L’incredibile storia di Santa Scorese in scena a Taranto

by Deborah Alice Riccelli

Santa Scorese “Cappotto, pantaloni, una camicetta gialla e il maglione blu. In più ci sono la scarpe, le calze, gli indumenti intimi. Tutti insieme riempiono un bel borsone, di quelli grandi. Lei è arrivata sveglia, cosciente.

Una come lei, con la sua corporatura e per la sua età non ha più di cinque litri di sangue in circolo. Quella sera è arrivata che ne aveva due litri e mezzo. Dalle ore ventitré alle due di notte. Per gli ultimi venti minuti le hanno preso il cuore in mano e lo hanno massaggiato. Era privo di sangue il cuore. Per venti minuti un cuore tra le mani. Quando è entrata l’hanno registrata con una data di nascita sbagliata, di un anno più grande. Le hanno scritto ventiquattro anni. Lei ne aveva ventitré, come l’ora di arrivo. Le ultime tre ore sulla terra, per l’ultima corsa.

Io ho imparato molte cose da questa storia…” Tratto da “Santa che voleva solo vivere “di Alfredo Traversa ed. La Meridiana . Santa Scorese nasce a Bari il 6 febbraio 1968 e muore a Palo del Colle il 16 marzo del 1991 per mano di uno psicopatico. Sotto casa. Dopo aver suonato al citofono. La cena era già pronta in tavola. Suo padre Piero, poliziotto, ha assistito a gran parte della scena, che vedeva la sua bambina accoltellata da un folle, dalla finestra. Quante volte questo padre avrà rivissuto quei momenti? Ogni giorno della sua vita, temo. La storia di Santa Scorese è stata scritta, rappresentata, studiata. Frequentemente. Ogni volta, per me, è come se fosse la prima. Rabbia, incredulità, la voglia di avere un tasto rewind che mi teletrasporti a quei giorni, altera le mie percezioni. Ad ogni lettura, ad ogni ascolto scopro, di questa giovane vita, un passaggio nuovo. Aldilà di chi ne ha scritto per professione o per studio la vita di Santa è raccontata, quasi ogni giorno, da sua sorella Rosa Maria che non si arrende alla morte.

Perché Rosa Maria? Forse perché solo l’amore può vincere questa lotta impari. Forse perché si è sorelle per sempre. Forse perché nessuna coltellata può porre fine a questo legame, anzi, paradossalmente ha il potere di renderlo più forte. Forse perché il vociare di due bambine che corrono sotto i mandorli in fiore ti martella nelle orecchie e lo devi convertire. Forse perché certi silenzi assordanti li devi riempire con mille parole. Forse perché è in questo modo che il racconto si fa resistenza, la forza del dolore si trasforma nel potere salvifico delle parole. Per salvare altre figlie, donne, sorelle. Solo il lavoro estenuante di chi avrà per sempre il dubbio (irrazionale certo ma il dolore è molto abile ad insinuare dubbi) di non aver fatto abbastanza per salvare chi amava più della sua stessa vita può avere la forza di cambiare le cose.

E’ in questo modo che Santa, la ragazza che voleva solo vivere, continua a riempire le vite degli altri. Grazie ai suoi diari che sono un carteggio d’amore con Dio, alla sua spiritualità, alla sua volontà di perdonare il suo assassino, viene proclamata Serva di Dio.

Una svolta importante avverrà tra pochi giorni. La vita di Santa Scorese sarà presto un mediometraggio intitolato “L’incredibile storia di Santa Scorese “. Un Thriller mozzafiato ad alta tensione emotiva che non indulge nel documentarismo ma che, con ritmo serrato, ci porta nella vita di Santa e nel folle gioco omicida del suo assassino. Il film è diretto da Mimmo Spataro e sceneggiato da Assunta D’Elia e andrà in scena, per la prima nazionale, lunedì 6 maggio 2019 alle ore 20,30 al Teatro Orfeo di Taranto. Il cast di attori sarà tutto pugliese, con Clara Magazzino nel ruolo di Santa e Giuseppe Calamunci Manitta nel ruolo dell’assassino. Presteranno i loro volti agli altri personaggi Alfredo Traversa, Angela de Bellis, Vanessa Caponio, Francesco Cassano, Mario Blasi e Rino Massafra .

Santa, la storia di una vita che vi esorto ad “incontrare”.

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