C’è un dato che da giorni cresce nelle sue dimensioni e, purtroppo, si consolida. La provincia di Foggia è la prima in Puglia nel rapporto per numero di casi positivi ogni mille abitanti.
Il Covid-19 ci ha insegnato che è invisibile; te lo ritrovi crescere all’interno delle comunità senza aver avuto il tempo di rendertene conto.
L’unico strumento che si ha a disposizione è seguirlo nel suo espandersi per cercare di anticiparlo dove ancora non è arrivato.
Non si deve arrivare in tempo ma ancora prima.
Regioni come Emilia Romagna, Lazio, Campania, Calabria hanno deciso unilateralmente di isolare completamente comuni che potevano diventare focolai di contagio: divieto assoluto di entrata e di uscita.
Ultimo caso il piccolo comune di Nerola nel Lazio dove due decessi riconducibili al Coronavirus, all’interno della casa di riposo del paese, e 72 persone contagiate hanno portato alla decisione drastica presa da Regione e Prefetto di chiudere il paese nel tentativo di gestire al meglio una situazione davvero complicata.
Se è certo che questo non è il momento delle polemiche è altrettanto vero che invece è il momento di leggere costantemente con attenzione i numeri e interrogarsi sulle relative evoluzioni.
Perchè nella provincia di Foggia il dato al 30 Marzo dei casi positivi ogni mille abitanti (0,65) è più alto rispetto a tutte le altre provincie pugliesi e alla media regionale (0,42 )?
Situazioni di possibili focolai come San Marco in Lamis, San Giovanni Rotondo, Torremaggiore o Troia avrebbero potuto avere, o hanno tutt’ora, bisogno di attenzioni diverse e misure ad hoc?
Queste domande è bene porsele non per creare allarmi ma per evitarli.
La sottovalutazione di piccoli movimenti di contagio, che possono essere contrastati facilmente sul nascere, possono portare ad esplosioni di focolai ben maggiori.
La provincia di Bergamo, con la sua Val Seriana, tristemente insegna.
Emilio Gaudiano

