L’olio extravergine monodose dalle pregiate cultivar pugliesi. Guido Cusmai innova contro la pandemia

by Anna Maria Giannone

Durante il lockdown, mentre lavorava in campagna tra i suoi alberi di ulivo sulle colline di Vico del Gargano, l’imprenditore agricolo e dirigente Giovani Coldiretti, Guido Cusmai, ha analizzato i mercati e si è detto che proprio questo sarebbe stato il momento giusto per innovare.

Nasce così in piena fase 3, in un periodo in cui le vendite d’olio nel segmento Ho.Re.Ca. sono drasticamente diminuite e manca sui mercati turistici la clientela straniera, un nuovo prodotto nella gamma dell’azienda Mimmo Cusmai, ancora poco battuto in Capitanata e in Puglia dai produttori di alta qualità: l’olio monodose in bustina.

Guido ne ha già vendute 5mila. Quattro le varietà disponibili: bustina con olio da Ogliarola garganica, la tipica cultivar della Montagna Sacra, bustina da Coratina, da oliva Leccino e olio al peperoncino.

“Proprio perché questo non è un periodo positivo per il nostro settore, ho deciso di andare incontro ad una clientela che è sempre stata nostra, ossia quella della ristorazione. Oggi ci sono mille regole in più relative alla sanificazione della bottiglia, i ristoratori devono seguire tanti protocolli e il monodose rappresenta una scelta quasi obbligata. Per noi, per una piccola azienda familiare, è un punto di arrivo, è il primo passo per un punto di arrivo e per proiettarci verso gli obiettivi delle grandi aziende”, spiega il trentenne Cusmai a bonculture.

“In provincia di Foggia nessuno produce bustine monodose con la nostra qualità, siamo gli unici. Quello del monodose è un mercato enorme, che va dalla ristorazione collettiva ai pub, ai bar. Abbiamo voluto coniugare un prodotto di alta qualità con le nostre tre cultivar, ogliarola, coratina, leccino, ad un mondo nuovo per noi. Finora, come tanti produttori, ci eravamo concentrati sulla bottiglietta monodose da 20 ml, che non sto ancora pubblicizzando. L’ho provata nel lockdown e non mi dispiace ma credo che dovrà avere un utilizzo diverso, può essere concepita come bigliettino di benvenuto per il turista in albergo, una sorta di regalo, di souvenir”.

Per le insalate e per condire i piatti nelle bustine si trova quasi generalmente olio commerciale di qualità dubbia. Il solo pensare che nei pub o nelle mense si possa usare olio extravergine di alta qualità è già rivoluzionario.

“Il nostro motto è sempre stato la natura in bottiglia, l’essenza per noi è la qualità, questa nuova sfida dell’olio in monodose va in questa direzione. Col monodose abbiamo eliminato gli sprechi, il vetro egli imballaggi, ma anche gli sprechi alimentari, perché diamo così una corretta quantità di olio sul tavolo, la bottiglia comunque crea uno spreco nutrizionale. 10 ml è la quantità giusta: corrispondono a circa 3 cucchiaini, la quantità consigliata nelle diete”.

Come mai non lo avete prodotto prima? Costa molto il processo produttivo?

“Sì, è complesso produrre il monodose, noi ci siamo avvalsi dell’esperienza di un amico, ma tante volte devi crederci, devi metterti in gioco, l’imprenditore deve mettersi in gioco. Questo è un momento molto difficile per l’olivicoltura, se avessimo gettato la spugna avremmo dovuto abbandonare tutto, ho clienti e albergatori che non aprono, occorre reinventarsi se non andiamo ad imbottigliare come una volta. Bisogna immaginare di penetrare target totalmente nuovi: sono contento di aver proposto questo prodotto in questo momento, è un segnale importante, perché significa che noi siamo pronti con investimenti e che il lockdown non ci ha fermato, continuiamo a valorizzare la nostra terra e ad entrare in fasce di mercato nuove”.

Guido per i suoi oli monodose ha già moltissime richieste e proposte anche dall’estero. “Nel Nord Europa sono molto legati alla qualità, da loro l’olio non è soltanto un condimento, ma un alimento vero e proprio, una essenza. All’estero il monodose ha un forte consumo anche casalingo. Per una azienda a livello familiare come la nostra è un grande successo tentare di fare ciò che neppure i grandi imbottigliatori tentano. Il nostro core business resterà la famiglia italiana, sono loro che ci danno la forza acquistando il nostro olio, ma non nascondo che il monodose potrebbe diventare presto una voce importante per il nostro bilancio”.

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