“I corpi astinenti. Il sesso tra imposizione sociale e libertà”: Emmanuelle Richard indaga la scelta di chi non fa più l’amore

by redazione

Dopo aver pubblicato tre romanzi e vinto nel 2016 il premio “Marie Claire per il romanzo femminile”, nel 2020 la scrittrice Emmanuelle Richard irrompe nel panorama letterario francese con Les corps abstinents, imprimendo ben chiaro il suo proposito in copertina, sotto il titolo dell’edizione originale: «Ho fatto due chiacchiere con chi, come me, non fa più l’amore».

Chi sono i corpi astinenti? Affascinata da questo tema da sempre silenziato e marginalizzato, astinente in prima persona per cinque anni, Emmanuelle Richard raccoglie l’intimità di queste sessualità non condivise. L’astinenza sessuale, slegata da qualsiasi precetto religioso, è infatti uno dei tabù meno indagati della società contemporanea. Un tema che apre diverse riflessioni sulle molteplici forme della sessualità: monogamia, celibato, rapporto col proprio corpo, seduzione, libido, masturbazione, tenerezza e frustrazione.«Per un anno, ho collezionato le testimonianze di uomini e donne di ogni età per viaggiare in realtà diverse, costruire un ampio discorso anonimo», racconta Emmanuelle Richard: quaranta persone circa si confidano con lei, lontano da luoghi comuni e dalle idee approssimative, tessendo a poco a poco un racconto polifonico pieno di grazia e di potenza. Al di là della malinconia, senza amarezza né ostentazione, nasce qui un discorso forte sull’assenza del tatto in cui si intuisce l’universale ricerca di senso. E di amore.Non di una, dunque, ma di diverse astinenze parla Richard, frantumando cliché e stereotipi, in un’opera dove parità di genere e libertà personale sonoil vero fulcro della riflessione.Per Sandrine, ad esempio,l’astinenza rappresenta il quotidiano perché non riesce a stabilire il legame di cui avrebbe bisogno per sentirsi bene con l’altro; il giovane Noam ha invece approfittato di questo momento di isolamento per ridefinire la sua mascolinità; Paul è un pensionato felicissimo nonostante la fine di qualsiasi relazione sessuale nella sua coppia; per Sylvia l’assenza di sessualità rappresenta una liberazione.I corpiastinentiè un saggio incredibilmente forte e coraggioso, la promessa di storieche non possono lasciare indifferenti e che rivelano la grande desolazione di una società dissonante, tra un’erotizzazione esasperata e la difficoltà, se non divieto, di manifestare sessualità considerate marginali. Vero e proprio appello alla tolleranza, con questo libro Emmanuelle Richard tesse un saggio letterario tutto in delicatezza, preciso, salutare per l’antiperformance che propone, e che ci ricorda come la realizzazione può prendere molte forme diverse.«La somma di queste testimonianze costituisce, a mio avviso, un discorso inedito, vario e molteplice, sorprendente e conturbante, che contribuisce, per via indiretta, alla decostruzione degli stereotipi di genere e di relazione, mettendo in discussione il nostro rapporto con la solitudine, la normalità, gli obblighi».«Se non siamo pronti a fare tabula rasa degli stereotipi, invece che distruggere i generi proviamo a impilarli uno sull’altro. Prendiamo le distanze dai condizionamenti, apriamoci a nuovi modi di funzionare e smettiamola una buona volta con gli eterni paragoni nell’ambito che più di tutti gli altri riguarda solo noi: quello del piacere gratuito. Spostiamoci da dove ci troviamo per crescere e regalarci, forse, la libertà di una sessualità da cui la competizione è bandita».

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