Coronavirus: Al Festival di Fotografia Bergamo il progetto “CoviDiaries”

by redazione

La pandemia di Covid-19, che ancora oggi affrontiamo con un misto di fatalismo, incredulità e desiderio di andare avanti, ha rimesso in discussione qualsiasi cosa. Ci ha fatto capire quanto tutto sia labile, quanto gli equilibri che avevamo creato fossero fragili. Si è fermato tutto, attimi di un’esistenza cristallizzata in un mondo che ha dovuto fermare il suo moto perpetuo per affrontare un “nemico invisibile” ma reale più che mai, che ci ha messi letteralmente in ginocchio. Per dare voce a tutto questo, l’agenzia milanese Parallelozero nei mesi di lockdown ha realizzato “CoviDiaries”, un progetto narrativo fatto di storie, fotografie e film che, come un diario, raccontano le nostre esistenze durante quel periodo difficilissimo.

Dal 16 ottobre all’8 novembre, in occasione di un’edizione speciale di Fotografica – promossa dall’Associazione FOTOGRAFICA in collaborazione con l’Amministrazione comunale – una selezione di quegli scatti sarà esposta a Bergamo, città italiana tra le più colpite dalla pandemia, in due location simbolo di questo 2020: Piazza Vittorio Veneto, cuore pulsante del capoluogo lombardo, e l’Ospedale Papa Giovanni XXIII, emblema nazionale della lotta al Covid-19. 

Un’edizione eccezionale rispetto alle due precedenti ma, come racconta Daniela Sonzogni, Presidente dell’Associazione FOTOGRAFICA: “Necessaria. Avevamo lavorato alla terza edizione con la consueta passione. Ma gli accadimenti di quest’anno ci hanno spinto a posticipare il tradizionale appuntamento biennale al 2021.  Al contempo, ci sarebbe dispiaciuto non lasciare testimonianza dei momenti drammatici che abbiamo vissuto, soprattutto nella nostra provincia e che ci obbligano ad una profonda riflessione. Fotografica nasce per raccontare i grandi fatti di attualità. Non avremmo potuto esimerci dal testimoniare attraverso le immagini un evento così dirompente che ha influito sulle vite di tutti noi”.

Le nostre vite sospese – c/o Piazza Vittorio Veneto (Bergamo) 

Gli oltre trenta scatti dislocati in Piazza Vittorio Veneto narrano, in ordine cronologico, i giorni vissuti da persone comuni da inizio lockdown ai primi giorni di riapertura del paese, il 3 giugno. Dal 24 febbraio, giorno in cui Milano ha visto i provvedimenti inerenti la movida, passando per le messe in streaming, proseguendo per città come Roma o Venezia che cominciano a diventare deserte, le fabbriche che chiudono o convertono le loro produzioni, al collasso degli ospedali, fino alle lunghe giornate trascorse in casa, alle videochiamate, agli striscioni sui balconi, agli inni dalle finestre, ai corsi online, alla riscoperta di se stessi. Poi ci sono le nuove vite che vengono al mondo, il riappropriarsi una realtà che ha visto il susseguirsi delle stagioni da una stanza ed una natura che si è ripresa i propri spazi. 

Un racconto che colpisce come un pugno nello stomaco perché è reale, perché ci appartiene, perché è vicino.

Faccia a faccia con il virus – c/o Ospedale Papa Giovanni XXIII, Bergamo

Sedici scatti che ritraggono i reparti di terapia intensiva, i ‘sopravvissuti’ e il personale medico bergamasco, immortalato durante le estenuanti giornate lavorative di quei giorni: una selezione che sarà ospitata sotto la grande pergola esterna all’ingresso principale dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, un’installazione rinominata costellazione del Caduceo. Questo spazio diventerà infatti una grande volta celeste, nella quale le foto verranno disposte a creare la cosiddetta costellazione del medico: sei grandi stelle che formano una freccia. Un nastro dorato con affisse le immagini ne traccerà i punti cardine.

Un omaggio al lavoro dei tanti operatori sanitari che, nonostante turni massacranti, giornate infinite e un virus che ancora oggi non desiste, non hanno mai smesso di impegnarsi nella lotta al Covid-19 e l’hanno affrontato con dedizione, sacrificio e grandissima responsabilità.

Abbiamo accolto con piacere la proposta di ospitare all’esterno dell’Ospedale una mostra per non dimenticare il dramma dell’emergenza sanitaria e il grande impegno degli operatori della sanità – ha dichiarato Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’ASST Papa Giovanni XXIII -. Ci ha suggestionato l’idea del tracciato che riproduce, unendo le immagini, una costellazione a forma di freccia. Nei momenti difficili siamo tutti in cerca di riferimenti che permettano di orientarsi, proprio come le costellazioni. I punti fermi che ci sentiamo di raccomandare a tutti sono la prudenza, il rispetto delle norme anticontagio, la mascherina e il distanziamento tra persone. È il modo migliore per tutelare se stessi e i propri cari e per rispettare il lavoro di chi in quei terribili giorni, ma non solo, è stato impegnato a salvare vite umane“.

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