I volontari del 118 di Bovino hanno scritto una lettera firmata al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che è anche assessore alla Sanità e al presidente della società in house SanitaService, il professor Massimo Russo.
Le postazioni 118 del sub appennino non sono state ancora internalizzate in Sanitaservice. Tutti i volontari stanno vivendo una drammatica situazione. Senza dispositivi di protezione individuale non solo mettono a rischio la loro vita e quella dei loro familiari, ma si trasformano in un possibile vettore di contagio in tutti i Monti Dauni.
Si legge nella loro missiva: “Per anni presi siamo stati in giro dalla ASL con promessa di internalizzarci ma a tutt’oggi mai avventa. Anche in questo momento che ha colpito il nostro paese mettendolo a dura prova- hanno scritto nella lettera indirizzata alla politica- Le 18 postazioni del sub appennino continuano a garantire il servizio di emergenza urgenza grazie a noi volontari, nonostante il forte rischio di eventuali contagi, e senza un continuo rifornimento di materiale di protezione i famosi D.P.I. dispositivi di protezione individuale. Come se noi volontari fossimo immuni dall’essere contagiati. Per la legge è per la dirigenza della ASL il volontario non è riconosciuto legalmente, ma per decenni ha mantenuto in piedi ed ha garantito il servizio di emergenza urgenza su tutto il territorio del sub appennino, voluto da loro poiche una decina di anni orsono quando fu espletata la gara d’appalto per laffidamendo del servizio di emergenza urgenza con le associazioni stabilirono che ogni associazione vincitrice per svolgere detto servizio doveva avvalersi di solo 4 contrattualizzati e tutto il resto con personale volontario. Tornando comodo a loro che con una minima somma di danaro di rimborsi spesa rispetto ad un regolare stipendio hanno continuato a garantire detto servizio. Allo stato attuale ancora discriminati come se fossimo carne da macello nonostante in questo stato di enorme difficoltà non ci forniscono materiale di protezione veniamo ugualmente mandati su interventi ad alto rischio di contagio. A tale proposito chiediamo a gran voce che ci venga dato il giusto grado di dignità, equiparandoci a tutti i nostri colleghi con regolare contratto o con sanitaservice oppure con le associazioni a cui apparteniamo. Lo Stato ha garantito milioni di contratti nella sanità in questo momento di emergenza, ma non una parola e stata spesa a nostro favore per noi volontari di associazioni del 118 che operiamo in prima linea.
Tutta la popolazione deve sapere, con la speranza che possa finalmente succedere qualcosa al fine di garantire una dignità anche per noi in modo da poter avere una garanzia qualora dovesse capitare qualcosa di irreparabile visto che non siamo immuni dall’essere contagiati”.