Una distesa di anfore romane è stata scoperta dagli archeologi dell’Università di Patrasso davanti alle coste di Fiskardo, cittadina sull’isola di Cefalonia. Ancora intatte e sotto la sabbia, stando alle dichiarazioni dei ricercatori, ce ne sarebbero altre, nascoste insieme ai resti di una parte dell’imbarcazione che affondò tra il 100 a.C e il 100 d.C.
Potrebbero essere circa seimila, il vasellame ha conservato la sagoma dell’imbarcazione che le trasportava e questo da un calco farebbe ipotizzare il numero, dedotto dalla grandezza della nave che, attraversando il Mediterraneo, non arrivò mai a destinazione. “È uno dei quattro naufragi più grandi ritrovati nel Mar Mediterraneo e il più grande mai trovato nel Mediterraneo orientale”, è stato il commento di George Ferentinos, ricercatore dell’Università di Patrasso.
Il naufragio del “Fiskardo” è uno dei quattro che è stato rinvenuti lungo la parte orientale del Mar Ionio relativi tutti al periodo tra la tarda Repubblica e l’inizio del periodo imperiale.
I due, “Dascalio” e “Antisami“, che si trovano nello stretto di Itaca-Cefalinia sono in cattive condizioni e sono stati saccheggiati, il terzo approssimativamente delle stesse dimensioni del “Fiskardo” si trova al largo del porto di Valona in Albania ed è in ottime condizioni. Infine, il quarto naufragio, che si trova al largo dell’isola di Antikythera, è il più noto in tutto il mondo perché nel suo carico è stato trovato il più antico “computer analogico” conosciuto al mondo, il meccanismo Antikythera.