Anna Göldi cominciarono i guai. Il neonato morì soffocato la notte dopo il parto. Sebbene la morte precoce dei neonati fosse allora un fenomeno comune, la donna fu accusata di averlo ucciso. Anna Göldi si confrontò per la prima volta con la crudeltà della giustizia di quel tempo.

Fu messa per punizione alla berlina, quindi le furono dati gli arresti domiciliari. Avrebbe dovuto vivere per sei anni in casa della sorella.

Per sottrarsi alla condanna fuggì a Glarona, un paese a un giorno di cammino, dove vigeva un’altra giurisdizione.

Si impiegò come cameriera presso la famiglia di Cosmus Heer dove lavorò tre anni, tra il 1765 e il 1768. Poi andò a lavorare presso il pastore Johann Heinrich Zwichy.

Qui ebbe una relazione con il figlio del padrone, il medico Melchior Zwicky, di undici anni più giovane di lei e rimase incinta. La differenza di ceto sociale impedì però un matrimonio, sebbene Melchior Zwicky fosse disposto a sposare la donna. Il bambino, concepito fuori dal matrimonio, nacque a Strasburgo e affidato alle cure di un estraneo. Non si sa nulla dell’ulteriore destino di questo bambino.

Nel 1780 Anna ebbe la sfortuna di impiegarsi presso la famiglia del giudice Johann Jacob Tschudi-Elmer, dove ebbe l’incarico di occuparsi della piccola Anna Maria, la figlia di sette anni del giudice.

Un giorno Johann Jacob, trovandosi solo in casa con la bella Anna, l’aggredì e la costrinse ad avere un rapporto sessuale con lui. La Göldi si ribellò a questa violenza e denunciò il suo datore di lavoro al tribunale ecclesiastico della chiesa riformata di Glarona per lo stupro subito. Il tribunale, che tra i suoi membri contava anche il fratello dell’accusato, assolse con formula piena Johann Jacob.

In seguito alla denuncia di stupro iniziarono le accuse della famiglia Tschudi contro Anna.

Fu accusata di stregoneria e arrestata per aver avvelenato e fatto il “malocchio” alla piccola Anna Maria facendole ingoiare degli aghi. A prova di quest’accusa fu esibito un biscotto al cui interno si nascondeva un ago.

Anna fu portata in visita dalla piccola dove le venne chiesto di togliere il malocchio. Dopo una carezza, la bambina si riprese immediatamente e gli spilli da quel giorno scomparvero dalle pietanze.

I testimoni che furono ascoltati dal tribunale ecclesiastico di Glarona, – tra cui un veterinario che disse di aver accertato l’avvelenamento- pur confermando l’accusa mostravano tutta la loro incredulità sulla presunta stregoneria della Göldi.

Anna si proclamò dapprima fermamente innocente ma fu sottoposta a terribili torture e le fu estorta un’ammissione di colpa.

Il peso politico ed economico della famiglia Tschudi ebbe la meglio e il 6 giugno del 1782 Anna Göldi fu condannata alla pena capitale. L’accusa era di aver esercitato la stregoneria e tentato l’avvelenamento della bambina che le era stata affidata.

Fu condannata con una sentenza anomala per l’Europa dell’epoca. L’illuminismo era penetrato da tempo anche nelle regioni di campagna. Soprattutto i ceti superiori e istruiti avevano abbandonato le superstizioni.

La presunta strega fu giustiziata mediante decapitazione, eseguita sulla piazza di Glarona, il successivo 13 giugno.

Il caso dell’ultima strega condannata a morte ha continuato a suscitare polemiche e indignazione fin quando nel 2008 le autorità cantonali di Glarona, con un atto del parlamento locale, hanno riconosciuto l’innocenza di Anna Göldi.

La presunta strega era stata condannata per false accuse che all’epoca furono accolte da un tribunale piegato all’influenza esercitata dalle potenti famiglie di Glarona. Il parlamento ha inoltre disposto un risarcimento danni a favore della condannata che è stato versato ad alcune onlus che si occupano di donne vittime di violenza.

You may also like

Non è consentito copiare i contenuti di questa pagina.