Leonardo e il vino, una cantina e un museo celebrano il legame del genio con l’enologia

by redazione

Proprio nell’anno in cui si celebrano i 500 anni della morte di Leonardo da Vinci è stata inaugurata, in aprile, la nascita e la produzione del vino di Leonardo.

Nato tra i vigneti toscani, a Vinci, nel podere di famiglia in campagna ad Anchiano, tra le passioni di Leonardo, il più grande Genio italiano, c’era anche quella per il vino. Un legame che l’ha accompagnato sin dalle origini, quando nel podere del padre Piero coltivava un rapporto quotidiano con la sua produzione, e per tutta la sua vita, nel corso della quale il Genio del Rinascimento celebra in molti suoi scritti e disegni questo frutto della natura, simbolo di perfetto connubio tra un prodotto della terra e dell’intervento dell’uomo. 

“Il vino, il divino licore dell’uva”: così Leonardo parlava del vino, a cui, come rivela una lettera del 1515 destinata al fattore del suo podere a Fiesole, negli anni aveva dedicato studio e passione, canonizzando tecniche di vinificazione e di affinamento.

Un vero e proprio trattato viticolo ed enologico, dove si indicano aspetti oggi dati per certi, ma all’epoca pionieristici, come l’ottimizzazione della qualità dell’uva, la concimazione della vite con sostanze basiche e la vinificazione in botti chiuse. Ma nei suoi scritti non c’erano solo consigli sulla produzione di vino ma anche sul come berlo, possiamo definire Leonardo un precursore del “bere responsabilmente”. Infatti, nei suoi scritti consiglia di preferire vino di qualità e berlo senza accessi ma concentrando il consumo durante i pasti. Queste lettere raccolte e analizzate con attenzione hanno il valore di un vero e proprio trattato sul mondo del vino, certo c’è da considerare che molte ipotesi, studi e teorie di cui Leonardo parlava in quelle lettere sono oggi cose conosciute e usate abitualmente, ma all’epoca erano davvero idee pionieristiche e rivoluzionarie.

Eppure, non è in Toscana che realizza il sogno di possedere una sua vigna, ma a Milano, grazie alla donazione di Ludovico il Moro, alla cui corte fu chiamato per dar vita a capolavori come l’Ultima Cena che si trova proprio a pochi passi dalla vigna nella Casa degli Atellani, al centro di un grande progetto di restauro voluto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e sostenuto da un solo partner privato, Eataly. In Romagna, al servizio del Valentino, Cesare Borgia, realizzò schizzi e disegni come quelli di un grappolo d’uva appeso e, soprattutto, la prima barrique, sua intuizione per la vinificazione. 

Una storia celebrata con il “Museo Leonardo e il Rinascimento del Vino”, che ha aperto in una nuova struttura, realizzata all’interno di Villa da Vinci, che documenterà e approfondirà i rapporti del Genio con l’agricoltura e il mondo vitivinicolo, anche grazie allo sforzo della cantina Leonardo da Vinci, che oltre ad aver definito il “Metodo Leonardo”, un capitolato viticolo ed enologico, esclusivo e segreto, messo a punto con il supporto di un comitato scientifico di enologi e ha giocato un ruolo fondamentale anche nella riapertura del “Museo Ideale Leonardo Da Vinci”.

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