È legge, il pane e i panificatori pugliesi saranno tutelati

by Fabrizio Stagnani
panificatori

Estratto dal verbale della seduta del Consiglio regionale pugliese, datato al 21 febbraio 2019, il documento intitolato “Disposizioni in materia di promozione e tutela della attività di panificazione” decreta che la legge così nominata è stata approvata. Non è ancora attuativa, deve passare ancora il vaglio del Consiglio dei Ministri. Se verrà valutata conforme, fra meno di dieci giorni sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

Quindici articoli finalizzati a tutelare il pane ed i panificatori pugliesi, ma anche e soprattutto i consumatori. Tra le voci più rilevanti che disciplinano l’attività di produzione e di vendita si ritrova la modernizzazione e sviluppo, la formazione professionale, rispetto delle buone pratiche e la valorizzazione della filiera pugliese. Rimarcata anche l’importanza di azioni finalizzate al recupero e alla ridistribuzione delle eccedenze. L’articolo sei, uno tra i più sentiti sia dalla parte proponente che dall’approvante, con i suoi sette commi, legifera sulle modalità di vendita.

“Il pane fresco deve essere venduto entro e non oltre la giornata in cui è stato concluso il processo produttivo”, inizia così, e continua specificando che quello conservato va posto in vendita in scomparti igienicamente idonei ed appositamente riservati, con una dicitura aggiuntiva che ne deve evidenziare lo stato ed il metodo di conservazione. Inoltre si specifica che sarà obbligatorio smerciare pane fresco in scaffali distinti e separati rispetto ai prodotti ottenuti dagli intermedi di panificazione. Fondamentale l’approfondimento sulle definizioni.

Allineandosi con le neo normative nazionali anche in Puglia, le voci “attività di panificazione”, “panificio” e “pane fresco” hanno un valore bene definito. Ad esempio con quest’ultima potrà essere solo etichettato esclusivamente quello che viene prodotto a partire dall’impasto di acqua e farina, fino al pane cotto senza interruzioni e conservazioni che interrompono la lavorazione. Mentre verrà fatto obbligo al venditore di pane precotto o congelato di esporre l’etichetta ben visibile “contenente, fra l’altro, la dicitura relativa all’indicazione del luogo di origine o di provenienza del prodotto, la data di produzione e la ragione sociale del produttore”.

Un Panificio sarà tale “solo l’azienda attrezzata per produrlo, dall’inizio alla fine in tutte le sue fasi, dal magazzino della farina al forno di cottura”, riporta un manifesto stampato dall’Unione delle Associazioni Panificatori della Regione Puglia, facendo riferimento al decretato dal nazionale. Tornando al nostro, il governo del tacco dell’Italia con la legge appena approvata si impegna a tutelare anche la tradizione, definendo “pane di produzione locale” quello preparato prevalentemente con ingredienti la cui provenienza risulta avere minore distanza di trasporto dalle fonti di approvvigionamento e che “per alcune specialità da forno rispettino le caratteristiche della stagionalità”.

E’ previsto, in ultimo, tra le altre gemme proposte dalle Associazioni di Panificatori locali oramai quattro anni fa ed ora approvate, l’istituzione di un elenco delle specialità da forno tipiche della tradizione pugliese da valorizzare ed annettere a quello regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali già curato dalla competente struttura locale in attuazione dell’articolo 1 del decreto del Ministero delle politiche agricole e forestali del 8 settembre 1999.

A seguito dell’approvazione della legge il Presidente del Consiglio della Regione Puglia Mario Cosimo Loizzo, lunedì 25 febbraio, ha ricevuto nella nuova sede di via Gentile a Bari, per l’Associazione Panificatori della Provincia di Bari il Vice Presidente Antonio Curci, il Consigliere Costantino Morisco ed il Segretario Nicola Giannoccaro, per la Provincia di BAT il Presidente Mauro Dell’Olio, da Brindisi il Presidente Francesco Corsa, per la provincia più a sud della Puglia, Lecce, il Presidente Franco Antonio Muci, nonché Vice Presidente della Federazione Italiana Panificatori, Pasticceri ed affini, ed il Professor Enzo Fiorentino esperto di formazione professionale e non solo.

Dilagante il compiacimento da entrambe le parti per aver raggiunto questo grande obbiettivo per il bene della categoria dei produttori e soprattutto per la tutela del consumatore, ma come è normale che sia, in questo crogiolo di buone notizie i panificatori hanno evidenziato un neo. Nel corso della discussione del Consiglio regionale durante il quale la legge è stata approvata, il Consigliere della Regione Puglia, di origini altamurane, Vincenzo Colonna, ha chiesto di aggiungere alla legge un articolo, il decimo.

Qui il motivo dell’animoso contendere. Letteralmente dice: “La Regione sostiene e attua iniziative di promozione e valorizzazione delle produzioni di pane del territorio pugliese riconosciute ai sensi della normativa in materia di Denominazione di origine protetta (DOP), di Indicazione geografica protetta (IGP) e di Denominazione comunale di origine (DECO), anche attraverso il coinvolgimento dei rispettivi consorzi di tutela e degli enti locali”. L’accusa, i panificatori, sostengono che questo articolo aggiunto alla loro proposta di legge sia superfluo, che rischia di andare a scapito di quattromila panificatori in favore di neanche venti, tra cui quelli di Altamura, città natia proprio del Consigliere che ha proposto la modifica, ove come tutti ben sanno si produce il pane già insignito del marchio DOP.

Il timore sincero è che un successo portato a casa dopo quattro lunghi anni di attesa possa essere inficiato da qualche riga posticcia. La paura è legata all’idea che qualora in futuro dovessero essere stanziati dei finanziamenti possa piovere già sul bagnato. In politica esiste una dinamica chiamata “visibilità” forse gli intenti erano meramente questi. A tranquillizzare e sedare tutti gli animi è stato proprio il Presidente del Consiglio Loizzo, il quale ha ricordato che qualora il Consiglio dei Ministri dovesse trovare anticostituzionale l’articolo verrà rimosso, che la legge in questione non disciplina alcun incentivo e che in caso ce ne fossero tutti potrebbero attingerne in egual modo, ma soprattutto che in fase di attuazione saranno tutti i Presidenti delle Associazioni dei Panificatori a stendere un regolamento che deciderà il da farsi. Quello che preoccupa maggiormente Loizzo sembrano essere quelli che dovranno essere gli accordi di filiera.

La chiusa dell’incontro è stata degna di uno dei migliori film, Curci, fra lo scherzo e non, ha chiosato: “Se c’è qualcuno che vuole fare un torto a tutta la categoria dei panificatori ne dovrà mangiare di pane duro!”. 

Fabrizio Stagnani

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