L’ospedale pediatrico Meyer di Firenze lancia il tampone autosomministrato Uffa!

by Michela Conoscitore

Man mano stiamo imparando a ‘conoscere’ il Covid-19, e il tempo che passa aumenta anche la nostra capacità di reazione al patogeno in termini di ricerca scientifica, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto logistico della lotta al virus. Ormai tutti siamo abituati alle immagini delle lunghe file nei drive-through e negli ospedali o laboratori medici dove si effettuano i tamponi per verificare la positività al Covid. Venerdì 13 l’annuncio che ha superato da poco la fase di sperimentazione e da lunedì 16 novembre sarà utilizzato quotidianamente per testare gli operatori che lavorano nell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze: stiamo parlando del tampone autosomministrato Uffa!.

Pensato soprattutto per i più piccoli e per il personale dell’ospedale, Uffa! è il risultato della ricerca portata avanti dal Laboratorio di Immunologia dell’azienda ospedaliera fiorentina. A differenza dei classici tamponi rino-faringei, oltre all’auto-somministrazione, a cui per i più piccoli ci penserà un genitore, Uffa! non deve esser inserito profondamente nel condotto nasale ma basterà appoggiare il tampone all’interno di entrambe le narici e riporlo, poi, nell’apposita bustina in dotazione. Infatti, studi hanno dimostrato che in un paziente affetto da Covid, il virus è presente già nel tratto iniziale del naso.

La sperimentazione ha interessato operatori sanitari e non dell’ospedale, e nel periodo di analisi dei risultati Uffa! è stato confrontato anche con i tamponi rino-faringei effettuati al Meyer: i dati hanno dimostrato che sia quelli auto-somministrati che i classici hanno fornito risultati validi dimostrando quindi l’efficacia di Uffa!. Inoltre, garantisce anche minor fastidio nel momento che si effettua l’esame e ciò è positivo per i bambini, i quali devono ripetere spesso la prova del tampone.

Avere un tampone solo nasale e somministrato da babbo o mamma anziché da un operatore sarà altrettanto valido ma sicuramente molto meno invasivo per i bambini”, afferma la professoressa Chiara Azzari, responsabile del Laboratorio di Immunologia che ha proseguito: “Se le analisi finali confermeranno questi primi risultati, considereremo raggiunti i nostri obiettivi: il tampone nasale autosomministrato potrà essere considerato una valida alternativa al tampone rinofaringeo somministrato dall’operatore”.

Questo il commento di Alberto Zanobini, direttore generale dell’ospedale Meyer: “Da lunedì prossimo Uffa! diventerà pratica corrente e strutturata dell’ospedale Meyer e verrà utilizzato come test di screening periodico su tutti gli operatori. Proteggere gli operatori per noi significa proteggere i bambini. Ma gli scenari che l’autosomministrazione del tampone può aprire dal punto di vista dell’impatto sull’organizzazione sanitaria sono imprevedibili. Potrebbe essere una fondamentale soluzione al problema del sovraffollamento dei centri tamponi, siano essi nelle strutture sanitarie o nei drive-through. Siamo contenti di aver dato, come Meyer, un input alla ricerca in questa direzione”.

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